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SEC vuole il controllo crypto DeFi | Ma dovrà aspettare perché…

SEC vuole imporsi anche sul mondo della DeFi. Dovrà però aspettare, almeno per ora, perché anche internamente non tutti sono d'accordo.
2 anni fa
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Il mondo della finanza decentralizzata al riparo dalla furia del regolatore? Spiace, ma non sarà così. Secondo le notizie che arrivano dagli States infatti SEC, la Securities and Exchange Commission guidata da Gary Gensler si appresta – o vorrebbe apprestarsi – a definire limiti e possibilità del settore, anche ricorrendo a qualche consiglio dal pubblico.

Cos’è successo esattamente? C’è stato un voto interno, finito 3 a 2 a favore della proposta, affinché SEC raccolga ulteriori opinioni dal pubblico riguardo una specifica possibilità, ovvero che l’agenzia faccia rientrare nel novero degli exchange anche quelli pienamente decentralizzati.

E cosa cambierebbe per tali exchange decentralizzati – tra i quali uno già sotto la spada di Damocle di SEC?? Semplice: verrebbero considerati a tutti gli effetti parte del dominio di SEC e quindi obbligati a seguirne leggi e spesso anche comportamenti un po’ sopra le righe.

Il voto è passato, la strada per la DeFi potrebbe essere quella

La strada sembrerebbe tracciata, ma con un twist. C’erano state infatti delle critiche molto pesanti agitate da alcuni player del settore che finiranno per far riconsiderare almeno parzialmente a SEC la possibilità di agire come preferirebbe. Il motivo del contendere è semplice da spiegare, l’agenzia guidata da Gary Gensler vorrebbe estendere il suo dominio anche sui cosiddetti exchange decentralizzati.

E la cosa potrebbe e dovrebbe interessare anche i tanti altri servizi finanziari squisitamente DeFi, che almeno nel mulino che vorrebbe Gary Gensler dovrebbero essere trattati alla stregua delle borse classiche.

E che male, dirà qualcuno? Nessuno, risponderanno probabilmente i più ingenui. Quelli che invece seguono da più tempo l’opera del Gensler avranno capito l’antifona. L’obiettivo sarebbe quello di estendere gli obblighi che oggi gravano sugli scambi centralizzati – non solo crypto – ma di qualunque tipo di titolo finanziario, anche al mondo DeFi.

Chi ama le regole e le ritiene – a prescindere dalla bontà effettiva – il sale della civiltà, sarà pronto a brindare, se non fosse che molte di queste regole, per natura stessa di certi meccanismi DeFi, saranno probabilmente impossibili da rispettare. E dunque il sospetto che questa mossa sia nell’aria per cercare di colpire l’intero mondo DeFi c’è. Se dovessimo tenere conto di quanto è stato fatto dalla stessa agenzia negli ultimi mesi, in aggiunta, il sospetto finirebbe per trasformarsi in certezza.

C’è della resistenza

Il piano però non sta procedendo troppo liscio. Diverse aziende del settore cripto hanno già contestato quanto SEC starebbe provando a fare, in particolare per l’assenza di definizioni precise che avrebbero effettivamente messo in pericolo tutto il settore.

Cosa che sembrerebbe stata recepita con l’ultimo voto intorno a SEC: se ne continuerà a parlare e ci saranno anche opportunità di commento da società del settore e privati interessati. L’obiettivo sarebbe quello di garantire un approccio più intelligente, più chiaro e meno punitivo, anche se il rischio che lo diventi comunque, come ci fanno notare dagli Stati Uniti, c’è.

E la questione non tocca neanche gli exchange centralizzati, sui quali Gary Gensler ha già esteso il proprio dominio:

Non credete: molte piattaforme di trading crypto ricadono già all’interno della definizione di exchange.

Questo è quanto il padrone dei mercati USA ha detto giusto ieri, in un commento rilasciato per la stampa.

A difendere il mondo di cui parliamo ogni giorno su Criptovaluta.it troviamo invece Hester Peirce, commissioner di SEC che già tante volte si è espressa a favore della libertà del settore.

Questa commissione non si preoccupa più di quanto la sua ostinatezza produca conseguenze assurda. Al contrario, la commissione [SEC, NDR] di oggi cerca di espandere aggressivamente il suo dominio per risolvere problemi che non esistono.

Una posizione interessante, ma purtroppo spesso minoritaria.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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    Ci sta benissimo, ma che la Sec non provi a mettere il becco sui primi.

    Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.

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