Gary Gensler è ormai la personificazione del nemico delle criptovalute: la sua agenzia ha già citato in giudizio oltre 150 player e progetti del comparto, con il direttore di SEC che più che ritenere la cosa un problema, ne fa un vanto davanti alla Commissione Servizi Finanziari del Congresso, così come abbiamo visto ieri.
Una situazione per molti pericolosa, per altri invece più che auspicabile, di difficile lettura però per chi non conosce certe dinamiche della politica e delle agenzie governative americane. Dinamiche che sono estremamente diverse da quelle italiane e sulle quali dunque sarà il caso di spendere qualche parola.
Questo sia per capire chi effettivamente rischia, sia se gli attacchi frontali ad esempio a Justin Sun e Tron siano in realtà fondati o meno. La situazione è complessa, è terreno di scontro politico e ha diversi livelli di lettura, molti dei quali prescindono dal desiderio vero o supposto degli USA di far fuori l’intero comparto, Bitcoin compreso.
La lunga sessione di Gary Gensler davanti alla Commissione per i Servizi Finanziari ci ha restituito una sola certezza. Gensler non ha nulla da recriminare: al contrario si aspetta ulteriore appoggio politico per continuare a normare a colpi di cause un mondo che di regole non ne ha. Secondo Gensler perché nato utilizzando business model di non compliance con le regole finanziarie. Secondo alcuni membri del Congresso perché di regole, ad oggi, gli Stati Uniti ne hanno scritte poche. La verità probabilmente sta nel mezzo, ma per comprendere più a fondo cosa ci sia in ballo, sarà bene ripercorrere qualche tappa.
I commissari SEC seguono a stretto giro di posta le elezioni del Presidente degli Stati Uniti. In altre parole, per quanto indipendenti, dipendono dal Congresso e anche dal placet del POTUS. Non è raro vedere pertanto gestioni molto differenti, soprattutto sui temi più caldi, quelli delle regole.
Il prossimo numero del nostro Magazine sarà dedicato proprio al caso Gensler e a quanto sta avvenendo in termini di regole e di definizione delle criptovalute come security. Stiamo preparando un numero dettagliato che parlerà anche di legge, di scontri politici ed i tutto quanto attiene all’intersezione tra SEC e mondo crypto.
Qui su Criptovaluta.it ne avevamo parlato già in tempi non sospetti e prima che lo facessero tante testate USA. È chiara, cristallina, la presenza di uno scontro da guerra fredda tra SEC – che regola il mercato dei titoli finanziari – e CFTC, che invece si occupa di quello delle commodities. La lotta è chiara: ognuna delle agenzie vorrebbe governare su un territorio il più esteso possibile.
CFTC ci ha provato di nuovo con Binance, mandando un messaggio chiaro non solo all’exchange, ma anche all’agenzia rivale, una sorta di qui comandiamo noi. SEC ha risposto poco dopo definendo un po’ tutto una security, all’interno di una causa contro il moribondo Bittrex.
La sensazione chiara per chi ha seguito l’evolversi della vicenda dall’insediamento di Biden è che in molti tra progetti e exchange finiranno stritolati da una guerra intestina alle agenzie federali.
O fa finta di esserlo. Alcune delle risposte ieri sono suonate più da novello burocrate che da specialista che pur ha insegnato Bitcoin presso il MIT, una delle più importanti università del mondo.
Si fa poi altrettanta fatica a ritenere la stessa persona il Gary Gensler che sponsorizzava indirettamente Algorand definendola come una tecnologia incredibile soltanto qualche anno fa e il Gary Gensler che l’ha definita invece una security.
Nell’accesa discussione di ieri è tornato alla ribalta anche FTX, l’exchange di SBF caduto in disgrazia e sul quale hanno chiesto conto diversi membri della Commissione. Anche in questo caso da Gensler risposte balbettanti: l’agenzia che presiede stava facendo cose – cose che poi si sono rivelate essere indagini interne e non note praticamente a nessuno.
Secondo la teoria di Gensler, FTX sarebbe imploso prima che l’agenzia arrivasse alla conclusione del suo percorso di indagine. Peccato che nessuno possa controllare.
Il caso FTX ha però avuto anche degli altri risvolti, almeno sul piano dell’aggressività dell’agenzia: il sospetto è che per cercare di far dimenticare i granchi presi con FTX l’agenzia SEC ora cerchi di essere ancora più aggressiva. Con ogni causa messa in piedi che suona sempre più come un visto? Questa volta non ci scapperanno.
Checché ne dicano i detrattori – talvolta un po’ suonati – del mondo crypto, in realtà la questione non è direttamente così importante. Il mondo crypto sopravviverà anche alle eventuali ostilità degli Stati Uniti d’America.
Il problema vero è cosa accadrà in altri paesi che prenderanno ad esempio un paese che faceva un tempo della Rule of Law la base della sua prosperità e che oggi invece, per sciocchi giochi politici, è disposto a dimenticarsi di regole e buon senso.
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