Un altro grande ciclo bull. Per chi non mastica il gergo dei mercati, un’altra fase di mercati fortemente rialzisti, tanto per Bitcoin quanto per il resto del mondo cripto. Non siamo noi appassionati a dirlo, ma Bernstein, che in un dispaccio per i suoi clienti diffuso ieri è tornato a parlare della possibilità di un nuovo ciclo rialzista per tutto il comparto. Ciclo che sarebbe stato innescato dal collasso di FTX, in un curioso intrecciarsi di eventi anche con l’economia classica.
Quanto c’è da fidarsi di tali previsioni? Lo vedremo insieme, cercando di guardare ai mercati da un angolo per quanto possibile panoramico e che tenga conto di quanto di preoccupante e meno preoccupante stia avvenendo anche ai piani alti del mondo della finanza, quella che va a braccetto con le banche centrali e che per questa volta potrebbe aver davvero perso il controllo della situazione.
Una perdita di controllo dalla quale potrebbero emergere come vincitori non soltanto Bitcoin e i bitcoiners, ma anche, dice Bernstein, chi sta cercando di costruire un mondo finanziario alternativo.
A diffondere questa opinione forte e interessante è un report di ricerca di Bernstein, gruppo che non disdegna analisi anche avanzate sul mondo crypto e Bitcoin. Siamo davanti all’inizio di un nuovo ciclo bullish, per tutto il settore, dicono, a soli 5 mesi di distanza dal più grande crack di sempre per il settore.
Un crack che però ha il merito di aver purificato il mercato da leve eccessivamente alte e da intrecci pericolosi e instabili, come poi si sono dimostrati.
È la prima delle opinioni forti che sono state diffuse dal gruppo. Anche se le banche centrali si affannano a ripetere che in realtà la situazione è sotto controllo, i problemi per le piccole banche regionali continuano – e le stesse dovranno fare i conti con il seguito dei prelievi e con la concreta possibilità che quanto prelevato non torni mai indietro.
Una situazione che, sempre secondo Bernstein, avrebbe reso popolare il tema della *centralizzazione della moneta** e dei suoi rischi, con Bitcoin che avrebbe ora maggiore facilità ad affermarsi come autentica alternativa.
Allo stesso modo questo tipo di problematiche possono essere un passo in avanti per l’intero ecosistema DeFi – che offre appunto alternative decentralizzate ad un mondo delle banche sempre più interconnesso e sempre più dipendente dalle banche centrali.
Qualunque potenziale dislocazione, che sia sul lato del credito delle banche o dall’altro… posiziona Bitcoin perfettamente come asset che è rifugio sicuro, insieme all’oro.
Siamo stati da sempre tra i più scettici riguardo l’idea di associare la corsa di Bitcoin da inizio anno ad un rapido mutare di ciò che idealmente viene associato a $BTC presso il grande pubblico. In maniera più semplice, riteniamo che ci voglia del tempo affinché ci sia una mutazione così radicale nel modo in cui le persone considerano Bitcoin, in particolare se provenienti da mondi molto lontani e altrettanto in particolare se non si sono mai interrogate sulla natura della moneta.
Questo non vuol dire che non crediamo nel fatto che i minimi del ciclo siano ormai stati stabiliti, né che non sia possibile che da qui in avanti ci sia un forte mercato toro. Vuol dire semplicemente che tali motivazioni, e cioè l’immediata realizzazione da parte del grande pubblico dell’alternativa Bitcoin, siano un tantino esagerate per adesso.
Una storia che abbiamo potuto ritagliare e cucire intorno ad un rimbalzo molto importante, ma che valuteremo soltanto poi se effettivamente legato ad un cambio di atteggiamento. Bitcoin ha seguito in parte l’oro, ma ha seguito anche in parte il NASDAQ e i titoli growth. Forse è ancora un po’ presto per pensare che ci sia stato un cambiamento così importante.
Bear market e bull market sono in realtà convenzioni che difficilmente riteniamo applicabili – almeno come si faceva un tempo sui mercati azionari – al mercato crypto, almeno negli standard fondamentali. Se per bull market intendiamo un mercato dalle caratteristiche inequivocabilmente rialziste, crediamo che la possibilità di ci sia.
Ma riteniamo al tempo stesso che ci siano delle questioni che dovranno essere risolte – ne abbiamo parlato qui ieri anche in relazione all’Italia – prima di essere certi di essere fuori dal guado.
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