Le CBDC, le central bank digital currencies, incontrano i primi ostacoli, almeno negli USA. È stata infatti avanzata una proposta di legge a firma di Tom Emmer, politico del Congresso da sempre molto vicino al mondo di Bitcoin, che impedisce di fatto a Federal Reserve di avventurarsi lungo percorsi che tante altre banche centrali stanno già percorrendo. E questo arriva a conferma del fatto che una delle poche giurisdizioni dove questa trovata monetaria sta incontrando resistenza è proprio quella americana.
Una proposta che fissa dei paletti per un eventuale Dollaro Digitale, paletti che renderebbero questo tipo di iniziative pressoché inutili per Federal Reserve, con un fronte politico anti-CBDC che, almeno negli USA, sta montando forte e rigoglioso.
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Tom Emmer non è una nuova conoscenza per chi si occupa dell’intersezione tra politica e Bitcoin. E dopo tanti proclami sembrerebbe voglia fare sul serio, con una proposta di legge che fisserebbe, se approvata, dei paletti importanti per Federal Reserve in tema di dollaro digitale.
Nello specifico la proposta di legge, che possiamo trovare qui impone:
I punti 1 e 2 sono i più interessanti perché di fatto renderebbero quasi completamente inutile l’implementazione di tali tecnologie, che invece fanno gola a tante altre banche centrali proprio per questo tipo di aspetti. E cioè per implementare in modo più rapido politiche monetarie ed economiche, per controllare determinati comportamenti e, in alcune configurazioni, anche per fare da host per account personali e imporre ulteriori limiti. Commentando su Twitter il politico USA ha aggiunto:
Qualunque versione del dollaro deve rispettare i valori americani di privacy, sovranità individuale e competizione nel libero mercato. Mancando questi valori si aprono le porte allo sviluppo di strumenti di sorveglianza molto pericolosi. Dopotutto, gli Stati Uniti rimangono leader della tecnologia non perché forziamo l’adozione dei nostri valori sotto ricatto del regolatore, ma perché permettiamo alla tecnologia che ha questi valori di prosperare.
A supportare la proposta di legge ci sarebbero altri membri del Congresso di provenienza repubblicana, che faranno da zoccolo duro a caccia di voti.
Non è chiaro per il momento. Tuttavia il solo fatto che si stia discutendo apertamente di questi temi e che si stiano portando all’attenzione del grande pubblico merita, probabilmente, un plauso.
Tutto questo mentre lo stesso non si può dire del percorso che partorirà l’euro digitale, del quale si sa ancora poco nonostante ci si avvicini alla data delle prime sperimentazioni.
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