Regole chiare? No, grazie. Gary Gensler di SEC si schiera contro una possibile normativa organica per il settore cripto, affermando poco dopo aver parlato al Congresso che le regole attuali sono più che sufficienti. Si sarebbe parlato di nulla negli scorsi mesi, o quantomeno di nulla si è tornati a parlare dopo che il direttore della più aggressiva delle agenzie federali ha scoperto di poter fare tutto quello che vuole tramite regulation by enforcement. E cioè denunciando chiunque passi per la strada cercando di trasformare tali aggressioni in un impianto normativo.
E ne ha per tutti, anche per gli exchange, citando poi la necessità di proteggere leggi sulle security che, lo ricordiamo già in apertura ai nostri lettori, hanno quasi un secolo e sono state partorite quando non si sarebbe potuto neanche lontanamente immaginare l’arrivo di certe novità tecnologiche.
La buona notizia è che non sarà Gary Gensler a decidere se si andrà avanti o meno in un miglioramento dell’intero apparato normativo. Eventuale miglioramento che avrebbe come effetto primario quello di indicare cosa SEC può fare e cosa invece non può.
Niente regole, grazie. SEC, che per anni si è lamentata di doversi muovere in un settore non omogeneo e pieno di truffe e di false offerte e di security travestite da qualunque cosa, ha gettato la spugna. O forse sta chiedendo a tutti noi di gettarla. Ieri Gary Gensler, direttore dell’agenzia più reattiva di tutti i tempi, ha dichiarato davanti alla stampa che non si avverte il bisogno di nuove regole, dato che le leggi attuali sulle security:
Coprono il grosso dell’attività che abbiamo sui mercati cripto.
E ha poi aggiunto:
Credo ci sia un’agenzia – la SEC che è sotto il controllo di due comitati – e le corti che stabiliscono cosa sia una security e non è qualcosa che possono decidere gli exchange crypto per conto proprio.
E ha poi espresso anche poi perplessità su disegni di legge presentati in passato, diversi dei quali ritenuti pro-crypto e pro-Bitcoin:
Credo che molti dei veicoli legislativi, se adottati, finirebbero per indebolire il mandato sulle security.
In altre parole, se ci è dato leggere tra le sibilline parole di Gary Gensler, l’agenzia starebbe bene così come sta, attaccando legalmente questo o quel progetto, rifiutandosi categoricamente di rispondere agli exchange riguardo cosa sia e cosa non sia una security e facendo, in soldoni, quello che vuole. Il che vuol dire scegliere anche, a capriccio, vincitori e vinti.
Per quanto di questo si discuta sempre meno e sempre in meno ambiti, leggi certe servono non solo per limitare i potenziali comportamenti criminali di chi opera nel mondo cripto, ma anche per limitare la libertà di azione a capriccio di SEC. E forse è proprio questo che indispettisce Gary Gensler, che perderebbe così parte del suo potere.
Una situazione da stato amministrativo come definita già da diversi politici USA e che farebbe a cazzotti anche con la cultura giuridica di quel paese. Noi crediamo che non finirà qui e che anzi queste dichiarazioni di Gary Gensler debbano essere, per gli interessati, fonte di assoluta preoccupazione.
A domanda su Binance il direttore di SEC si è inoltre rifiutato di rispondere. Gli era stato chiesto se l’agenzia che dirige stesse preparando delle azioni da aggiungere a quelle di CFTC, cosa in realtà molto probabile.
Staremo a vedere come evolverà la situazione di Binance negli Stati Uniti, per una questione che si è fatta molto complessa e della quale parleremo nel prossimo numero del Criptovaluta.it® Magazine.
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