Una settimana particolare quella di Bitcoin, che mantiene comunque sopra i 22.000$ nonostante diverse profezie di sventura e nonostante in molti – tra esperti e meno esperti – abbiano intimato agli sciocchi di fuggire. Una relativa solidità, un canale che si è spostato di poco verso il basso e tutta l’intenzione di giocarsela ad armi pari con gli orsi.
Nel mezzo tanti altri interventi a gamba tesa del regolatore sull’intero settore, il riconoscimento di una differenza genetica per $BTC e tanto altro che si sta muovendo a livello globale. Anche il caso Silvergate non sembra essere forte abbastanza da buttare giù il re del mercato, del quale parleremo in questo approfondimento riassuntivo domenicale.
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La banca crypto salta, ma Bitcoin non sembra granché spaventato
Le possibilità che Silvergate – della quale abbiamo già parlato qui – recuperi dalla situazione che è venuta a crearsi sono ormai ridotte al lumicino. Da un lato perché il gruppo stesso ha confermato problemi di liquidità, dall’altro perché tutti i suoi ormai ex-clienti sono fuggiti a gambe levate. Una situazione preoccupante, che aveva fatto temere il peggio anche per Bitcoin, che pur di banche non aveva e non ha affatto bisogno.
A preoccupare chi guarda a questa vicenda con un minimo di raziocinio è anche il fatto che negli USA stia diventando sempre più difficile trovare sponde bancarie se si è exchange e più in generale qualunque tipo di intermediario del settore. Bitcoin ne ha direttamente bisogno? No. Chi vi opera intorno – e in diversi casi è fondamentale per permettere anche ai piccoli di entrare con i loro dollari? Sì.
- Un settore non più a trazione USA?
Sembrerebbe essere quanto vorrebbero anche personaggi legati a progetti diversi, che negli USA stanno avendo problematiche importanti.
Qualche tempo fa lo aveva fatto intendere anche CZ di Binance, che aveva detto tra le righe che qualunque progetto legato al Dollaro USA e agli Stati Uniti portava con se una quantità di liabilities che non tutti sarebbero disposti a valutare.
Difficile però che almeno sul breve periodo ci sia una riorganizzazione geografica dell’intero settore. In primo luogo perché tante grandi aziende stanno cercando di regolare la propria posizione oppure ne hanno già sviluppata una completamente regolare.
In secondo luogo perché Bitcoin e crypto attirano capitali principalmente dalla prima economia del mondo. Staremo a vedere quali sono le conseguenze dell’ennesima stretta al di fuori da ogni tipo di regola. Perché sì, SEC si sta muovendo in piena libertà e senza “mandato”, così come sono al di fuori della legge le pressioni che si stanno esercitando su tutto il settore bancario affinché eviti di offrire sponde a quello Bitcoin e crypto.
Non dimentichiamoci dell’economia
Quanto avvenuto a Silvergate – in larghissima parte per sua colpa – è suggestivo ma non è l’unico problema, se così vogliamo chiamarlo. Ci sarà da guardare – per quanto in molti trovino la questione buffa e pensino di poter risolvere tutto guardando ai grafici – degli appuntamenti di marzo. Il primo, il più importante, è quello con i dati sull’inflazione USA, che dovrebbero dirci di più sulla direzione che prenderanno le politiche monetarie di Washington.
Questo nonostante la correlazione tra asset di rischio e Bitcoin si stia facendo, ormai da qualche giorno, più fiacca. Ma questo sarà oggetto di un approfondimento a mercati aperti che vi promettiamo per la prossima settimana.