Si torna a parlare di Ethereum, anche se indirettamente. A tornare sul tema della vera natura di $ETH, ovvero se sia un titolo finanziario o una commodity è tornato l’uomo più temuto del mondo crypto: Gary Gensler. Il capo di SEC, durante un’intervista con NYMAG ha ribadito un punto di vista che in molti di noi conoscevano, ma che comunque desta scalpore ogni volta che viene ripetuto.
Ethereum non sarebbe infatti una commodity come Bitcoin, ma sarebbe indirettamente un titolo finanziario e dunque sotto la piena giurisdizione di SEC, pronto dunque a subire quelle che per molti appassionati del settore sono angherie in piena regola. Questa l’opinione di Gary Gensler, che può essere facilmente ricostruita dalla sua ultima intervista.
Ethereum sembra però non interessarsi neanche di questa importante non-evoluzione. E chi ritiene che questo sia un segno di forza potrà investirvi con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito – per un intermediario che propone a listino 78+ crypto asset e anche strumenti avanzati per investirvi, tanto sul breve quanto sul lungo periodo.
Gary Gensler: tutto al di fuori di Bitcoin è un titolo finanziario
In realtà è un passo indietro rispetto a quanto aveva ammesso qualche mese fa e precisamente lo scorso settembre. In realtà la situazione è relativamente complessa e servirà qualche pezzetto aggiuntivo per capire cosa ha detto Gensler e perché potrebbe essere o meno importante per Ethereum e il mondo delle criptovalute che gravitano intorno a quell’ambiente. Partiamo da cosa ha detto Gensler al New York Magazine in una lunga intervista che potete leggere qui.
Tutto al di fuori di Bitcoin… puoi trovare un sito web, puoi trovare un gruppo di imprenditori che potrebbero anche aver messo in piedi società in paradisi fiscali offshore, potrebbero avere una fondazione, potrebbero fare arbitraggio legale e […] Sotto sotto questi token sono securities perché c’è un gruppo nel mezzo e il pubblico si aspetta profitti basati su quel gruppo.
Se questa dovesse essere la stance di Gary Gensler, effettivamente rimarrebbe fuori poco al di fuori del raggio di azione di SEC. Un raggio di azione che può estendersi su tutto quello che non è commodity. E dunque, almeno secondo le fantasie di Gary Gensler, su tutto tranne Bitcoin.
- Un primo punto: non comanda Gary Gensler
Per quanto fino all’intervento del Congresso potrà cercare di imporre la propria volontà, non sarà Gary Gensler a decidere cosa sia effettivamente commodity e cosa non lo sia. Una parte del Congresso è sul piede di guerra e questo potrebbe limitare il raggio di azione di Gensler, anche perché c’è un altro aspetto che… dovrebbe interessare il pubblico americano.
- Ci sono in ballo tante aziende USA, alcune delle quali quotate
Una scelta di questo tipo, se dovesse poi essere sostenuta a livello politico, si trasformerebbe in un attacco a diverse e importanti società americane. Partiamo da Coinbase, che è una società quotata al NASDAQ e che è ben inserita anche a livello politico. Passiamo poi alle tante altre società del settore che, pur se non quotate, hanno la loro rilevanza nel settore economico americano. Difficilmente queste non daranno battaglia – e difficilmente tanti gestori di fondi con più di un piede a Wall Street accetteranno di chinare la testa senza combattere.
Gary Gensler ha ragione?
Per chi vi scrive sarebbe molto difficile applicare l’Howey Test a tanto di quanto esiste nel mondo cripto. Su Twitter e su altri social leggerete qualcuno brindare, in particolare tra i Bitcoiner di un certo stampo.
È quanto lamentava qualche tempo fa anche il leader di Cardano, secondo il quale in tanti, anzi in troppi tra i bitcoiner con amicizie importanti stavano facendo lobby proprio in tal senso. Che sia la strada migliore da seguire… è una considerazione che dovrete fare personalmente tenendo conto anche della guerra interna al settore (settore che per molti non esiste) su altri fronti, a partire da quello degli stablecoin.