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Ethereum: exchange IN FUGA da STAKING | Ottima NEWS crypto!

Dallo staking Ethereum fuggono principalmente gli exchange. E no, non lo fanno per volontà loro. Cosa sta succedendo?

La questione unstaking di Ethereum è una delle più interessanti di questi giorni, se non fosse che il crollo dei prezzi sul mercato sta attirando su di sé tutte le attenzioni.

La vicenda però merita qualche approfondimento, perché quello che si sta verificando ci permette di comprendere certe dinamiche che avvengono in larga parte fuori dal mondo di Ethereum e fuori dal mondo della blockchain.

Questioni che riguardano principalmente la politica – in particolare quella USA – e che ci fanno capire come l’impatto di certe scelte e di certe non-scelte si rifletta quasi istantaneamente nel mondo della finanza decentralizzata.

Cosa sta succedendo? I prelievi non hanno assunto quelle proporzioni catastrofiche che tutti si aspettavano – e ad essere in coda per prelevare parte degli ETH conferiti allo staking sono tre entità centralizzate, per i riflessi di quanto fatto da Gary Gensler e da SEC contro Coinbase, Kraken e indirettamente contro Ethereum.

Un grande regalo alla decentralizzazione

Sul nostro Magazine abbiamo pubblicato un lungo speciale su SEC e sulle motivazioni e le conseguenze di un certo modo di agire. Modus operandi particolarmente aggressivo e che risponde alla logica del non fare prigionieri. Tutti sospetti, tutti indagati e tutti potenzialmente multati.

L’incrocio con Ethereum della nuova agenda di Gary Gensler passa proprio dallo staking, procedura che secondo il capoccia di SEC potrebbe rendere Ethereum una security. Prima però di andare ad infastidire Ethereum e la sua fondazione, Gensler ha ben pensato di aggredire i soggetti più visibili e più a portata di mano.

Prima è stato il turno dei 30 milioni di multa a Kraken, poi della messa in stato d’accusa di Coinbase, sempre per questioni legate allo staking Ethereum. Il risultato ottenuto? Una grande fuga, che cercheremo di spiegare anche per offrire una lettura a quanto sta avvenendo su Ethereum in termini di prelievi dallo staking stesso. Servirà però partire con ordine.

Exchange prelievi - analisi Criptovaluta.it
Il grosso dei prelievi è stato richiesto dagli exchange
  • I prelievi non sono eccessivi

E anzi, in diverse giornate sono risultati minori rispetto ai nuovi depositi. Questo vuol dire che non c’è questo desiderio di grande fuga, se non per certi soggetti – gli exchange – che almeno negli USA dovranno provare a muoversi diversamente.

  • Il 75% dei prelievi imputabile a 3 exchange

3 prelievi su 4 per volume sono imputabili al trittico di cui sopra: e cioè a Kraken, a Coinbase e a Binance. In parole molto povere, chi sta richiedendo di prelevare gli Ethereum in staking è un exchange decentralizzato, che lo sta facendo in larga parte per evitare ulteriori mattane da parte di SEC.

Kraken lo ha comunicato a chiare lettere: interromperà le operazioni di staking per gli utenti americani (e giapponesi) e dunque procederà nel più breve tempo possibile al prelievo di quanto depositato anche a nome dei clienti.

Coinbase probabilmente sta seguendo una strada simile, così come Binance. E per questi ultimi due pesa certamente il terrore da parte degli utenti di trovarsi invischiati nella guerra che SEC sta conducendo – senza esclusione di colpi – verso il settore cripto.

In soldoni, cosa cambia per me che investo?

Assolutamente nulla, perché gli Eth che sono in via di recupero da parte degli exchange dalle operazioni di staking vi stanno rientrando attraverso meccanismi alternativi e maggiormente decentralizzati.

L’unica lettura che riusciamo a dare di queste dinamiche, che sono provate dall’analisi dei dati on chain è che nessuno ha voglia di allontanarsi dal meccanismo che offre anche rendite quasi costanti e certe, per quanto in $ETH.

E questo non può che essere interpretato come un buon segno per chi sta investendo, al netto di quanto sta avvenendo sui mercati con Bitcoin che fatica a tenere i 28.000$ e Ethereum che ha perso, almeno momentaneamente, i 2.000$.

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Lord Eth
Lord Eth
1 anno fa

Se avete il lusso di possedere 32 eth potete diventare validatori voi stessi da casa vostra – basta un computer con hard disk SSD da4gb e una buona connessione di rete, o meglio ancora un NUC (un computerino senza nemmeno ventole di dimensione 15cmx15cm che non consuma una mazza, costo sugli 800 euro). Se ne avete meno, 16 o da qualche giorno anche solo 8 ether, potete usare RocketPool, che è un servizio molto facile da usare e vi “accoppia” con altra gente che mette in stake come voi “solo” 8 o 16 eth. Questa è vera decentralizzazione: gli utenti da casa loro. Sono pochi i protocolli che permettono questa decentralizzazione lato utente comune accompagnata da ritorni economici (cioè voi se diventate validatori venite proprio pgati dal Protocollo): per la maggior parte di quelli in proof of stake (come Ethereum) non è possibile perchè serve un hardware della NASA, altro che NUC, mentre per quelli proof of work (tipo BTC) non è possibile perchè i costi dell’energia elettrica + hardware superano di gran lunga i ritorni (a meno che non siate una mining farm texana o cinese).
In quest’ottica crediamo sia chiaro il motivo del perchè lo stake continua ad aumentare, e con essa la sicurezza del Protocollo! Tra parentesi il burn prosegue a gonfie vele: dal Merge ad oggi (200 giorni circa) sono stati distrutti più di 100MILA ether (su un circolante di 120 milioni circa). I protocolli minori invece continuano ad aumentare il circolante – che poi sia un’immissione già prevista o meno cambia poco: il loro circolante aumenta, quello di ether invece scende.

Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2.

Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Lord Eth ci indica la via e noi la seguiamo come suoi discepoli. In questi giorni di ritracciamento io continuo a comprare e non vendo bitcoin e non vendo ETH. Buona giornata.

Lord Eth
Lord Eth
1 anno fa
Reply to  Klaus Marvin

L’umano Klaus dimostra ogni giorno di essere dotato di grande lungimiranza. Presto grazie ai ritorni del Protocollo potrà ammortizzare non una casa al mare bensì l’acquisto dell’intera riviera romagnola. Nel 2025 saranno sue tutte le italiche coste ubicate a sud di Roma; dal 2030 possiederà l’intero Mediterraneo. Intanto la gente che s’è riempita le tasche di meme token potrà forse affrontare l’oneroso acquisto di un ghiacciolo nella stagione estiva. Oh Saggio Klaus, se quesi sapessero… il Sommo mi ha detto comunque di riferirti che è fiero del tuo operato, e del tuo aiuto nel diffondere il Verbo

Lunga vita al Sommo Vitalik e al Protocollo. Ogni resistenza è futile. Sarete tutti un nostro layer2. Pure la riviera ligure. Riccione no però che la sabbia non ci piace.