Il supposto compleanno di Satoshi Nakamoto? Non solo. Il 5 aprile è una data storica per i bitcoiner degli albori, perché è il giorno in cui fu emesso l’ordine esecutivo del Presidente Roosvelt che imponeva a tutti i residenti degli Stati Uniti di consegnare lingotti , monete e certificati sull’oro entro il primo maggio del medesimo anno.
aUna data storica per uno degli aspetti più importanti di Bitcoin e che probabilmente proprio per questa sua valenza storica fu scelto da Satoshi Nakamoto come suo compleanno, apparente o meno.
È il momento giusto per fare un piccolo ripasso di storia, ripasso che ci permetterà di capire anche in che tipo di contesto culturale è nato Bitcoin, e cosa significa quell’inconfiscabilità di cui in molti parlano.
Tolto chi bazzica nel mondo di Bitcoin da tempo, sono in pochi a conoscere questo storico ordine esecutivo presidenziale, emesso da Franklin D. Roosvelt e che ci ricorda, se ce ne fosse bisogno, di cosa può accadere a certe proprietà e certi patrimoni con un colpo di penna dell’autorità pubblica.
Cosa conteneva tale ordine? In breve il divieto della proprietà privata di oro, che rimase in vigore per quasi 40 anni e che chiedeva/imponeva alla cittadinanza di consegnare oro in ogni sua forma. Una mossa, si disse ai tempi, necessaria per stabilizzare l’economia.
L’oro si sarebbe dovuto consegnare a Federal Reserve o a una qualunque delle banche associate al circuito del Federal Reserve System. E le cose andarono, per larga parte, esattamente così. Le banche si adeguarono, sostennero anche cause legali contro i propri clienti e con un colpo di penna, per quanto fosse della penna più importante del mondo, e a milioni di americani fu proibita la scelta di come allocare il proprio capitale – e quindi i propri risparmi.
Una data storica, tant’è che il sospetto fondato è che Satoshi Nakamoto l’abbia scelta come compleanno inserita nel forum p2pFoundation.ning.com proprio per ricordare di un atto che, almeno dalle nostre parti, in pochi conoscono.
L’intervento del potere pubblico (o del monopolista della forza) illimitato contro i risparmi e le libertà degli individui è uno dei temi forti che hanno accompagnato la nascita e la crescita ideale di Bitcoin e l’ordine esecutivo 6102 è forse il più emblematico di questo tipo di operazioni.
Bitcoin, al contrario dell’oro (e motivo per il quale in molti lo ritengono superiore), non può essere confiscato. O meglio, non può essere confiscato a patto che ne gestiate direttamente la custodia e non l’abbiate affidata a terzi, che siano banche o exchange.
Un atto di imperio come l’Ordine 6102 non è possibile nel reame critto-digitale di Bitcoin e questo, almeno da un certo angolo politico, lo rende preferibile se l’obiettivo è quello di limitare certe azioni da parte del potere pubblico e di preservare le libertà individuali. Nessuno, senza le vostre chiavi private, può costringervi a fare alcunché. E scusate se è poco.
Il 5 aprile è anche una delle giornate ideali per disinteressarsi un po’ del prezzo e delle sorti e progressive del valore di Bitcoin contro dollaro e euro. Un giorno ideale per interessarsi di tutto il contorno tecnologico che rende questa moneta e il relativo network monetario superiori a tutto quanto abbiamo avuto fino ad ora. Oro compreso.
Ed è, e chiudiamo, anche il momento giusto per ragionare sulla definizione di oro digitale. Su queste colonne si sostiene che Bitcoin non lo sia, perché Bitcoin ha caratteristiche che l’oro non può neanche sognarsi. Gli manca qualcosa, è vero. È l’accettazione urbi et orbi come riserva di valore. Riserva di valore che però… vale finché non vi è fastidio per questo o quel presidente.
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Buon compleanno Satoshi! Long Live Bitcoin!