C’è chi misura lo stato di salute del network di Bitcoin dalla difficulty. E probabilmente fa bene, dato che è una misura di quanti siano lì a fornire la propria potenza di calcolo per la messa in sicurezza del network. Arriva per chi la pensa così una buona notizia, perché vi è appena stato un aggiornamento della stessa di quasi il 10%.
Segno del fatto che si continua ad investire e si continua a partecipare al mining che rende Bitcoin possibile e che mette in sicurezza il suo network. Tutto questo nonostante l’enorme difficoltà di molte delle società che partecipano al mining, anche a livello industriale.
Buon segno per Bitcoin, nonostante siamo davanti ad un periodo di breve non troppo positivo per $BTC. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto demo gratuito – intermediario che ci permette di investire su Bitcoin con strumenti professionali e nel massimo della sicurezza. Al suo interno anche strumenti per il trading automatico come il CopyTrader, che ci permette di investire copiando chi ottiene i migliori risultati.
Puntuale ogni 2.016 blocchi è arrivato l’aggiornamento della difficulty per il mining di Bitcoin. Un aggiustamento che abbasserà i rendimenti dei miner e che è frutto del fatto che durante l’ultima tornata si sono avuti blocchi ad una media di poco più di 9 minuti distanti l’uno dall’altro.
Il segnale che arriva da questi aggiustamenti è un aumento dell’hashrate, ovvero della potenza di calcolo che viene offerta al network da miner industriali e non. E all’aumentare di questa potenza di calcolo cresce anche la sicurezza del network e la sua resilienza almeno a certi tipi di attacchi.
Quindi sì, si tratta di un buon segnale per Bitcoin, nonostante il prezzo sia ad una distanza ancora siderale dai massimi raggiunti durante il 2021 e nonostante il bear market abbia comportato difficoltà importanti proprio per le società che fanno mining, molte delle quali in procedura concorsuale oggi o alla ricerca di finanziamenti per evitare il fallimento.
Con ogni probabilità parte dell’aumento dell’hashrate ferme restando le situazioni di cui sopra è da ricondursi anche all’arrivo di nuove e più efficienti macchine che sono state collegate al network.
Ogni 2.016 blocchi e dunque ogni circa 2 settimane il protocollo di Bitcoin effettua un semplice controllo: ogni quanti minuti, di media, è stato prodotto un blocco? Se la risposta è inferiore ai 10 minuti, la difficoltà del mining viene aumentata, così da riportare possibilmente con l’hashrate a disposizione la media verso i 10 minuti.
Il contrario avviene anche quando la media è superiore ai 10 minuti, in questo caso il protocollo però interviene con una riduzione della difficoltà stessa. L’obiettivo è sempre quello di rimanere il più possibile vicini ai 10 minuti per la produzione dei singoli blocchi. Un sistema che è parte di quella macchina che permette a Bitcoin di funzionare correttamente e come previsto.
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