Chainlink entra a far parte del nucleo di servizi che sono già disponibili su BASE, il layer 2 Ethereum che è gestito da Coinbase e che si trova in fase beta almeno per il momento. Un annuncio che pur non avendo prodotto sul breve degli effetti apprezzabili sul mercato, sarà da tenere in considerazione per ogni eventuale movimento o operazione su $LINK nei prossimi giorni.
BASE così si arricchisce già di uno dei servizi più utili e più gettonati nell’enorme ecosistema di Ethereum, servizio che offre fonti di dati del mondo esterno che possono essere utilizzati all’interno di smart contract e servizi decentralizzati.
Un buon momento per il comparto cripto in termini di novità, con Coinbase che continua a strutturare la propria posizione di leader almeno negli USA, anche a livello tecnico. Possiamo investire su questo mercato con eToro – qui trovi il top dei servizi in TEST GRATUITO con un conto demo – intermediario che ci propone $LINK e che è uno dei più solidi e dei più ricchi di funzionalità per chi vuole avvicinarsi a questo mercato. Sempre con eToro possiamo anche fare Trading Automatico con il CopyTrader, sistema che garantisce accesso alla copia dei più bravi.
Di Base abbiamo già parlato su Criptovaluta.it. Si tratta di un layer 2 su Ethereum che è per ora disponibile in versione beta e che è stata una delle grandi novità di questo avvio di 2023. Novità nella novità oggi, dato che è stato annunciato poco fa l’arrivo di Chainlink su questo layer 2, che così si arricchirà dei dati che possono essere offerti da questo ecosistema agli smart contract e alle App decentralizzate.
È stato inoltre annunciato che Base entrerà a far parte del programma Scale di Chainlink, un programma che punta, in modo collegiale, a far fronte alle spese di gestione e operative di Chainlink, anche al fine di abbassarne i costi per gli sviluppatori che vogliono ricorrere a questo tipo di servizi.
Riducendo i costi operativi dei nodi oracoli, Base permetterà di spingere la crescita del suo ecosistema e di diventare un ambiente più attrattivo per costruire App Web3 più sicure e scalabili.
Questo il commento di Niki Ariyasinghe, che è capo della divisione Collaborazioni di Chainlink.
Si tratta di un matrimonio interessante e che conferma come Base stia già iniziando a sviluppare la sua rete e a cercare collaborazioni con i pezzi pregiati dell’ecosistema Ethereum. Passaggi fondamentali se si vuole effettivamente avere chance di confrontarsi con altri layer 2 di successo come Polygon Matic.
Non appena avremo modo di testare il servizio non mancheremo di aggiornarvi sulle possibilità di Base anche come ecosistema per gli sviluppatori. Il mondo dei layer 2 si affolla di partecipanti di un certo livello. Ma questo, per noi utenti, non potrà che essere un vantaggio. La competizione tra chain e progetti non potrà che spingere tutti verso il miglioramento.
Per quanto riguarda Base, continueremo a seguire le evoluzioni di questo ecosistema anche sul nostro canale Telegram ufficiale.
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Non riusciamo più a commentare tutte le notizie relative al Protocollo... siamo alieni, mica computer quantistici cracca-cripto! Quelli sono una pura invenzione.
Più di una decina di diversi programmi, di cui circa la metà svolge il lavoro di execution client (Geth, Nethermind, Erigon, Besu) e metà quello di consensus client (Prysm, Lighthouse, Lodestar, Nimbus, Teku) per essere in grado di ignorare qualunque tipo di bug passeggero ed essere sempre online 24 ore su 24. Una decina di layer2 e sidechain già attive (Optimism, Arbitrum, Polygon, Starknet, Celer, ImmutableX, Metis) e in arrivo (Base) per aumentare la scalabilità e velocità di esecuzione. Una roadmap scritta su pietra con anni di implementazioni già programmate, per aumentare ancora di più sicurezza, scalabilità, velocità ed economicità della mainnet. Migliaia di programmatori in costante comunicazione tra loro: gente capace di far passare la chain da una proof of work ad una proof of stake senza un secondo di down e mezzo bug che sia mezzo. Più di mezzo milione di Validatori sparsi in tutto il mondo. Nessuna censura mai avvenuta: nessuno degli indirizzi censurati dall'Ofac (il braccio armato con cui gli Usa puniscono ciò che non si trova in territorio Usa, cioè l'Office of Foreign Assets Control) si è mai visto negare una singola transazione (attualmente tali indirizzi devono semplicemente aspettare 20 secondi in più rispetto agli altri indirizzi; tale intervallo di tempo è in costante diminuzione, settimana dopo settimana). Ether in circolo in costante diminuzione grazie al meccanismo dei burn automatici (siamo a 40mila ether usciti dalla circolazione dal Merge ad oggi).
Un solo Protocollo: Ethereum.
Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.