Di promesse elettorali bizzarre noi italiani siamo certamente tra i più esperti al mondo. In Thailandia però sembrerebbero pronti a superare l’italico genio. Come? Con un airdrop da 270€ di criptovalute che sarebbe stato promesso dal capo dell’opposizione. 270€ nelle tasche di tutti, con la discussione che sarebbe già arrivata ai massimi livelli dell’opinione pubblica thailandese.
Il tutto all’interno di un’elezione di maggio che si preannuncia come infuocata e che questa volta coinvolgerà, seppur obliquamente, anche gli appassionati di criptovalute. Proposta bizzarra o legittima? E perché proprio in cripto e non in valuta locale tramite un normale conto in banca?
Un’innocente (o quasi) notizia di costume ci offre la possibilità di un tavolo di discussione interessante su quanto sta avvenendo anche a latitudini che, per ovvi motivi, da queste parti si seguono meno.
La notizia riportata da The Bangkok Post sarebbe in realtà un po’ più complessa di quanto in realtà riportano i titoli dei principali media.
Si discute della proposta del partito Pheu Thai di distribuire 10.000 baht (circa 270€) a chiunque abbia più di 16 anni. Come questa promessa sarà onorata e con quali fondi rimane la domanda fondamentale. […]
Per poi aggiungere:
Il progetto è stato descritto dal consigliere di Pheu Thai in materia di innovazione e pubblica partecipazione, come uno sforzo basato sulla blockchain per aiutare a distribuire prodotti made in Thailandia all’estero e portare valute digitali dall’estero nel reame [di Thailandia]
Quindi cosa sta succedendo davvero? Vediamo cosa dice Bloomberg sulla vicenda
Nel caso di governo guidato da Pheu Thai, saranno distribuito 10.000 baht a ciascun cittadino al di sopra dei 16 anni (sono 55 milioni) entro pochi mesi dall’insediamento del governo, ha detto Prommin Lertsuridej, che guida il comitato economico del partito. Il denaro sarà distribuito utilizzando wallet digitali basati su blockchain che possono essere spesi in beni e servizi entro un piccolo raggio dal proprio vicinato.
Oltre alla manovra populista del denaro a pioggia – senza che quanto abbiamo affermato incorpori alcun tipo di giudizio politico – ci sarebbe pertanto l’obbligo di spendere tale denaro nell’economia di prossimità. E quindi il ricorso a tecnologie di denaro programmabile sarebbe stato consigliato non solo perché enormemente più facile da implementare per la distribuzione, ma anche perché potrebbe accompagnare misure, per così dire, restrittive della spesa di tale denaro.
In molti, non elaborando la profondità della questione, si diranno contenti per l’utilizzo governativo di tecnologie blockchain. Altri, a nostro avviso in modo più oculato, rileveranno qualche pericolosità in queste manovre, che serviranno anche da introduzione di denaro programmabile gestito dall’autorità pubblica.
Denaro che può essere programmato, ad esempio, per costringere i riceventi a spendere il denaro entro certi determinati contesti. Siamo sicuri che sia la via giusta da seguire? Fateci sapere la vostra commentando questa notizia qui, sul nostro canale Telegram, dove ti aspettano migliaia di appassionati come te del mondo cripto e Bitcoin per una discussione pacata ma interessante sul mondo che seguiamo qui tutti i giorni.
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