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Bitcoin e crypto hanno un problema | Sì, sono gli EXCHANGE

Tutti contro tutti. Kraken paga 30 milioni ma il problema è più diffuso. E servirà un cambio di atteggiamento da parte di tanti appassionati Bitcoin e crypto
2 anni fa
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L’attacco, come prevedibile, sarebbe arrivato sugli anelli legalmente più deboli dell’intero ecosistema Bitcoin e cripto, per quanto tecnicamente non necessari. Sì, parliamo degli exchange, che come discusso su queste pagine più volte sono e continueranno ad essere il problema. Una questione che è tornata prepotentemente a far parlare di sé dopo la multa che SEC ha comminato a Kraken e che ha diviso, ancora una volta, gli appassionati i due schieramenti opposti.

Vale la pena di discutere di regole quando queste non esistono? Vale la pena di prendere le parti di aziende che magari non piacciono a tutti e delle quali Bitcoin non ha bisogno? A nostro avviso la risposta è affermativa in entrambi i casi. E per capire come si evolverà la situazione dovremo partire anche da qui.

La notizia buona per il momento è che il crollo del comparto innescato da questa vicenda sembrerebbe essersi fermato. La seconda delle buone notizie è che noi europei siamo relativamente al riparo da quanto accaduto e potremo continuare a fare come meglio crediamo. Ad esempio con eTorovai qui per aprire il tuo conto gratuito di prova – per un intermediario che opera legalmente in Europa ed è al riparo da SEC. Al suo interno 78+ crypto asset e la possibilità di investire anche su asset classici.

Gli exchange sono l’anello più debole del mondo Bitcoin e cripto

La più paradossale delle situazioni che si sono venute a creare negli Stati Uniti è che gli exchange che hanno regolarmente sede in quel territorio e che operano nel pieno della legalità si sono dimostrati essere gli anelli più deboli della catena. In altre parole stanno pagando il conto per aver operato alla luce del sole, senza aprire sedi offshore e rendendosi così facilmente punibili dalle autorità.

L’autorità in questione è SEC, la Securities and Exchange Commission, una sorta di gemella di Consob che si occupa di vigilare sui mercati USA e anche di punire questo o quello. La punizione è arrivata dopo un accordo: 30 milioni di dollari, interruzione dei servizi di staking as a service per Kraken e la minaccia – per niente velata – che presto sarà il turno di altri.

La questione in quanto tale è ormai però poco interessante: la multa si pagherà, gli attacchi continueranno e in tanti continueranno a ridere delle difficoltà degli exchange. Conta di più, almeno ad avviso di chi vi scrive, valutare come si sia arrivati a questo punto.

  • FALSO: esistono regole che Kraken avrebbe potuto rispettare

La parte più assurda della situazione che è venuta a crearsi è che Kraken non ha mai ricevuto risposte sul tipo di regole da applicare a questo tipo di servizi. Non è vero che è già attiva una procedura di registrazione, non è vero che c’è stata guidance da parte di SEC. Immaginate di portare il vostro veicolo in Motorizzazione e di chiedere delucidazioni sul come cambiare le cinture di sicurezza. Ora immaginatevi che vi venga risposto “fai tu, poi se è sbagliato ti multo”. Una situazione del genere è assurda sotto almeno un paio di profili: il primo è che nessuno è in sicurezza, perché i cosiddetti strumenti di tutela non sono chiaramente indicati. Il secondo è che tutti gli operatori del settore sono potenzialmente a rischio perché SEC non vuole offrire delle linee guida.

  • VERO: il Congresso dovrebbe riprendere in mano la situazione

Bitcoin non ha bisogno di parlamenti e di leggi per funzionare, se non di quelle del suo stesso codice. Chi vuole però operare commercialmente in questo settore ne ha bisogno, quantomeno affinché sia limitato il potere di vita e di morte che SEC può esercitare su tutto e tutti. Presto si arriverà a delle regole negli USA, che però non sembrerebbero essere onnicomprensive e non potrebbero comunque esserlo per un settore che si evolve alla velocità della luce.

Lasciare però SEC nella possibilità di bullizzare con i suoi avresti potuto fare questo non sembra essere una soluzione sostenibile né sul breve, né sul lungo periodo.

“Gli exchange sono pattume centralizzato: ben gli sta”

È un’opinione che sembra essere particolarmente in voga tra i più estremi degli appassionati Bitcoin, che pur tante volte hanno offerto pareri illuminati su questioni altrettanto importanti.

Gli exchange non devono piacere per forza a tutti. Chi vuole li utilizzerà, chi preferisce utilizzare altri canali, farà altrimenti. Ma non è questo il punto: godere della bullizzazione di intermediari che non ci piacciono non sembra essere, ad avviso di chi vi scrive, una posizione coerente. Perché non ci si può preoccupare soltanto della libertà delle cose che ci piacciono. E perché vivere in un mondo di catacombe virtuali, perché appena si esce si prendono bastonate dall’autorità pubblica, è uno scenario difficilmente percorribile.

Sarebbe forse il caso di abbassare i toni – cosa che non succederà – e di rivalutare le posizioni di molti. Perché potrebbero non piacere gli exchange, ma qualcuno darebbe tutto affinché abbiano la piena libertà di operare senza truffare nessuno. E no, lo staking as a service non era una truffa, neanche prendendo il metro sbilenco di tanti tutto è truffa oltre Bitcoin.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • Ora le regole della SEC si devono prevedere per poter operare legalmente ma non basterebbe nemmeno questo in quanto SEC cambierebbe di certo le carte in tavola pur di farti pagare le multe. Questo dimostra che tutto il sistema su cui si basa l'economia americana ha le fondamenta di argilla. Complimenti per la serietà. Buona giornata

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  • Ottimo articolo, Bravo e complimenti, posso chiedere alcune info su astr se è possibile, per favore. Grazie

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    • Viao Roby, mi permetto di ringraziarti a nome di Gianluca e di tutta la redazione di Criptovaluta.it.

      Sicuramente si, parlaremo anche di questo progetto.

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    • Grazie! Ci muoveremo per ASTR

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  • "regolamentare" significa "riconoscere" l'ecosistema, concedendogli dignita' e ruolo, ed è proprio cio' che non vogliono. il congresso continuera' a tacere e le operazioni di polizia si ripeteranno. l'obiettivo vero dei signori del dollaro è mettere il tutto fuorilegge.

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  • Articolo ben scritto che descrive benissimo la vostra situazione attuale, terrestri. Portate pazienza, mortali; a breve sarà possibile acquistare ether anche dal panettiere, vi libereremo dalla dipendenza da terzi. Tenete duro giusto un paio di anni e non vi ricorderete nemmeno più il significato della parola "exchange".

    Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.

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    • Precisiamo che la dicitura "Bitcoin e crypto", spesso ripetuta, non piace al Sommo.
      Suggeriamo di sostituire con "Ethereum e le altre chain secondarie".

      Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.

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      • xD

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      • Ora dai , non esageriamo.

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        • Non credo il commento di Giorgio volesse essere offensivo... ci ha solo confusi con un'altra entità. Voi umani errate spesso, del resto.
          Unisciti a noi, Giorgio, sappiamo che sei un noto collezionista di shitcoin: vendi tutto e da oggi in avanti solo ether.

          Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.

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          • [commentato nel post sbagliato, cancellate pure!]

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    • Grazie per i complimenti Lord Eth

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