Una follia totalitaria. Con 99 voti a favore, 8 contrari e 6 astenuti l’Europa approva norme su Bitcoin e delle criptovalute degne di una satrapia orientale. Norme estremamente restrittive, peggiorative delle condizioni attuali e che confermano la volontà ferma e trasversale della politica europea di controllare tutto quanto entra o esca dalle vostre sostanze patrimoniali.
L’occasione ghiotta è stata l’ennesima rivisitazione degli impianti normativi sull’anti-riciclaggio e sulla lotta al terrorismo, cappello sotto il quale si è soliti nascondere norme liberticide per la generalità della popolazione. Popolazione che però dovrebbe essere contenta di farsi controllare in ogni spostamento. È così infatti, dicono dalla regia, che fa sa la sua parte nella lotta al terrorismo.
Ma cos’è successo nei fatti? Limite a zero per l’identificazione dei clienti degli exchange e limite a 1.000€ per i pagamenti in cripto. Superati questi limiti, anche i commercianti dovranno identificare il cliente, senza esclusioni.
Non è un mistero. Le sirene di Pechino cantano canzoni che ai parlamentari europei e alla BCE piacciono parecchio. Lasciando per un attimo da parte la questione CBDC, passiamo a quanto è stato approvato ieri con una maggioranza che, in tempi diversi, avremmo definito bulgara.
Ne parliamo tramite il resoconto offerto dall’eurodeputata francese Aurore Lalucq, che tramite il suo account Tiwitter parla, è chiaro, di grande successo e di colpo inferto al riciclaggio di denaro e al terrorismo.
Oggi ha avuto luogo una votazione importante all’Europarlamento nel campo della lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo. Questo riguarda principalmente NFT e piattaforme cripto. I NFT saranno soggetti alle norme AML [anti-riciclaggio, NDR], mentre ne erano esclusi dal MiCA. Uno dei passi avanti più importanti grazie a questo voto: le piattaforme di scambio NFT dovranno ora sottostare agli obblighi di legge nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.
E ha poi aggiunto.
Ci sarà una blacklist delle piattaforme dubbie: l’autorità europea anti-riciclaggio (AMLA) avrà la possibilità di creare una lista di piattaforme che sono basate al di fuori dei confini UE, che rappresentano rischi per quanto concerne il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Non è finita, qui:
Identificazione e verifica delle transazioni a partire da 0€: i CASP [gli exchange, NDR] dovranno implementare una procedura in forma di due diligence (identificazione e verifica) per tutte le transazioni verso i non-hosted wallet.
Dove per non-hosted wallet si intendono tutti i wallet le cui chiavi sono di proprietà vostra e non di un exchange o un intermediario registrato.
Acquisti superiori a 1.000€ = identificazione obbligatoria. Tutti gli acquisti di beni e servizi in cripto che valgono più di 1.000€ da un unhosted-wallet saranno autorizzati se e solo se il proprietario o il beneficiario possono essere identificati.
E quindi i negozianti di tutta Europa dovranno vestire i panni dei poliziotti, chiedendo documenti e altri tipi di prove dell’identità a chiunque voglia spendere più di 1.000€ utilizzando Bitcoin o crypto.
Proibizione dei rapporti commerciali con CASP non presenti nella lista: relazioni lavorative con piattaforme prive di registrazione o licenza saranno proibite. Una lista indicativa e non esaustiva sarà indicata da AMLA.
Dietro la cortina della pur nobile lotta al terrorismo si schederanno milioni di cittadini europei, la cui unica colpa sarà quella di aver utilizzato criptovalute e di averle detenute nel modo più sicuro che esiste, ovvero con auto-custodia.
Questo il sunto di una legge liberticida, da Repubblica Popolare e che la dice lunga su quanto siano disposti a fare gli eurodeputati per controllare chi, come e quanto pagate. Certo, c’è l’ultima tappa da aprile, ma con maggioranze bulgare di questo tipo difficile aspettarsi esiti diversi dalle negoziazioni.
Curioso anche il fatto che non abbiano avvertito neanche il bisogno di rimanere low profile. Si celebra tale vittoria su Twitter e su altri canali pubblici. Il terrorismo, che notoriamente non ricicla denaro comprando computer o capi di abbigliamento di marca con Bitcoin, non ne sarà toccato.
Ne sarà toccato però, come in una rediviva Germania dell’Est, ogni cittadino. Che poi, in quanto tale, è sospetto e degno di attenzioni di questo tipo dall’autorità pubblica.
Sorvolando sulla proibizione di intrattenere rapporti commerciali con chi riteniamo, in piena libertà e coscienza, lasciamo ai nostri lettori ulteriori commenti. Noi, in redazione, ci siamo decisamente stancati.
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Se il loro problema è il riciclaggio di denaro, il terrorismo, le mafie e via discorrendo, allora stanno controllando le persone sbagliate ma in realtà vogliono controllare noi. Le soluzioni per risolvere le questioni di cui sopra ci sono ma non vogliono adottarle. Piuttosto dovrebbero regolamentare di più il sistema bancario e controllare chi dirige le loro banche. Tanto poi a pagare saremo sempre noi e in questo caso andrebbero bene anche i bitcoin e se superiore al valore di mille euro ancora meglio. L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. Niente di più falso, L'Italia è una repubblica fondata sul Sistema Bancario. I nostri politici non contano nulla, sono solo fumo negli occhi, sono le banche a comandare infatti chi decide per le sorti del nostro Paese sono sempre i governi tecnici diretti dalle banche. Hanno deciso che vogliono farci diventare sempre più poveri e indebitati, per ora le scappatoie per non cadere nelle loro trappole ci sono. Buona giornata