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Attenzione: FUD su Binance | Crypto complotti e contatti con Gensler

Il The Wall Street Journal lancia uno scoop che scoop non è. Ancora campagne politiche contro Binance.
2 anni fa
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NOTA: Spesso The Wall Street Journal si è dimostrato non affidabile o comunque poco trasparente nelle notizie riportate nello spazio cripto.

Secondo l’importante giornale americano non solo ci sarebbero legami chiari tra Binance e Binance.US, che almeno sulla carta sarebbe completamente indipendente, ma ci sarebbero stati anche contatti tra l’exchange e Gary Gensler, prima che questo passasse a SEC.

Motivo del contatto? La possibilità che fosse assunto come consigliere, probabilmente proprio in relazione a questioni regolamentari, dato che l’exchange stava cercando di muoversi negli USA in modo da rispettare le regole locali ed evitare problemi futuri.

Una notizia che per il WSJ sarebbe esplosiva ma che in realtà contiene poco per danneggiare la reputazione di Binance, per quanto l’exchange sia sicuramente sotto scrutinio (almeno politico) negli USA. Non ci sono stati effetti considerevoli sul mercato in seguito alla diffusione di questa “notizia” e possiamo continuare ad operare anche su $BNB anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito – intermediario che ci permette di investire su 78+ asset del mondo cripto utilizzando strumenti avanzati e unici. Abbiamo anche gli Smart Portfolios per fare investimenti in paniere gestito senza commissioni aggiuntive.

Binance, Binance.US e Gary Gensler

Che ci sia una lotta politica di alto livello che riguarda Binance non dovrebbe essere ormai un mistero per nessuno. L’exchange guidato da CZ non ha mai goduto di grandi amicizie e simpatie negli USA e almeno una parte del Congresso da tempo vuole vederci chiaro nelle operazioni del primo borsino cripto a livello mondiale per volumi.

Preoccupato dalla possibilità di essere oggetto di indagini e di azioni del regolatore, Binance ha creato un piano per neutralizzare le autorità USA, secondo messaggi scambiati tra il 2018 e il 2020 e che sono stati verificati dal The Wall Street Journal e anche in accordo con interviste con ex-dipendenti.

Il linguaggio utilizzato sgombra subito il campo da un dubbio: non c’è alcuna intenzione di essere neutrali e di riportare semplicemente una notizia. Il piano, chiaro ed evidente per tutti, di Binance di diventare completamente compliant con le leggi locali USA diventa “neutralizzare le autorità USA”. Un po’ come dire che fermandovi al semaforo rosso state cercando di “neutralizzare” la polizia. Ma passiamo alla ciccia dell’articolo pubblicato dal The Wall Street Journal.

I legami tra l’entità internazionale di Binance e quella negli USA sarebbero stati importanti, con il codice della piattaforma mantenuto dalla prima e ceduto alla seconda. Poco conta che ci fossero dei normalissimi accordi di licenza tra le due aziende, almeno per il WSJ.

Ma quale punto vuole cercare di dimostrare The Wall Street Journal? Che siccome alcuni degli sviluppatori della piattaforma operavano (ai tempi) da Shanghai e avevano contratti con Binance, allora tutte le operazioni dell’exchange ricadrebbero sotto la possibilità di controllo da parte delle autorità USA. Un salto logico e legale forse buono per chi non ha studiato troppo la situazione e che si chiuderà, come tanto del FUD del The Wall Street Journal, con un nulla di fatto e con qualche polemica a supporto – quello sì che sarebbe un collegamento da indagare – delle ultime mattane politiche che agitano una certa parte del Congresso USA.

Un polpettone di accuse senza filo logico

Spiace essere così duri di fronte alle accuse di un giornale comunque con una certa reputazione, ma basta arrivare al termine dell’articolo per rendersi conto di come ci sia poca voglia di informare e tanta di spaventare.

Oltre all’evento che dimostrerebbe il collegamento tra la divisione USA e gli sviluppatori a Shanghai (so what?) si ricorda che SEC sta indagando su Binance – cosa che sanno anche i muri ormai e che è stata confermata anche dai dirigenti di Binance.US, che hanno addirittura confermato mancanze in passato e la disponibilità a pagare delle multe. Non esattamente un super segreto che ci viene rivelato dal giornalismo d’inchiesta.

Si chiude poi con il ricordare che dei senatori USA – indovinate chi? Sì, proprio lei, Elizabeth Warren – avrebbero chiesto a Binance maggiore chiarezza riguardo le sue operazioni. Anche questa una mossa politica che poco ha a che fare con novità che sarebbero emerse dall’analisi del modus operandi dell’exchange.

Il caso Gary Gensler

Sempre secondo quanto riportato dal WSJ, ci sarebbero stati contatti in passato tra Gary Gensler e Binance, con l’exchange che avrebbe cercato di portarlo dalla sua parte assumendolo, quando questi era ancora in orbita CFTC. Qualcosa che appare, raccontato nei toni del giornale, come losco e inusuale.

Ma basterebbe guardare alla provenienza di tanti quadri di JPM, Goldman Sachs e di altre grandi banche d’affari per rendersi conto del fatto che le porte girevoli tra pubblico e privato non sono esattamente qualcosa che Binance ha provato a inventare.

Per la cronaca la risposta di Gensler fu negativa, ma dalle chat interne emerge che si sarebbe comunque dimostrato disponibile anche a dare indicazioni sul come muoversi negli USA per rispettare la legge. Un rispetto della legge che al Wall Street Journal suona come “cercare di aggirare il law enforcement”. Cosa assurda, perché sarebbe davvero come accusarvi di aver cercato di evitare la legge semplicemente perché non avete commesso un omicidio.

Al che, prima di salutarci, diventa obbligatorio chiedersi cosa debbano fare gli exchange per evitare di essere bersaglio di certa stampa. Se anche aprire una società che rispetti da capo a piedi tutte le leggi in vigore negli USA non va bene, esattamente come ci si dovrebbe muovere?

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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