AGGIORNAMENTO 23:15: FEDERAL RESERVE ANNUNCIA COPERTURA AL 100% DEI DEPOSITI PRESSO SILICON VALLEY BANK. GARANTITA ANCHE COPERTURA 100% PER DEPOSITI PRESSO SIGNATURE, CHE È STATA CHIUSA DALLE AUTORITÀ DI NEW YORK.
AGGIORNAMENTO ORE 20:00: Secondo The Washington Post in caso di mancata vendita a terzi, le autorità federali starebbero discutendo la copertura dei depositi della banca
AGGIORNAMENTO ORE 17:15: Sarebbe in corso asta per acquisizione SILICON VALLEY BANK [BLOOMBERG]
AGGIORNAMENTO: Il governo degli Stati Uniti d’America ha categoricamente escluso possibilità di salvataggio federale per Silicon Valley Bank.
Bitcoin e crypto in leggero recupero dopo una settimana da incubo, a causa del fallimento di Silvergate prima e di Silicon Valley Bank dopo. Con una buona parte della situazione ancora in ballo, la domenica sembra essere però il giorno per valutare con minori turbolenze e minori isterismi quanto sta effettivamente accadendo.
Anche USDC sembra essere in fase di recupero, per quanto la vera prova del nove si aprirà da domani, quando le banche torneranno ad essere aperte e quando con ogni probabilità partiranno una serie di prelievi da questo tipo di servizi. C’è molto altro però che accadrà questa settimana, a partire dall’inflazione, motivo per il quale è giusto prendersi del tempo per ragionare sul da farsi e su cosa potrebbe accadere.
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Una settimana che sarà al cardiopalma. Nonostante chi investe in Bitcoin e crypto dovrebbe averci fatto il callo e dovrebbe ormai avere coronarie ben allenate, la prossima settimana non sarà per i cuori deboli.
La questione USDC continua a generare tensioni, per quanto la società che gestisce lo stablecoin sia corsa a rassicurare gli animi, dichiarandosi pronta anche a coprire di tasca propria eventuali ammanchi derivanti dal caso Silicon Valley Bank.
Prima di passare ad altre questioni – che sono tra le altre cose più pressanti – è bene fare il punto sul caso USDC. La vera prova del nove per la tenuta del sistema sarà probabilmente domani, quando il gruppo sarà costretto ad accettare richieste di redeem da parte degli utenti di certe sostanze economiche, non avendo più possibilità di dire che le banche sono chiuse e che i prelievi riprenderanno tra 48 ore. Questione sicuramente vera, quella avanzata da Circle, ma che verrà testata ulteriormente già domani.
C’è motivo di preoccupazione? In realtà le preoccupazioni arrivano da altrove: il dubbio è che quanto avvenuto da Silicon Valley Bank abbia potenzialità di contagio per il resto del settore bancario USA. Il silenzio da parte del Governo Federale non sta contribuendo alla tranquillità degli investitori. Ma di domenica poco di più si potrà sapere.
Se non bastasse la tensione che arriva dalle banche USA, martedì avremo anche i dati sull’inflazione USA. Dati che saranno fondamentali anche per capire come si muoverà Federal Reserve riguardo i prossimi rialzi dei tassi di interesse.
La questione è particolarmente confusa e meriterà ulteriori approfondimenti, interessanti anche per chi investe in un mondo che è nato in contrapposizione a quello delle banche centrali.
Basta guardare alle aspettative di mercato sui prossimi rialzi dei tassi per capire che l’isteria domina ormai a qualunque livello le operazioni di questi giorni. Si è passati dal ritenere impossibile un rialzo di 50 punti base per il prossimo appuntamento del FOMC a ritenere i 50 più che probabili.
Il crack di Silicon Valley Bank aveva riportato poi di nuovo in auge i 25 punti base, salvo poi far assistere ad un ulteriore sterzata a favore dei 50. Nessuno ha alcuna idea di quanto accadrà e i ragionamenti che circolano in queste ore sono piuttosto confusi.
È il wishful thinking di chi sogna un ritorno a tassi di interesse più bassi. Si crede, probabilmente a torto, che quanto avvenuto a Silicon Valley Bank abbia spaventato a sufficienza Jerome Powell di Federal Reserve. E che dunque i rialzi saranno in futuro più contenuti proprio perché finalmente si è rotto qualcosa.
Possibile? Sì. Ma si deve anche tenere conto dell’esistenza di un’inflazione che può causare, sul breve e medio periodo, già danni importanti all’economia. Powell si troverà a scegliere tra due mali, senza che lo spauracchio Silicon Valley Bank sia necessariamente il peggiore.
Questa è la possibilità che appare, almeno per il momento, più intelligente. Jerome Powell lo ha spiegato a chiare lettere qualche giorno fa (innescando una delle tante discese del mercato) e almeno per il momento non ci sono aggiornamenti su questa vicenda. E quindi dobbiamo prendere per buone le sue ultime parole.
Che tipo di dati? Quelli sull’inflazione, dato che quelli sul mercato del lavoro di qualche giorno fa non ci hanno detto granché.
Noi chiaramente continueremo a seguire minuto per minuto le evoluzioni di una settimana al cardiopalma e che promette fuoco e fiamme. Se vuoi rimanere aggiornato in modo più tempestivo, sul nostro canale Telegram ufficiale ti offriamo Breaking news e anche segnali di trading. Canale 100% gratis!
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Questi umani... ad osservare il comportamento di BTC ed ETH di oggi sembrerebbe quasi che qualcuno abbia deciso di "non tenere in banca più di quanto sei disposto a perdere" [cit] e stia iniziando a guardare alle cripto sotto un'ottica diversa.
Del tipo: forse le banche non sono così solide e forse le cripto non sono così Ponzi.
Ma ci sbaglieremo noi, di sicuro!
Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2