Occhio a leggere i dati nel modo corretto, sempre. Arrivano infatti in numeri sull’occupazione USA, che è la più bassa da almeno 50 anni e in molti si stanno baloccando sull’ipotesi che questo sia il segno scaccia-recessione. Ci sono però altre considerazioni da fare. E dato il movimento negativo di Bitcoin pare proprio che i mercati le abbiano già fatte.
La situazione macro in questo momento è come giocare a scacchi in quattro dimensioni, e cioè difficilmente possiamo prendere un dato e valutarlo senza tenere conto dell’enorme e complesso contesto che stiamo affrontando. E su tutto, le prossime decisioni di Federal Reserve. Dato che in molti, anche sui nostri social, sembrano aver capito relativamente poco del perché di questi movimenti, ecco la guida per capirci qualcosa di più.
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Dati occupazione USA incredibilmente positivi, ma potrebbe non essere un bene per Bitcoin
E potrebbe non esserlo neanche per il resto dei mercati finanziari. La congiuntura è particolare e strana e non può essere compresa facilmente se non partiamo dal contesto generale. Veniamo da un periodo relativamente lungo di inflazione oggettivamente troppo alta. E Federal Reserve – come vi abbiamo già raccontato su queste pagine diverse volte – ha provato a correre ai ripari alzando i tassi di interesse e riducendo il suo balance sheet.
Gli effetti si sono già visti su Bitcoin e sul resto dei mercati cripto e non: tali mosse non piacciono, alzano il costo del capitale e pertanto lo riducono, e gli asset maggiormente di rischio in genere pagano il prezzo più alto.
Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che le prossime decisioni di Federal Reserve dovranno cercare di bilanciare due rischi: il primo è che l’inflazione continui a rimanere su livelli troppo alti. Il secondo è che manovre eccessivamente restrittive facciano pagare un prezzo troppo alto in termini di disoccupazione (e anche di recessione).
In altre parole, unendo i puntini, Jerome Powell di Federal Reserve avrà mano libera nel continuare a martellare con i tassi finché l’economia sembrerà in salute. I recenti dati sull’occupazione USA, migliori di aspettative già alte, stanno suonando una melodia sulla quale Powell non potrà che cantare con ulteriori rialzi, più di quanti i mercati ne avevano preventivati.
E dunque è in quest’ottica che dobbiamo leggere il dato che è arrivato oggi dagli USA. Ed è in questo contesto che diventa facile capire perché Bitcoin abbia reagito in modo negativo ad un dato altrimenti ottimo.
E quindi ora?
Il cammino è ancora lungo e prima del prossimo intervento del FOMC, previsto per la prima settimana di marzo, ci sarà un altro importante dato: quello dell’inflazione USA che arriverà il 14 febbraio.
Un dato che sarà un altro pit stop che permetterà a Federal Reserve di ragionar sul da farsi per il futuro e valutare la durata dei rialzi.
Per ora permane una relativa discrepanza tra le promesse di intransigenza di Powell e quello che i mercati hanno prezzato. Le condizioni di mercato non disastrose e non disastrate però potrebbero far segnare un gol facile ai falchi di Fed. Se l’economia è lungi dal fracassarsi a terra, di scuse per non essere più duri ne rimangono poche.
Altro punto da valutare è che non è detto che tali dati rappresentino correttamente l’economia. E potrebbero arrivare dati meno incoraggianti sull’atterraggio morbido tra qualche settimana. Staremo a vedere. Per ora per capire cosa sia accaduto a Bitcoin – e di converso al dollaro USA basta questo che ci siamo detti.