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Senatrice pro crypto e Bitcoin all’attacco | “Imprese fuggono!”

La senatrice Lummis non ci sta: l'aver ritardato le normative sul mondo crypto e Bitcoin starebbe facendo scappare aziende del settore verso altri paesi.
2 anni fa
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Chi dava per persa la battaglia negli USA non ha seguito da vicino le evoluzioni al Senato e al Congresso, dove la dottrina Gensler è tutto fuorché legge. E tra gli oppositori più decisi all’arbitrio di SEC – anche se con qualche distinguo – c’è anche la Senatrice del Wyoming Cynthia Lummis, che gli appassionati di Bitcoin dovrebbero ormai conoscere bene.

Bitcoiner già dal 2013, è anche una delle firme principali sul primo tentativo di normare l’industria crypto bipartisan e cioè con ampio supporto sia da parte repubblicana, alla quale la senatrice appartiene, che da parte democratica. Una legge che per molti sarebbe il primo e probabilmente sufficiente argine per lo strapotere di Gary Gensler. Torna sul tema ancora una volta la senatrice, che indica la fuga delle aziende crypto dagli USA come prima conseguenza dell’incresciosa situazione che è venuta a crearsi.

Cresce il fronte pro crypto e Bitcoin

Gary Gensler non ha molti amici rimasti – e benché possa ancora dominare il settore a suon di cause intentate qui e lì, probabilmente si vedrà recapitare relativamente a breve una legge onnicomprensiva, che limiterà anche i poteri dell’agenzia che presiede.

Ad aprile arriva un’altra proposta

Ultima in ordine temporale a lamentarsi della situazione che si è venuta creando è la senatrice Cynthia Lummis, da tempo tra le fila degli amanti di Bitcoin e firma anche della prima legge che tenta di organizzare il settore in modo più chiaro – e soprattutto che potrebbe metterlo al riparo dagli interventi di SEC in assenza di normative chiare. Senatrice che è tornata a battere il ferro della necessità di una legge chiara e che sia approvata nel più breve tempo possibile.

Il fallimento degli Stati Uniti nell’implementazione di policy sta spingendo l’industria verso altri paesi.

Il riferimento è ai ritardi per l’approvazione della legge da essa stessa presentata, che dovrebbe essere tra le cose riveduta, corretta e ripresentata, già in aprile, sempre insieme al Senatore Gillibrand. Un punto di svolta che dovrebbe trovare buoni appoggi, in particolare in area repubblicana, dove continua a montare un sentimento di insofferenza importante nei confronti delle ultime uscite di SEC.

Sentimento che, tra le altre cose, è stato efficacemente riassunto in una seduta della commissione senato sugli asset digitali – un’audizione dove sono spiccati come pareri fortemente anti-SEC quelli di Tom Emmer, altro politico di alto profilo negli USA a non avere alcun tipo di tolleranza verso i recenti comportamenti dell’agenzia.

A sorpresa si schiera anche Ron DeSantis

Come abbiamo detto in apertura il fronte si sta allargando notevolmente e ora potrebbe includere anche il Governatore della Florida Ron DeSantis, che mentre cerca consensi per diventare candidato alle primarie repubblicane per la Casa Bianca, si schiera contro le CBDC pubblicamente.

Il fronte anti-controllo monetario centralizzato cresce anche negli USA, dove sembrava che l’egemonia di Gary Gensler avrebbe dominato in lungo e largo lo scenario. Tutto questo in attesa di aprile, quando dovremo vedere una nuova proposta di legge, che farà finalmente chiarezza sulle attribuzioni delle diverse agenzie e su quanto si sarà liberi di fare in quella piazza.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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