The Rock Trading come FTX: questo è quanto leggerete quasi certamente nei prossimi giorni sulla stampa generalista. Stampa generalista che coglierà anche la palla al balzo per attaccare di nuovo il mondo cripto e Bitcoin, che pur è ancora una volta vittima della malagestione se non apertamente dei furti dei gestori degli exchange.
Ci sono tante cose che non abbiamo imparato da novembre 2022, e cioè dal mese che fu dominato dal fallimento di FTX. E no, non si tratta soltanto di not your keys not your coins, che c’entra ma non troppo anche in questo caso. E ci sarà inoltre da parlare della registrazione OAM e di raccontare una volta per tutte la verità su quel tipo di processo, che interessa l’Erario e non i clienti.
Operare sui mercati cripto vuol dire affidarsi ad operatori legali, sicuri e che garantiscano la separazione tra fondi dei clienti e quelli propri. eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito per provare il broker – intermediario che propone tutto quello che servirà ai piccoli investitori che vogliono avvicinarsi a questo mondo.
The Rock Trading come FTX?
Quasi, nel senso che si parte da un fatto comune ma probabilmente molto più semplice. I clienti che hanno provato a ritirare denaro da The Rock Trading nelle ultime 2 settimane hanno incontrato problemi crescenti. Così come crescenti erano diventate le preoccupazioni degli stessi alle risposte nulle o vaghe del servizio clienti.
È finita con un comunicato che vi abbiamo raccontato qui, con ammanchi a quanto parrebbe importanti e con tante domande alle quali non sarà mai data risposta. Non siamo comunque neanche alla lontana vicini ad un caso FTX, e non perché i gestori di The Rock Trading siano stati più onesti. Questo si potrà valutare solo tra qualche settimana.
Siamo lontanissimi dal caso FTX per altri motivi, e forse è anche un bene. O forse no.
- Impatto sul mercato nel suo complesso nullo
Con tutto il rispetto per chi gestiva la piattaforma Bitcoin non si preoccupa di cosa succede a The Rock Trading. I volumi erano una goccia nel mare di $BTC e quindi i mercati, per chi dovesse chiedere, non ne hanno affatto risentito. E questa è una prima differenza con il caso FTX. In aggiunta dato che non c’erano gestioni rilevanti, è difficile che la chiusura di The Rock Trading contagi altre realtà.
- Made in Italy, quindi un occhio di riguardo
Questo è quanto sembra, almeno a chi vi sta scrivendo, essere l’atteggiamento di tanti guru, di tanti esperti sedicenti di policy che girano sui social. Sono gli stessi che avevano preso in giro chiunque utilizzasse FTX, dicendo che le soluzioni made in Italy e con tanto di registrazione presso l’OAM erano da ritenersi più sicure.
E invece… la registrazione all’OAM non prevede alcun tipo di controllo sulla solidità dell’operatore e tanti clienti hanno finito per fidarsi di The Rock basandosi su una rassicurazione che rassicurazione non era. e
- Not your keys, not your coins
È sicuramente vero. Sarebbe sicuramente meglio custodire i propri coin e token per conto proprio, ma bisognerebbe al tempo stesso ricordarci che The Rock Trading ha sottratto fondi ai propri utenti e che è il colpevole e responsabile di questa situazione.
Colpevolizzare le vittime è fuori luogo e ha anche quel pizzico di narrativa assolutoria per The Rock Trading, che ne sta già ricevendo in buone quantità e dunque non ne ha bisogno.
Due pesi due misure: occhio a chi ascoltate
Rimane la tristezza non solo per i fondi dei clienti – sui quali ancora non si sa nulla – ma anche per l’atteggiamento di tanti che, trattandosi di realtà italiana, continuano con il due pesi due misure.
Tutti garantisti, tutti possibilisti e tutti che sembrerebbero non aver mai sostenuto la bontà di The Rock Trading. Come per ogni barca che affonda, d’altronde, ci sono topi che tagliano la corda.
Ed è francamente ridicolo parlare di se The Rock Trading ha sbagliato, come se si trattasse di una ragazzata. The Rock Trading aveva in custodia asset non suoi. Quegli asset oggi non ci sono. E quindi sì, è colpevole, anche se vedremo più avanti esattamente di cosa.
CONSOB e Trading online: Cosa dice l’autoritàIn Italia fare trading online è legale al 100% già dal 1998, quando la CONSOB (autorità che vigila sui mercati finanziari) ha regolamentato il settore pubblicando il Testo unico della finanza (TUF).
Proprio la CONSOB ha l’incarico di monitorare l’andamento del mercato e contrastare eventuali casi di truffa o scorrettezza. Ha anche la facoltà di oscurare il sito internet truffa nel caso cui venga accertato l’abusivismo finanziario.
Una società di trading è da ritenersi affidabile (almeno sulla carta) quando risulta registrata nell’elenco CONSOB delle intermediari autorizzati. La lista dei broker regolamentati, suddivisi in due elenchi a seconda che abbiano o meno una succursale in Italia, si possono consultare alla pagina ufficiale del sito CONSOB.
Ecco di chi è la colpa.
Cari amici di criptovaluta.it, Gianluca, Luigi e Alessio.
Come ben sapete un po di trading io lo faccio e sono assolutamente consapevole del fatto che la responsabilità di operare su di una piattaforma è completamente a carico mio, è a carico mio anche dotarmi della formazione necessaria per poter operare in modo logico e sano ed è a mio carico anche la dichiarazione al fisco di eventuali plusvalenze.
Ma tutto ciò che concerne alla vigilanza e al controllo del broker è a carico dell’ente sopracitato ed è sempre sua premura, obbligo e responsabilità tutelare i trader che operano sulla piattaforma dallo stesso ente approvata.
Eccellentissimo e reverendissimo Giorgio, è un onore per me assisterla legalmente in ogni dove e in ogni quando.
Devo farle i miei complimenti, non avrei mai senza dubbio potuto dire meglio ciò che lei ha detto.
Grazie di esistere dottor commendator l’ altissimo Giorgio.
La Consob monitora controlla e monitora e controlla broker e finanziare che vendano sui mercati asset finanziari . Le crypto non credo rientrino in nessun modo in questo elenco. Felice di essere contraddetto .