Una cifra da fare spavento anche a grandi gestori del mondo della finanza classica. Parliamo però di Digital Currency Group, conglomerato di investimenti nel mondo cripto e Bitcoin che, tra le altre cose, gestisce anche il più grande fondo Bitcoin al mondo. Il gruppo guidato da Barry Silbert e al centro di diverse controversie nel corso degli ultimi mesi avrebbe riportato perdite nel corso del 2022 per oltre 1,1 miliardi di dollari.
Cifra impressionante che è stata favorita dal bear market che ha colpito tutti gli asset del comparto e che non è stata controbilanciata dalle pur ricche commissioni che il gruppo incassa tramite il Trust Bitcoin gestito da Grayscale, che è una sua controllata.
C’è sempre però una buona notizia: il mercato crypto e Bitcoin non sembrerebbe essere in alcun modo spaventato anche dalle perdite di uno dei gruppi più importanti del comparto. Possiamo investirci con l’innovativa FP Markets – vai qui per ricevere una demo gratuita – piattaforma economica, veloce e multipremiata, regolamentata a livello globale.
Che il 2022 non sia stato un anno di grazia per il mondo di Bitcoin e criptovalute non è un mistero per nessuno dei nostri lettori. Il bear market, che per molti starebbe volgendo finalmente a termine, ha fatto pagare un prezzo altissimo anche ad uno dei gruppi più conosciuti e importanti del comparto.
Digital Currency Group ha infatti registrato perdite per 1,1 miliardi di dollari, segno di un mercato che è stato duro per tutti, anche per chi ha in gestione fondi ricchissimi e che valgono molto in termini di commissioni, come il Trust Bitcoin che frutta un ricco 2% per il gestore, a prescindere da come vada il mercato.
Duro colpo che però non dovrebbe mettere in discussione le possibilità di un gruppo in difficoltà non solo per il bilancio, ma anche per la situazione di Genesis, una delle sue controllate, che starebbe cercando entro maggio di rimettersi in carreggiata anche grazie ad accordi con diversi creditori.
Una situazione da continuare a monitorare e che attraversa l’altro grande tema del momento, ovvero i rapporti tra SEC e mondo cripto, dato che il gruppo starebbe cercando, attraverso una causa che in molti ritengono essere costosa e inutile, di trasformare il proprio Trust in un ETF Spot Bitcoin.
I tempi sono durissimi per tutte le società che sono coinvolte a vario titolo nel mondo crypto e Bitcoin. Se in molti si erano concentrati sui miner Bitcoin o sugli exchange – la situazione economica di Digital Currency Group segnala che è anche altrove che si deve guardare.
Il 2022 passerà alla storia come annus horribilis per tutto il comparto cripto, con perdite che hanno fatto saltare grandi player come 3AC, rinforzando la convinzione in quell’aneddoto spesso raccontato da Warren Buffett, ovvero che quando l’acqua (dei bull market) si ritira, possiamo finalmente vedere chi stava nuotando nudo.
Certo è che se Digital Currency Group dovesse superare questa mareggiata, e se fossero confermate le teorie della fine del bear market già ora, potrebbe tornare a ruggire anche essendosi liberato di rami d’azienda non più così produttivi.
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