Parte un nuovo servizio, in fase di test limitata, per Spotify. E perché dovrebbe interessare agli appassionati di NFT e di criptovalute? Perché l’esperimento riguarda la creazione di playlist alle quali si può accedere tramite il possesso di determinati token non fungibili. Un esperimento che riguarda per il momento soltanto i dispositivi Android e che è stato attivato soltanto in alcuni paesi.
Si parte, in via sperimentale anche per quanto riguarda chi può fruire attivamente di questo servizio, da Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda. Non è chiaro se il servizio verrà esteso anche ad altri paesi anche durante la fase di test.
Un buon segnale per l’utilizzo non convenzionale di NFT e per gli esperimenti con questa tecnologia anche nel campo dei servizi di fruizione di contenuti online. E potrebbe diventare una buona notizia anche per tutti quei protocolli che offrono infrastruttura per i NFT. Possiamo trovarli su eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito per il test senza rischi – per un intermediario che ci permette di investire su 78+ progetti cripto e anche di operare su migliaia di titoli del mercato classico. Sempre tramite eToro possiamo anche accedere al trading automatico con il CopyTrader.
Spotify sperimenta con i NFT: ecco cosa sta proponendo
Si tratta di un sistema piuttosto particolare, che è stato presentato con il nome di token-enabled playlist, e cioè playlist con accesso tramite token. Il funzionamento prevede l’utilizzo da parte degli utenti di determinati NFT per poter fruire di determinate playlist su Spotify, progetto che è stato avviato in un numero limitato di paesi e con intermediari scelti. Tra questi Overlord, KINGSHIP (la “strana” band composta a sua volta da NFT) e altri nomi relativamente celebri del settore.
Il sistema di funzionamento, per ora, è piuttosto semplice. Si possono creare Playlist legate a particolari eventi o meno, le cui possibilità di accesso sono legate al possesso di specifici NFT. Tra i wallet supportati dal sistema troviamo Metamark, Trust Wallet, Ledger Live, Zerion e Rainbow, non è chiaro se in assetto definitivo o se parte di una lista che potrebbe diventare più ampia in futuro.
Con questa funzionalità i Token Non Fungibili possono diventare una sorta di biglietto digitale per accedere a determinati servizi, sbloccandone il potenziale per tanti content creator, in questo caso a partire dai musicisti.
Non è detto però che questa fase di test si trasformi poi in una funzionalità che farà parte effettivamente di Spotify. Questo almeno secondo quanto riportato da Coindesk, che ha raccolto le dichiarazioni di Spotify.
Alcuni di questi test fanno da precursori per una user experience allargata, altri invece finiscono per essere soltanto una lezione per noi.
Facendo intendere che eventuali inserimenti in pianta stabile nel funzionamento di Spotify saranno da valutarsi più avanti, quando si avranno dati sulla partecipazione degli utenti.
Un uso interessante per i NFT?
Probabilmente sì, dato che in questo senso si sta sperimentando molto sia per quanto riguarda gli eventi reali sia per quelli digitali.
Staremo a vedere se qualche altra grande azienda del settore cercherà di sfruttare la popolarità dei NFT e le loro caratteristiche tecniche anche in questo senso. E vedremo anche se questo tipo di attività permetteranno agli artisti di riprendere almeno parzialmente in mano la gestione del loro pubblico.