Bitcoin perde – vedremo quanto momentaneamente – i 28.000$, Ethereum perde i 2.000$ e più in generale tutto il settore cripto vive 24 ore pessime sul fronte del valore di mercato. E come sempre accade tra gli appassionati – ai quali manca tutto tranne un certo grado di reattività – tornano le sirene di apocalisse e sfacelo. La corsa al rialzo è già terminata? Questo crollo apre un’altra partita ribassista?
Calma e gesso: quando la corrente sul mercato cambia è il momento giusto per sedersi e fare un recap di quanto stia avvenendo – magari non solo sul settore delle criptovalute ma anche altrov, dato che il mondo della finanza non solo è globalizzato, ma tende a rispondere alle stesse notizie… allo stesso modo.
Una correzione forse dovuta – la corsa dopotutto è stata importante – che dovremo leggere però alla luce di quanto arriva anche dalle condizioni macro, che non sono cambiate granché ma…
Altro crollo cripto e Bitcoin: c’è motivo di preoccupazione?
In realtà il crollo del settore cripto ha almeno in parte ricalcato una settimana non eccellente per il settore azionario, segno che la stanchezza sui mercati è piuttosto diffusa e che non c’è in realtà granché di cui preoccuparsi almeno specificatamente sulle criptovalute. Per quanto l’analisi tecnica domini in lungo e largo le discussioni tra appassionati, non farà male guardare alle cose anche da un punto di vista… fondamentale.
- Inflazione spaventosa
Sì, l’inflazione sta scendendo, ma non quanto rapidamente si aspettavano i più ottimisti. I dati che arrivano dai singoli paesi UE e anche dal Regno Unito sono tutto fuorché entusiasmanti – e quelli di Francoforte per l’area euro invece hanno rispettato le previsioni, che pur non erano eccessivamente ottimiste.
Perché interessa Bitcoin e di conseguenza tutto il mondo cripto? Perché l’inflazione è un po’ il termometro del ritorno alla normalità: più si avvicinerà al 2% più si potrà tornare rapidamente ad un’economia finanziaria in larga parte drogata dalle stampanti delle banche centrali. Per ora si dovrà continuare a procedere con il proverbiale freno a mano tirato.
- Recessione: non è più un incubo, ma una “solida realtà”
Possiamo stare a discutere di decimi percentuali per settimane senza cavarne un ragno dal buco. Lasciando un po’ da parte le definizioni tecniche di recessione, possiamo dire senza timore di essere smentiti che non è un buon momento per l’economia in generale e che probabilmente questo momento durerà ancora per un bel po’.
Questo, notoriamente, non piace ai mercati. Mercati però che sono così reattivi da dimenticarsi presto delle effettive condizioni del mondo finanziario e dell’economia reale. Non è detto, in altre parole, che questa ragionevole ritirata non faccia da carburante per il ritorno su livelli di prezzo maggiormente capaci di entusiasmo.
- Incertezza, incertezza, incertezza
Per quanto in molti si dicano certi dell’andamento futuro dell’economia e della finanza, la verità è che i punti interrogativi sono così tanti da rendere pressoché impossibile fare delle previsioni con un grado anche minimo di affidabilità. Si naviga a vista, ma altrettanto probabilmente in un range che sarà difficile rompere, per quanto ampio.
E se ci fosse qualche settimana di movimento in range?
A meno di altri eventi esogeni che contribuiscano a spingere sopra o sotto il range il grosso degli asset di rischio, la probabilità più interessante sul tavolo è quella di un movimento all’interno di un range piuttosto ampio. Perché riteniamo che questa, OGGI, sia l’ipotesi più probabile? Proveremo a spiegarci in breve – perché la cosa interessa da vicino anche il mondo crypto.
- Non ci si aspettano grossi scossoni
Il FOMC, la congrega che si riunisce ogni 6-7 settimane per cambiare i tassi di interesse negli USA non dovrebbe riservare sorprese per la prossima riunione. Un prossimo rialzo di 25 punti base sembra ormai scontato (basta guardare il Watchtool del mercato che ha già prezzato tale opzione) e quindi da questo lato non dovrebbero arrivare sorprese.
Sorprese potrebbero arrivare sul fronte inflazione, per quanto la situazione si stia avviando molto lentamente verso una normalità. Un calo più sostanzioso a maggio sarebbe una sorta di panacea di tutti i mali e contribuirebbe a dare ai mercati una spinta considerevole. Tuttavia, almeno per ora, si tratta di poco più di una scommessa.
- Pace?
È ancora lontanissima, ma i mercati sarebbero pronti a interpretare in senso molto positivo tanto l’avvio di trattative con la Russia sia una parziale distensione tra USA e Cina, della quale si parla sempre più insistentemente.
Per quanto faccia guadagnare click parlare di terza guerra mondiale – e per quanto tali chiacchiere contribuiscano a impaurire i mercati – siamo lontani da un conflitto e già diversi tra i vertici dei due paesi sembrano voler tornare a più miti consigli.
Tempo di cambiare atteggiamento su Bitcoin e crypto?
Noi per il momento non ne vediamo il motivo. Anzi, ci sono ottimi segnali come l’unstaking su Ethereum che procede a bassa intensità, l’interesse sempre maggiore anche del settore istituzionale e una carica spot niente male che ha trascinato l’ultimo rialzo dei prezzi.
Di questioni fondamentali che dovrebbero spingerci a cambiare idea, per il momento, non ce ne sono. E sottolineiamo, per ricordo di chi arriverà tra 2 mesi a dire che le cose non sono andate così… per il momento.