Sono state rese note le motivazioni che hanno portato Fed a rifiutare la domanda di accesso al circuito bancario federale di Custodia, nascente banca per le necessità delle società cripto.
Un lungo documento, il più lungo di sempre di questo tipo, nel quale Federal Reserve boccia Custodia su tutti i fronti, dal management alla gestione del rischio, passando per il modello di business, che farebbe troppo affidamento sulla buona salute del mondo cripto.
Un documento interessante e che abbiamo letto per voi anche per capire che aria tira dalle parti di Washington quando si parla di potenziali banche cripto.
Non sarà Custodia ad essere la prima del suo genere, dato che dopo un rifiuto così categorico (e dettagliatamente motivato, cosa che vedremo dopo) sarà difficile vedere la banca vincere in tribunale o vedersi approvata la prossima eventuale richiesta.
Non abbiamo altro modo per definire quanto abbiamo letto: ottantasei pagine che motivano – talvolta in modo ripetitivo – il rifiuto alla richiesta di Custodia di essere integrata nel circuito bancario federale.
L’idea che emerge, da parte di Federal Reserve, è che Custodia si stia avventurando in un settore per sua natura rischioso e volatile, con diversi player del settore che sono altamente collegati e che dunque aumentano il rischio di contagio nel caso in cui uno di questi dovesse avere dei problemi. A sostegno di questa tesi Fed cita il caso di Terra Luna, che a catena ha innescato problemi per Three Arrows, BlockFi e tutte le altre società fallite nel corso degli ultimi mesi.
Altro problema individuato da Federal Reserve: la concentrazione su un unico settore viene ritenuta (ed è stata ritenuta già in passato) fonte di rischio. E questo viene contestato anche a Custodia, che secondo il business plan vorrebbe concentrare l’offerta di servizi a operatori del settore cripto e verso istituzionali interessati al settore.
Con le due premesse di cui sopra Federal Reserve afferma di partire da un contesto, quello immaginato da Custodia, che richiederebbe una capacità di gestione del rischio straordinaria, essendo straordinari i rischi che una banca di questo tipo si troverebbe ad affrontare.
E in Custodia, dice Fed, non sembrano essere presenti né procedure in grado di far fronte a questi rischi, né tanto meno persone nel management che abbiano un curriculum che faccia pensare alla capacità di gestire tali rischi.
Custodia non offrirà servizi bancari classici, come prestiti e mutui. E questo per Federal Reserve rende il piano economicamente poco profittevole, tenendo conto che molte delle attività che Custodia indica come profittevoli sarebbero, sempre secondo quanto racconta Fed, ancora in via di sviluppo.
Federal Reserve ha in realtà articolato la questione rischio su più fronti. Il primo è quello della volatilità del settore cripto, per quanto in realtà Custodia punti ad avere almeno il 108% di quanto i clienti offrono in deposito.
Oltre al rischio di concentrazione, per Federal Reserve esistono anche rischi legati alla capacità di Custodia di rispettare le normative anti-riciclaggio e KYC, in particolare in relazione a Avit, che è forse quanto di più interessante la banca cripto vorrebbe mettere in piede.
C’è chi continua a ripetere che si avrà una situazione migliore per gli stablecoin quando questi saranno emessi da banche del circuito di Federal Reserve, dato che sarebbero a quel punto garantiti e controllati. Sorpresa: è qualcosa che non avverrà, almeno per i prossimi anni.
Nel lungo documento di rigetto della domanda di Custodia, Federal Reserve ha ampiamente motivato questa sua posizione:
Custodia ha proposto un modello di stablecoin emesso (o mintato, se preferite) su richiesta di soggetti correttamente identificati e solo per volumi importanti. All’emissione e alla redemption (e cioè quando si vorranno convertire tali Avit in dollari) tramite Custodia, non ci sarebbero pertanto problemi, perché i clienti sarebbero identificati e la transazione registrata in modo che Fed possa verificarla in futuro.
Il problema andrebbe a crearsi sul mercato secondario. Per stessa ammissione di Custodia, trattandosi di token emesso su Ethereum e Liquid, la banca stessa non avrebbe alcun tipo di possibilità di verificare gli utenti che andrebbero ad utilizzarlo.
Federal Reserve ha reso ampiamente chiara la sua posizione su questo punto. Gli stablecoin possono offrire trasferimenti rapidi, economici, attraverso i confini e senza che sia facile verificare chi si stia scambiando denaro. Esattamente il contrario di quanto avviene con i conti bancari classici o con il futuro dollaro digitale.
E con ogni probabilità, lascia intendere sempre Federal Reserve, anche in caso di accettazione delle future domande di Custodia, le sarebbe comunque proibita questa attività specifica.
Con una stroncatura di questo tipo, che riguarda ogni aspetto della richiesta di adesione, è oggettivamente difficile pensare che ad una nuova richiesta Federal Reserve possa rispondere diversamente.
Certo è che il cappio bancario intorno al mondo cripto, almeno negli USA, continua a stringersi. La palla ora passerà a Kraken, che dovrebbe essere già a buon punto nel cammino di approvazione per le sue attività bancarie. Chissà se riuscirà a convincere Federal Reserve.
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un giorno la sec, un giorno joe bideT, un giorno la fed, un giorno la national security, un giorno qualche politicante frustrato. poverini, mi fanno quasi pena da quanto se la stanno facendo sotto... peccato (no, peccato un corno) per loro che alla fine ad uscirne con le ossa rotte saranno proprio questi terroristi........