La storia si fa parecchio intricata. Sulle pagine di Criptovaluta.it abbiamo seguito quasi giorno per giorno quello che stava avvenendo dalle parti di Grayscale, il gestore del più importante fondo privato che investe direttamente in Bitcoin.
La storia si era già arricchita di interessanti particolari con l’intervento, a gamba tesa, di Valkyrie. E oggi aggiungerà un altro episodio alla telenovela di Grayscale, del trust Bitcoin e anche di… SEC.
Una lotta che però non sembra scalfire la solidità di Bitcoin. Possiamo investirci anche con eToro – qui trovi un conto gratuito di prova con premoum service – con il quale poter testare le tue strategie di trading e anche le funzionalità che sono offerte da questo broker. Con 100$ possiamo passare al conto reale di trading.
Oggi inizia la causa tra Grayscale e SEC: al centro il fondo Bitcoin
Ancora SEC, che è l’autentica prezzemolina di queste ultime settimane nel mondo di Bitcoin e delle criptovalute. Questa volta però non si tratta dell’attacco ad un’acquisizione oppure a qualche progetto cripto. Questa volta è SEC a doversi difendere, per una vecchia questione che riguarda direttamente il più importante fondo di investimento in Bitcoin, che ha oltre 630.000 coin in portafoglio.
Cos’è successo? Sarà necessario un breve riassunto. Grayscale opera un fondo privato che investe direttamente in Bitcoin. Questo fondo viene scambiato al 42% in meno circa del controvalore dei Bitcoin in portafoglio, perché con il tempo si è fatto meno appetibile, complice anche il fatto che le quote non possono essere scambiate per la controparte in $BTC.
La soluzione proposta da Grayscale è la conversione del fondo privato in un ETF scambiato sui mercati regolamentati, cosa che almeno ad avviso di Grayscale contribuirebbe a riavvicinare il valore delle quote a quello del monte Bitcoin detenuto.
SEC però non è dello stesso avviso: non ne vuole sapere di approvare un ETF spot, ovvero un ETF che abbia in portafoglio dei Bitcoin reali e ha per questo rigettato la domanda di conversione da parte di Grayscale.
Grayscale ha risposto portando in tribunale SEC, una mossa che per qualcuno è il segnale che dovrebbe portare tutti gli interessati a scatenare l’inferno. Cosa che però non si è verificata, perché gli attacchi da parte di investitori nel fondo di Grayscale e di altri potenziali interessati si sono in realtà moltiplicati.
Non tutti sono d’accordo con Grayscale
Ci sono diverse organizzazioni che raccolgono gli investitori in Grayscale che hanno cominciato a mormorare. Altri invece si sono direttamente organizzati. Valkyrie ha lanciato il sito FREEMYBITCOIN, dove invita tutti a prendere parte ad una battaglia per la liberazione del fondo.
Si è aggiunta ieri, anche se sembrerà un po’ il colmo, anche FTX tramite i suoi curatori fallimentari. Vuole anch’essa che si faccia qualcosa per rendere il fondo convertibile in Bitcoin e per tagliare le esose commissioni che Grayscale incassa per una gestione che è a tutti gli effetti passiva.
Le pressioni aumentano e aumenteranno perché in molti ritengono, tra le altre cose, che la causa a SEC sia un errore: costosa, dall’esito incerto(e probabilmente sfavorevole a Grayscale) e un modo per buttare la palla in tribuna per quanto riguarda le richieste della clientela.
Staremo a vedere come evolverà la situazione, che si fa particolarmente intricata e tesa: dopotutto sul tavolo ci sono più di 630.000 Bitcoin. Ne sapremo di più oggi, dato che è fissata la prima udienza della causa che vedrà contrapposti SEC e… Grayscale.