Niente processo, siamo influencer. Il crollo di FTX ha innescato una serie incredibile di duelli legali, tra i quali spicca quello contro diversi influencer americani, compreso quel BitBoy che rimane uno dei più seguiti in tutto il mondo, almeno stando ai numeri del suo canale YouTube e dei suoi altri canali social.
Più tardi nella giornata di oggi Ben Armstrong, questo il nome di BitBoy, dovrebbe comparire davanti al giudice per la prima udienza della class action, cosa che però probabilmente non si verificherà, almeno stando a quanto riportato da The Block. L’influencer sarebbe infatti impegnato nella crociera BitBoy Crypto Bahamas, in un paese sì magnifico, ma che a molti ormai ricorda esclusivamente – e curiosamente – soltanto la principale sede di FTX.
Sempre secondo quanto riporta la testata americana, BitBoy avrebbe confermato via messaggio che non sarà presente in persona all’udienza.
In realtà l’udienza nella quale dovrebbe comparire BitBoy riguarda una questione secondaria dell’intero processo, ovvero le minacce che questi avrebbe rivolto agli avvocati che stanno curando appunto la class action. Armstrong è certamente sopra le righe nella sua comunicazione e non sappiamo per il momento di cosa lo stiano accusando.
Una class action che per Ben Armstrong non dovrebbe riguardarlo, in quanto afferma che non avrebbe mai promosso FTX né direttamente né indirettamente.
Nella class action sono finiti tanti altri nomi noti, compreso l’ex campione dell’NBA Shaquille O’Neal, al centro di un’altra curiosa vicenda. Gli avvocati della class action avrebbero avuto infatti enorme difficoltà a notificargli l’avviso di comparizione, dato che l’ex campione si sarebbe reso irreperibile per settimane.
Il tutto all’interno di una causa che vede presenti tanti nomi e volti noti e che per alcuni commentatori avrebbe le caratteristiche tipiche del caso mediatico senza che esistano basi legali per procedere. Ma il mondo delle class action è anche questo – e lo studio che sta curando questa specifica azione, capitanato da Adam Moskowitz, non è esattamente nuovo a sortite nel mondo cripto anche allo scopo di farsi pubblicità.
Non è chiaro, anche perché secondo molti la causa non avrebbe basi legali forti per procedere e sarebbe un tentativo di ottenere delle piccole ristorazioni in forma di denaro per uno sparuto gruppo di piccoli investitori.
La class action chiede risarcimenti miliardari che probabilmente non vedranno mai la luce, né tanto meno la considerazione da parte di un giudice.
Di certo il caso FTX ha scoperchiato un vaso di Pandora all’interno del quale abbiamo trovato influencer, pratiche pubblicitarie non sempre corrette, partecipazione di volti noti che non hanno mai avuto granché a che fare con il mondo crypto (non è il caso di BitBoy) e una lista interminabile di storie da tabloid in parte divertenti, in parte forse un po’ stucchevoli.
Continueremo a seguire, almeno per le parti più rilevanti, le questioni legali che riguardano il caso FTX, per quanto sembri che gli influencer, se così vogliamo chiamarli, non temano granché azioni legali di questo tipo.
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