Finisce presto l’avventura di Intel nel mondo del Mining Bitcoin. Secondo quanto è stato riportato da Tom’s Hardware, il popolare produttore di chip avrebbe annunciato l’interruzione della produzione dei chip della serie Blockscale 1000, senza che sia stata contestualmente annunciata una serie per rimpiazzarla.
I clienti che hanno acquistato tali chip – compresi quelli come Argo che li avevano inseriti a loro volta in macchine da rivendere poi a terzi – continueranno a ricevere supporto. Una brutta notizia per il mercato del mining? Ci sarà da valutare la situazione più avanti – anche in attesa che ci siano altri concorrenti che prendano il posto del gigante delle CPU.
È passato poco più di un anno dall’annuncio di Intel riguardante la produzione di chip adatti al mining Bitcoin. Una notizia che era stata accolta con un certo entusiasmo nel settore – e che riportava Block di Jack Dorsey come uno dei primi clienti con il quale il gruppo dei chip aveva stretto accordi per la vendita.
Parliamo di 4 differenti serie di chip, 1120, 1140, 1160 e 1140 tape & reel che saranno dismessi senza che sia stata annunciato un rimpiazzo per il prodotto.
Nel comunicato di Intel viene indicata la End of Life per la serie e viene inoltre indicato come termine ultimo per gli ordini il prossimo ottobre 2023, con le ultime consegne che dovrebbero terminare per l’aprile 2024.
Dietro la scelta improvvisa di Intel potrebbe esserci quell’attenzione maggiore ai costi che ha portato nelle ultime settimane alla chiusura di molti business collaterali e non ritenuti come fondamentali per il futuro dell’azienda, a partire dai modem 5G e passando per la divisione Optane Memory. Sempre all’interno della stessa politica di taglio dei costi, Intel ha ceduto anche la sua divisione legata allo storage SSD.
Un momento duro anche per le aziende del tech e in particolare per Intel che avrebbe pertanto visto come vittima anche la serie di chip per il mining Bitcoin che pur erano stati accolti con un discreto entusiasmo dalla stampa e dagli appassionati.
Per il momento no, per quanto l’azienda si sia detta comunque attenta a quanto emergerà da diversi mercati. Certo è che con una recessione all’orizzonte sarà difficile vedere aziende di questa portata – e già in difficoltà – spingere su settori inesplorati e dai ritorni ancora incerti.
Per il mining Bitcoin, che avrebbe potuto rivolgersi ad un altro produttore tanto prestigioso quanto affidabile è certamente una brutta notizia. Si starà invece sfregando le mani qualche produttore cinese che rimarrà così leader incontrastato del mercato, con la capacità di dettare anche i prezzi.
Ma di centralizzazione dell’hardware utilizzato per il mining avremo comunque occasione di parlarne con maggiore dovizia di particolari nei prossimi giorni. Un tema che con l’addio di Intel torna prepotentemente alla ribalta e che sarà uno dei più importanti da discutere anche nei prossimi mesi.
Non ci sono al momento commenti da parte di Block e Argo, due delle aziende che per prime avevano stretto accordi con Intel.
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