A tutti piacciono i soldi gratis, figuratevi ai mercati. La recente ondata di denaro, liquidità, garanzie per il sistema bancario doveva pur spingere al rialzo l’appetito per il rischio – e con questo, come sempre, l’appetito dei mercati per Bitcoin. Siamo andati a letto con i 25.000$ che sembravano tenere a fatica e, nel cuore della notte, la sessione asiatica ci ha regalato i 26.000$.
Livello di prezzo difficile o meno da tenere, non è questo il punto per adesso, ma capire in che tipo di contesto si stanno muovendo i mercati e, al tempo stesso, prepararsi per le prossime settimane, che saranno interessanti anche dal punto di vista… accademico.
Chi vuole investire in un mercato che non le manda a dire in termini di possibili spunti dovrà farlo però con un intermediario sicuro. Per il breve e per il lungo periodo FP Markets – vai qui per ottenere un conto gratuito di PROVA – offre un ambiente non solo sicuro, ma ricco di servizi e di strumenti. C’è il Social Trading per fare trading copiando gli altri – oppure MetaTrader 4 e MetaTrader 5, piattaforme di livello professionale per analisi tecnica e per impostare ordini.
Le banche centrali rompono il metronomo
Una sessione asiatica come non se ne vedevano da tempo. Bitcoin non appena suonano le campanelle dei principali scambi in Lontano Oriente mette il turbo, segno che una vagonata di soldi gratis per banche e istituti in sofferenza non ha potuto che avere una conseguenza: un (momentaneo?) ritorno dell’appetito per il rischio. O per dirla in altre parole: se i soldi sono gratis, perché non tentare le scommesse più rischiose?
Su questo tema, che in molti riterranno inesistente in quanto alfieri delle banche centrali e della regolarità di questi movimenti, torneremo anche nei prossimi giorni, per ora focalizziamoci su quello che sta accadendo nel mondo cripto, Bitcoin e più in generale sui mercati, facendo anche un breve riassunto sugli appuntamenti più importanti che ci aspettano nei prossimi giorni.
- Tassi di interesse: interessano ancora a qualcuno?
Perdonateci il gioco di parole, ma quello dei tassi di interesse sembra essere ormai più un giochino di rappresentanza che altro. ECB ieri li ha alzati di 50 punti base, dicendo che era più una questione di credibilità per la Banca Centrale che altro, come se i tassi, d’altronde, non fossero il metronomo di ogni economia complessa e articolata.
La prossima settimana sarà il turno di Federal Reserve, con gli unici pareri senzienti che leggiamo in giro che ci dicono che… si dovranno pur alzare di un tantino, altrimenti che figura ci farebbero quelli di Washington. Ma perché improvvisamente i tassi di interesse interessano meno un po’ tutti? Semplice: perché quello che esce dalla porta principale, sta rientrando dalla porta sul retro. Il grafico che alleghiamo è l’andamento del balance sheet di Federal Reserve. E cioè dei titoli che ha in portafoglio. (se non sai cosa vuol dire qui trovi la nostra guida alle Politiche Monetarie.
- Se non c’è rischio di fallimento, non c’è motivo per non prendersi rischi
Questa è un’altra delle poche considerazioni interessanti che stanno circolando tra gli analisti. Se, almeno negli USA, le banche possono ad un piccolo costo, piccolissimo e inferiore a quello di mercato, coprirsi grazie alle linee aperte da Federal Reserve, esattamente che tipo di incentivi permangono affinché le banche si comportino con la prudenza necessaria? La risposta è nel vento, diceva una vecchia canzone.
- Chi ha tanti soldi vive come un pascià
Sempre in tema di vecchie, vecchissime canzoni, segnaliamo che nel corso dell’ultimo weekend le banche USA hanno preso in prestito quasi 170 miliardi da Federal Reserve, cifra record. Anche qui qualcuno si ricorderà del consiglio di qualche vecchio capitalista, che definiva la vera ricchezza con la quantità di credito che sono disposti a aprirti, non con i soldi che avete in tasca. E il credito per le banche, con un tocco magico di click, si è moltiplicato.
Bitcoin è una risposta a questa follia, ma per il momento la cavalca
Una moneta con una politica monetaria definita e prevedibile, che non sia nelle mani dei 12 del FOMC e che non possa essere utilizzata o stampata per scopi politici? Ce l’abbiamo già, si chiama Bitcoin e da questa tornata di spese pazze ne uscirà più forte di prima.
Per il momento però si comporta come un asset di rischio puro e banchetta anche lui mentre il metronomo dei tassi di interesse, ultimo baluardo di una certa serietà delle banche centrali, non batte più il tempo. Euforia, certo, perché rivedere Bitcoin sopra i 26.000$ è sicuramente fonte di gioia per chi è entrato al bottom. Ma al tempo stesso qualche preoccupazione. Perché quando tutti gli orologi sono rotti, ricordarsi di che ore sono è difficilissimo.