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FUJITSU ANALISI

Fujitsu su Bitcoin e crypto | Arriva il filing per i servizi…

I colossi giapponesi hanno da sempre, l’abitudine, di interessarsi commercialmente di un po’ di tutto – e più nello specifico di tutto ciò su cui riescono a mettere le mani. Non stupirà molti – fatta questa doverosa premessa – l’interesse di Fujitsu per il mondo cripto e Bitcoin, interesse messo nero su bianco in una recente richiesta ottenimento di marchio registrato che si occuperà appunto di cripto, NFT e a quanto pare anche Bitcoin.

Un filing che risale alla scorsa settimana e che racconta un’altra parte di storia: molte grandi aziende non hanno smesso di progettare, di aprirsi al mondo cripto e Bitcoin e a pensare servizi in questo spazio, nonostante un bear market molto punitivo per tutto il comparto.

Chi si aspettava la ritirata delle grandi aziende dovrà necessariamente riconsiderare la propria posizione, dato che nel mondo degli scambi e dei servizi finanziari tramite cripto potrebbe arrivare presto anche un gigante dell’economia tradizionale come Fujitsu.

Fujitsu registra marchi relativi a cripto e dintorni

A far trapelare le intenzioni di Fujitsu è un recente filing presso l’ufficio Marchi Registrati e brevetti dello scorso 16 marzo, nel quale si legge all’oggetto:

Accettazione di depositi, emissione di bond, investimenti, prestiti […] gestione finanziaria si asset cripto.

All’interno di un oggetto molto più lungo e complesso e che riguarda tutti i servizi finanziari che oggi sono offerti da un intermediario classico di tipo bancario. Non è chiaro ancora, da un filing di questo tip, quali siano gli effettivi interessi del gigante giapponese per quanto riguarda le criptovalute e Bitcoin, ma si parla comunque della possibilità di accettarli, custodirli e anche di offrire servizi di scambio in questo particolare spazio dell’economia.

Fujitsu si interessa al mercato cripto. Al via filing per offerta servizi compravendita e di investimento su crypto e Bitcoin.
Un filing rivelatore, ma non troppo

Un filing che lascerà molti dei nostri lettori a bocca aperta e che ci ricorda come in realtà, nonostante qualche defezione ingigantita dai giornali, in realtà in molte tra le grandi e grandissime aziende stiano ancora esplorando le possibilità relative a questo mercato.

In Giappone la ritirata degli americani

Chissà se a ingolosire Fujitsu non ci sia stata anche la particolare situazione che si è venuta a creare, negli ultimi mesi, in Giappone. FTX per ovvi motivi non vi opera più e in seguito alla crisi hanno dovuto rivedere i propri piani nel paese del Sol Levante anche Coinbase e Kraken, che hanno deciso di avviare una politica di tagli per le divisioni meno redditizie del loro business internazionale.

Ritirata americana che avrebbe potuto lasciare spazi importanti ad operatori nazionali che ancora non si erano avvicinati al mondo cripto – e che potrebbero decidere di costruire, come nel caso di Fujitsu, nuovi rami di business approfittando della calma imposta dal bear market.

Il tutto in un paese, il Giappone, da sempre relativamente aperto al mondo degli investimenti cripto seppur con regole piuttosto stringenti, sia sulla quotazione di determinati asset sia sulla separazione di questi dal patrimonio degli intermediari.

Regole che però, ricorderà qualcuno, stanno funzionando bene – cosa che ha permesso ai clienti giapponesi di FTX di essere ristorati prima e meglio delle loro controparti europee e americane.

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