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Il grande bluff delle crypto di FTX | 7,3 miliardi di…

FTX ha davvero in cassa i soldi che dice di avere? Dipende da come li contiamo. Sulle riserve cripto... c'è chi nutre dubbi sull'effettivo valore.
2 anni fa
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Si è parlato molto – e purtroppo spesso a sproposito – dei 7,3 miliardi che la procedura fallimentare di FTX avrebbe recuperato. Una quantità di asset, hanno aggiunto altri non capendo cosa era stato detto effettivamente – che avrebbe addirittura permesso di far ripartire l’exchange. Le cose non stanno esattamente così.

Per offrire ai nostri lettori un quadro il più possibile preciso di quanto stia avvenendo dalle parti di FTX nella sua divisione internazionale, siamo andati a spulciare tra i documenti, analizzando cosa c’è effettivamente in cassa di FTX e quanto ottimistiche possano essere o meno certe quotazioni e certe notizie.

FTX: di denaro ce n’è in realtà poco

I numeri possono ingannare – che ci sia o meno la volontà di farlo da parte di chi li diffonde. Partiamo da qualche considerazione di base: cos’è successo effettivamente nel corso degli ultimi 5 mesi alle riserve complessive di FTX? A rispondere a questa domanda ci aiutano i documenti che sono stati diffusi direttamente da chi sta gestendo la procedura ex Chapter 11.

  • All’11 novembre 2022

Il giorno del fallimento, per capirci. In quel giorno erano disponibili alle quotazioni di allora 3,3 miliardi di dollari, dei quali titoli per 300 milioni, criptovalute di categoria A per 1,8 miliardi, e infine 1,2 miliardi in cash.

  • All’11 gennaio 2023

A distanza di due mesi dal fallimento, la situazione era già sensibilmente migliorata. Per quanto riguarda i titoli finanziari quotazioni ferme a 300 milioni. Grossa crescita per gli asset che la procedura definisce come cripto categoria A (vedremo poi di cosa si tratta) che si attestano a 3,4 miliardi di dollari e crescita anche per il cash recuperato, che si attestava a 1,7 miliardi di dollari.

  • La questione più interessante: i 7,3 miliardi di dollari al 12 aprile 2023

La notizia che ha fatto il giro del mondo è la quota diffusa a aprile. Il 12 del corrente mese il conteggio ha raggiunto 7,3 miliardi di dollari in totale.

Aumentate in modo modesto le riserve di cash, di altri 300 milioni per 2 miliardi complessivi. Cresciuti anche in modo modesto i titoli finanziari, a 500 milioni complessivi, in aggiunta a 600 milioni ricevuti da chiusura di accordi.

Il monte criptovalute categoria A fa comunque la parte del gigante: in totale ne sono, per i rilievi più recenti, 4,3 miliardi di dollari.

Un portafoglio che… non convince

Una lettura più rapida: il grosso dei 7 miliardi sono cripto

Dei 7,3 miliardi che sono stati annunciati, ben 4,3 sono in cripto che l’analisi definisce come di categoria A. Parliamo di criptovalute che, secondo il documento stesso:

Hanno almeno 15 milioni di dollari di capitalizzazione e un volume di trading di almeno 1 milione giornaliero per gli ultimi 30 giorni.

In altre parole se dovessimo tenere conto della sola capitalizzazione di mercato, finiremmo fino in posizione 720 del marketcap. L’altro criterio finirebbe poi per restringere ulteriormente, togliendo di mezzo diverse cripto che non riescono a mantenere certi volumi.

Nel portafoglio di FTX a comporre quei 4,3 miliardi di cripto dovrebbero comunque esserci anche molte low cap, che dubitiamo si possano vendere ai prezzi di mercato senza abbatterne il valore anche durante la vendita, cosa che ci fa almeno in parte dubitare dell’effettiva liquidità di quei 4,3 miliardi. Le maglie del setaccio di chi sta curando la procedura fallimentare di FTX sono forse un tantino larghe, tenendo conto di quanto autentico pattume senza alcuna speranza di ripresa finisce per rientrare nei criteri fissati.

Aiuterebbe, se l’obiettivo è quello di avere un quadro più preciso di quanto abbia in pancia FTX, una spiegazione più dettagliata. Per la quale però con ogni probabilità dovremo aspettare.

Che sia però tutto denaro fresco, pronto a far ripartire l’exchange, ci sembra ancora un’assurdità. Un volo pindarico della fantasia che illude molti e che troviamo estremamente poco serio.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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