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Bitcoin e crypto al G7 | La riunione vuole “regole”

Cripto e Bitcoin saranno tra i dossier del prossimo G7. Ma decidere qualcosa sarà impossibile.
2 anni fa
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Chissà se questa volta ce la faranno. La prossima riunione del G7, che include anche il nostro Paese, potrebbe e dovrebbe proporre durante la sua prossima riunione di maggio una regolamentazione più restrittiva per il mondo Bitcoin e cripto. Se ne era parlato già in passato ed ora sarebbe stato confermato anche da Kyodo News, che ha dedicato ampio spazio alla vicenda.

Il gruppo, che include oltre all’Italia il Regno Unito, il Canada, la Francia, la Germania, gli Stati uniti e l’Unione Europea vorrebbe approfittare dunque della prossima riunione a Hiroshima il prossimo maggio.

Tra il dire il fare però, in particolare quando c’è da mettere insieme paesi con atteggiamenti così diversi verso questo specifico settore, c’è di mezzo il mare. E potrebbe rivelarsi essere un mare più grande di quello che ci separa dal Giappone, che avendo la presidenza di turno ospiterà le discussioni.

Ancora regole per crypto e Bitcoin

O almeno questo sarebbe nelle intenzioni di alcuni dei paesi membri. Niente paura però, non potrà uscirne nessuna regola in senso proprio per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute, in quanto si tratterà, nella peggiore delle ipotesi, di qualche dichiarazione di intenti che poi i parlamenti nazionali dovrebbero trasformare in leggi e regolamenti.

A Hiroshima, in maggio

Non è la prima volta che una riunione ristretta di paesi – in passato ci aveva provato anche il G20 – si impegna a cercare una quadra su un tema tanto spinoso.

Basta però scorrere la lista dei partecipanti per rendersi conto di quanto siano diverse le sensibilità: gli Stati Uniti hanno recentemente lanciato una guerra fatta in larga parte di sotterfugi e di attacchi al mondo bancario che offre appoggio ai player principali. All’Unione Europea sembrerebbe invece interessare di più normare gli scambi più che altro. La Germania sta cercando, insieme alla Francia, di accaparrarsi la sua fetta di imprese del settore. In Giappone fanno di testa loro da tempo e… in Italia sembra che si sia interessati principalmente alla questione fiscale.

Non ne verrà fuori altro che una dichiarazione congiunta che confermerà l’interesse a trovare una quadra comune, salvo poi arenarsi nei rivoli dei parlamenti locali.

Altre raccomandazioni

Che forse serviranno più da appoggio a USA e Canada per darsi una mossa su una regolamentazione più organica che a produrre effetti concreti per questo tipo di mercato.

Anche se con l’avvicinarsi della kermesse politica aumenteranno a dismisura articoli basati su FUD, sul terrorizzare il pubblico e sull’urlare che la fine è vicina, sempre meglio cercare di approcciarsi a questo tipo di eventi con un po’ di tranquillità.

E no, non sarà l’ultimo degli incontri di questo tenore. Ci sarà anche il G20 – dove le sensibilità sono ancora più variegate – e poi anche qualche riunione regionale.

Ci sono però – e questo è indubbio – questioni più pressanti che dovranno tenere occupati i leader dei paesi più industrializzati al mondo. Anche perché, fatta eccezione per gli USA, di norme ne sono state già approvate a sufficienza. Alcune delle quali ai limiti del ridicolo, è vero, ma che difficilmente usciranno peggiorate da quanto avverrà al G7, che di decisioni, lo ricordiamo, non può prenderne.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • Non né hanno bisogno, regolamentare le cripto significa andare contro i principi della blockchain che è la decentralizzazione e i dati distribuiti, quindi perdono innovazione e sono obsolete se venissero regolamentate.

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  • Le criptovalute fanno parte di un sistema finanziario nuovo che non è mai esistito prima e quindi per trarre delle decisioni dovrebbero sentire coloro che hanno dato vita a tutto il settore e cercare di costruire anzichè distruggere, cercare una sorta di collaborazione affinchè anche le fiat e il sistema finanziario tradizionale possa trarne beneficio. Se la volontà sarà questa potremmo essere ottimisti anche se i tempi saranno lunghi. Il problema è che la maggior parte di chi partecipa ai G7 o ai G20 non è nemmeno informato dei temi che andrà a discutere e anche se gli vengono date informazioni utili a migliorare un sistema che è ormai al collasso è come dare "perle ai porci" a loro interessa solo la poltrona e lo stipendio. Buona giornata

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