Bitcoin è una commodity. Qualcuno dirà chissenefrega, altri più svegli capiranno le implicazioni di una dichiarazione del genere. In particolare quando a farla è Gary Gensler di SEC e in particolare quando si ignora quanto sia successo negli ultimi anni da quelle parti. Ovvero dalle parti del regolatore USA, che pur si esprime sul tema da diversi anni senza che, apparentemente, in molti se ne siano accorti.
È questo il tema principale di cui parlare in relazione a Bitcoin, pure in una fase tanto complicata per il mercato? Assolutamente sì. Anche perché – pure per i più speculativi degli appassionati – saranno queste circostanze a definire almeno una parte del percorso di Bitcoin. Per quanto in molti possano non essere d’accordo. E ne abbiamo parlato anche nell’ultima puntata del Podcast targato Criptovaluta.it.
La buona notizia solita è che Bitcoin si disinteressa pienamente del chiacchiericcio per quanto, nel mondo di noi umani, dovremo pur occuparcene. Per chi guarda solo ai grafici c’è la possibilità di comprare $BTC anche con FP Markets – vai qui per ottenere un conto gratuito di prova – che offre un ambiente squisitamente di mercato per approcciarsi a Bitcoin, anche con trading automatico. Ma c’è anche di più intorno a Bitcoin, del quale proveremo a parlare nel corso di questo speciale.
Bitcoin è una materia prima
La definizione farà storcere il naso ai più, perché credono che nella definizione regolamentare di materia prima possano finire soltanto cose tangibili come il petrolio, l’oro, l’argento e in sintesi tutte quelle che siamo abituati a considerare come materie prime. In Italia, anche in senso finanziario e regolamentare, la questione è di poco conto. In America no, perché essere asset finanziario o materia prima vuol dire finire sotto il controllo di CFTC (storicamente più morbida nelle regolamentazioni) o di SEC, che invece ha fatto della regulation by enforcement la sua cifra distintiva. Partendo da questo contesto, possiamo forse capire meglio cosa abbia detto Gensler, perché, e – cosa più importante – quale sia il suo fine ultimo.
- Bitcoin è una commodity almeno dal 2016
CFTC non ha mai avuto problemi a definire Bitcoin come una materia prima e dunque come parte degli strumenti di sua competenza in termini regolamentari. Basta leggere l’accordo tra CFTC e la controllante di BitFinex. Quindi la sparata di Gensler non è esattamente una novità. E ha quasi certamente dei doppi fini.
- L’interesse diretto di Gary Gensler
La politica americana è anche teatro di contrastro tra diverse agenzie e organi dello stato. Ognuno cerca di accaparrarsi uno spazio più grande da controllare, che da un lato garantisce più potere, dall’altro garantisce più fondi. I più astuti tra i nostri lettori dovrebbero quantomeno avere il sospetto che il parere di Gary Gensler non sia poi così disinteressato.
- Cosa vuol dire dichiarare tutto il resto del comparto una “security”
Non vuol dire soltanto che c’è Bitcoin da una parte e il resto del mondo cripto dall’altra, come piacerebbe ai più naive degli appassionati di $BTC. Vuol dire anche che Gary Gensler, in assoluta assenza di un impianto regolamentare dettagliato, avocherà a sé il potere di bullizzare chiunque non sia Bitcoin. Poco male perché non ci piacciono gli altcoin o shitcoin che dir si voglia? Può darsi, anche se c’è un altro pezzo che vogliamo aggiungere alla pur già accesa diatriba.
- Un regolatore svincolato da tutto se non dal suo capriccio non conviene a nessuno
Anche se a preoccuparci dovesse soltanto il buono stato di salute di Bitcoin, geneticamente superiore al resto del comparto (comparto che per tanti non dovrebbe neanche esistere), non c’è da dormire sonni tranquilli. No, non vuol dire che dobbiamo abbandonare la nave, ma che il capriccio di un supposto regolatore (che poi non scrive lui le regole) non è una base solida sulla quale costruire.
Il capriccio, per sua stessa natura, è volubile. E oggi potrebbe prendersela con i tanto odiati shitcoin, domani potrebbe tornare – forte di aver sgombrato il resto del campo – su Bitcoin. E non magari direttamente attaccando dal lato della divisione tra commodity e security, ma magari puntando alla questione ambientale, oppure spingendo i miner a registrarsi come money transmitter (cosa che qualcuno, particolarmente svitato a nostro avviso, ha già proposto).
Dobbiamo comportarci bene per non far dispiacere Gary Gensler? Niente affatto – ed è vero che Bitcoin ha gli strumenti per resistere anche a questo. Ma occhio a spingere per diventare dei pariah, perché fare mining nelle catacombe per quanto possibile non è forse la soluzione ideale.
La questione non finirà qui
La questione non finirà qui. E l’unica cosa che potrebbe metterci una parola fine almeno per quanto riguarda le esuberanze di Gary Gensler è l’arrivo di una normativa da parte del Congresso. Normativa che sembrerebbe confermare lo status di Bitcoin – almeno per quanto ci è dato sapere ora prima dell’approvazione.
Vuol dire che da queste parti si tifa per regole stringenti? Niente affatto. Vuol dire semplicemente che una società libera non può esistere se nessuno controlla i controllori, vuol dire che la separazione dei poteri, fino a quando questi esisteranno, sarà desiderabile e anzi necessaria per non vivere come dei reietti. Ammesso che ovviamente non ci interessi quest’ultima possibilità.
Attendevo qualcun altro che condividesse questo anche mio pensiero “Troppo Gensler per essere vero” anche se non avendo la palla di vetro non abbiamo intravisto cosa possa davvero passare nella testa di G. a parte la smania di egemonia.
Come punto di partenza per, in seguito, attaccare Bitcoin mmmhh, BTC non è il tipo di avversario a cui puoi lasciare il tempo di bere. Gensler lo lo sa.
Perlomeno posso levarmi la stagnola di testa, i miei dubbi su un supporto massimalismo di Gensler sono condivisi. 🤗
Attendevo qualcun altro che condividesse questo anche mio pensiero “Troppo Gensler per essere vero” anche se non avendo la palla di vetro non abbiamo intravisto cosa possa davvero passare nella testa di G. a parte la smania di egemonia.
Come punto di partenza per, in seguito, attaccare Bitcoin mmmhh, BTC non è il tipo di avversario a cui puoi lasciare il tempo di bere. Gensler lo lo sa.
Perlomeno posso levarmi la stagnola di testa, i miei dubbi su un supposto massimalismo di Gensler sono condivisi. 🤗
Prendo spunto da privacy chronicles per commentare.
Un vero bitcoiner dovrebbe cercare di spendere bitcoin, dovrebbe cercare di costruire intorno a sé un’ economia circolare basata su bitcoin.
Effettivamente, noi occidentali, i fortunati del pianeta, accumuliamo btc nella speranza che un giorno questo divenga moneta di scambio, stiamo lasciando il lavoro sporco alla parte del mondo sfortunata dove spendere btc è un esigenza e non un capriccio.
Non voglio fare il moralista, il saggio o l’illuminato, anzi, scrivo questo commento più per me stesso che per tutti gli altri.
Fare il vero bitcoiner significa prima di tutto andare contro al nostro più primitivo istinto, quello della sopravvivenza, per questo è psicologicamente difficile investire o fare trading, perché si mettono in moto parti primitive e istintive della nostra psiche.
Per noi occidentali è molto difficile intraprendere la strada del vero bitcoiner, perché pur sentendoci liberi in realtà siamo schiavi.
Siamo schiavi della stessa società in cui viviamo e che nutriamo.
La società che ci vuole ricchi, professionalmente arrivati, appagati, sempre al top e privarci dei nostri sudati satoshi per alimentare un nuovo tipo di società va contro i nostri istinti, contro le nostre abitudini, contro gli insegnamenti della stessa società che ci rende schiavi.
Qualche tempo fa ho chiesto all’ azienda per cui lavoro se fosse possibile avere una piccola parte dello stipendio in btc, sorprendentemente la risposta non è stata no a prescindere, ma è stata quella di esporre problemi prima di tutto fiscali per l’ azienda su cui ora non mi dilunghero’ ma anche finanziairi, perché se l’azienda ogni mese mi deve dare il corrispettivo in euro in btc potrebbe costargli di più o di meno, insomma ci potrebbero essere dei problemi e poi ero l’unico a chiederlo.
Ho provato qua e là negli esercizi pubblici a chiedere se potessi pagare in btc, le risposte vanno da, non so cos’è a chiamare il prete per far benedire il locale dopo aver detto btc.
Quindi il risultato qual è?
È che come al solito le grandi rivoluzioni dell’uomo partiranno dagli ultimi, dai dimenticati, da quelli che sognano la nostra schiavitù.
L’imperatore della sec questo lo sa e forse quello su cui bisognerebbe ragionare è questo.
Io almeno lo farò.
se il potere ritenesse questo uno scenario plausibile, avrebbe già mandato i soldati casa per casa a prendere i bitcoiner. basta la dissuasione, crolli qua, fallimenti là, e il comparto sotto del 90%. noi siamo quelli bastonati per educare tutti gli altri.
Se reputi btc una rivoluzione quello che descrivi è inevitabile, non è più il gioco dei nerd o dei ragazzini, la cosa è seria e quel che è agghiacciante è che btc sta togliendo quella velata nebbia della democrazia che nasconde sotto in effetti un mondo dominato dalla dittatura, dall’ oligarchia e noi forse siamo i fortunati o gli sfortunati che riescono a vedere la verità.
Quindi, scegliamo, o si lotta o si molla ognuno ha il diritto di fare la propria scelta……..per ora.