E se lo dicono loro, c’è sicuramente da fidarsi. La polemica è quella che abbiamo seguito negli scorsi giorni sulle pagine di Criptovaluta.it e riguarda la chiusura forzosa di Signature Bank, una delle poche banche aperte agli affari con gli intermediari cripto negli USA. Banca la cui chiusura è stata contestata da molti – non era ancora insolvente – e anche dal board, che ha indicato nella ritorsione contro il mondo cripto da parte del governo federale la ragione più probabile per azioni di quel tipo.
Arriva però NYDFS, che è l’agenzia statale di New York che si occupa di controllare il mondo dell’intermediazione finanziaria, che giura – e perché non dovremmo credergli – che dietro la chiusura di Signature Bank non c’è alcuna ritorsione e che la fornitura di servizi al mondo cripto c’entra poco o nulla.
Nel frattempo, per quanto si agitino certe agenzie, si può continuare a comprare Bitcoin e crypto o a investire su questo mondo, in entrambi i versi, sia al rialzo che al ribasso. Possiamo farlo con FP Markets – vai qui per ottenere il tuo CONTO DI PROVA GRATIS – per un intermediario che ci permette di investire su decine di cripto sia long che short, ovvero puntando ad eventuali ribassi. E abbiamo anche il Social Trading se vogliamo copiare i più bravi.
E prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Questo racconta la storia che dovrebbero conoscere tanto i credenti che i non credenti. Ma non è tempo di parlare di vangeli ma di quanto sta accadendo a New York e più in generale negli Stati Uniti, dove la caccia alle streghe crypto non sembra incontrare soluzione di continuità. Che succede? Semplice: qualche giorno fa, nel mezzo della più grande crisi bancaria dal 2008, le autorità di New York hanno chiuso forzosamente Signature Bank, banca che era tra le poche ancora ad offrire pieno accesso ai servizi bancari a diversi intermediari cripto.
Una scelta giustificata non si è capito da cosa, dato che in molti tra analisi (e regolatori) si sono mostrati sorpresi per questa mossa delle autorità che vigilano sui mercati finanziari e sul settore bancario. In molti, noi compresi, abbiamo sospettato che la vicinanza al mondo crypto e Bitcoin abbia giocato un ruolo fondamentale nella decisione, cosa che però è stata rispedita al mittente dalle stesse autorità che hanno effettuato la chiusura e il takeover da parte dello Stato di New York.
Non sono dello stesso avviso tutti o quasi i soggetti coinvolti – e per quanto la situazione di Signature era certamente degna di qualche attenzione, curioso che sia stata chiusa mentre si decidevano manovre emergenziali che avrebbero dovuto tenere a galla tutto il settore.
Che si tratti di coordinazione oppure di puro caso – è qualcosa che lasceremo ai liberi intendimenti dei nostri lettori. Sta di fatto che quando si ritiene che le emergenze possano farci dimenticare della trasparenza necessaria con la quale dovrebbero operare in primis i regolatori, i risultati sono poi questi. E con questi risultati intendiamo polemiche, aumento della sfiducia verso il ruolo di chi dovrebbe aiutare il mercato a rimanere in piedi e tutto il codazzo di cause e contro-cause legali che ci aspettano su questo tema.
Ne abbiamo parlato ieri, indicando negli exchange e nel loro comportamento talvolta poco trasparente uno dei motivi del deterioramento di questi rapporti. Certo, non è soltanto colpa loro, ma prima di poter accusare solo il regolatore di aver dato il via a questa guerra, sarà giusto farsi un esame di coscienza.
Staremo a vedere come evolverà la situazione: in realtà in diversi fanno notare che per chi ha un certo grado di trasparenza sono ancora aperte le porte di diverse grandi banche. Sarà vero? Non sarà vero? È una guerra persa in partenza? Ne sapremo presto di più, anche perché exchange come Kraken stanno preparando la loro banca.
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