I clienti di FTX Japan, entità nipponica dell’exchange di Sam Bankman-Fried, potranno iniziare a ritirare i loro denari e le loro crypto a partire da mezzogiorno, ora locale, di domani martedì 21 febbraio. Una notizia che farà la felicità degli utenti giapponesi – e meno purtroppo di quelli italiani – e che però aggiunge un ulteriore tassello a quella che si preannuncia essere una storia molto complicata.
L’entità giapponese, anche in virtù delle regole che vigono nel paese, è rimasta separata dalle procedure fallimentari che invece stanno avendo luogo negli USA, a vantaggio dei clienti che potranno così recuperare il possibile.
Notizia bullish per il mercato? Staremo a vedere come reagiranno gli stessi dopo che una massa di denaro non enorme ma comunque rilevante tornerà libera. E per evitare che certi problemi si presentino possiamo rivolgerci a chi opera come intermediario finanziario in Europa. eToro – vai qui per ottenere un conto di prova gratis – presenta un maggior grado di affidabilità e uno storico impeccabile anche nel resto dei mercati, non solo su quelli cripto.
C’è chi potrà dimenticarsi in fretta della pessima avventura vissuta con FTX. I clienti giapponesi del gruppo, o almeno quelli che operavano attraverso FTX Japan, potranno infatti ritirare i loro denari a partire da domani, 21 febbraio. Si parte dalle 12:00, ora locale, in collaborazione con Liquid e a patto che tutto sia in ordine in termini di claim.
Una situazione che forse farà pensare molti dei clienti europei, che si aspettavano una tutela legale e regolamentare simile a quella di Tokyo e che invece non solo non si sa quando rivedranno il denaro… ma hanno dovuto anche farsi gabbare da una licenza cipriota che non li ha protetti assolutamente da nulla. Niente mal comune mezzo gaudio, perché come dimostra quanto avverrà a partire da domani in Giappone in realtà si potevano fare le cose diversamente – e ci si poteva muovere per tempo per offrire ai clienti europei maggiori tutele. Quello che in realtà si dice tanto a Bruxelles quanto a Roma e Milano, senza che però ci siano delle mosse in tal senso.
Si chiude, ad ogni modo, così quanto sta avvenendo da FTX almeno in Giappone, mentre per il resto del mondo ci sarà da battersi ancora all’interno del Chapter 11, ammesso che rimanga qualcosa da dividersi dopo che gli avvocati e i gestori del fallimento avranno incassato le loro mastodontiche parcelle.
Perché l’entità europea non era sottoposta agli stessi vincoli di quella giapponese, non essendoci imposizioni di legge in tal senso. Il mercato ultra-controllato del Giappone e che impone certi livelli di garanzie agli intermediari a questo giro ha funzionato, offrendo quanto chi sceglie exchange con licenza quanto si sarebbe aspettato.
Ci penserà il MiCA? Chissà. E poco importa comunque, dato che non è in vigore e dato che mancano comunque 2 anni buoni alla sua applicazione. Nel frattempo noi italiani dovremo aspettare. Cosa che invece i giapponesi…
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