Quello dell’ETF spot Bitcoin è diventato ormai un meme tra gli appassionati di Bitcoin e tra gli investitori. Un prodotto finanziario che dovrebbe avere in portafoglio Bitcoin reali (e non contratti futures) e che non riesce a fare il suo debutto negli Stati Uniti, trovando la ferma opposizione di SEC.
Nella giornata di ieri sono arrivate richieste, in realtà reiterate, per due prodotti, l’uno targato 21Shares – operatore già molto attivo in Europa – l’altro targato ARK. Entrambi erano stati bocciati qualche settimana fa. E entrambi ci proveranno un’altra volta.
A rendere ancora più avvincente il quadro c’è anche la questione legale che riguarda Grayscale, il suo trust Bitcoin che vorrebbe trasformare in ETF sempre negli USA e novità che sono state comunicate poco fa proprio dal CEO del gestore. Una situazione avvincente, che in molti ritengono cruciale per il mondo di Bitcoin e sulla quale è ora di fare un po’ di chiarezza.
Novità che per molti non lo erano, perché a fare domanda di accettazione per il mercato USA sono due proposte, una di ARK, l’altra di 21Shares che erano state bocciate in passato. Per quanto ci sia diffuso ottimismo tra alcuni analisti (qualcuno parla ormai di tempi inevitabilmente maturi), in realtà le condizioni poste da SEC non sono state ancora soddisfatte. E queste riguardano la concentrazione degli scambi del sottostante, Bitcoin in questo caso, presso scambi che siano direttamente sotto la giurisdizione americana e che rispondano a certi requisiti.
Guardando a quanto è accaduto negli ultimi mesi, con SEC che continua a portare in tribunale proprio quegli exchange che operano negli USA, verrebbe da pensare che in realtà di novità ce ne siano molto poche – e che dunque un altro rifiuto sia dietro l’angolo. Staremo a vedere, perch* di novità che bollono in pentola ce ne sono in realtà diverse – e alcune arriveranno proprio dai tribunali.
Grayscale gestisce il più grande fondo privato del mondo che ha in cassa Bitcoin. Il suo BTC Trust viaggia su valori molto bassi per le quote, almeno rispetto al corrispettivo in BTC detenuti in portafoglio. La soluzione approntata da Grayscale stessa sarebbe la conversione del suo fondo in un ETF al quale tutti avrebbero accesso, in quanto scambiato su mercati regolamentati.
La richiesta però è stata rifiutata già in passato, rifiuto che poi ha portato Grayscale a citare in giudizio SEC. Sulla questione abbiamo degli aggiornamenti che sono stati condivisi proprio dal CEO di Grayscale durante il Consensys organizzato da Coindesk.
Il CEO si aspetterebbe una decisione delle corti, non necessariamente a favore del gruppo che guida, entro la fine del terzo trimestre 2023, e quindi entro settembre. Una decisione che potrebbe fare la differenza non solo per il fondo, ma anche per chi opera su Bitcoin. La vulgata vorrebbe infatti degli enormi rialzi per $BTC nel caso di approvazione di ETF Spot negli Stati Uniti. Non essendosi ancora verificata come eventualità, possiamo soltanto fare dei ragionamenti a riguardo. Ragionamenti che però appaiono prematuri dato che, fatta eccezione per le richieste dei soliti noti, niente ancora sembrerebbe essersi mosso.
Finché Gary Gensler avrà appoggio politico per la sua crociata contro prodotti crypto e Bitcoin, è difficile immaginare che molti la presa e decida di approvare alcunché.
Certo, potremmo sbagliarci, dato che molti analisti americani parlano di vento che cambia. Più probabilmente però si dovrà aspettare il prossimo direttore di SEC, che sarà nominato con il nuovo eventuale inquilino della Casa Bianca. Di tempo ne manca – e quest’estate sarà forse troppo presto per vedere evoluzioni in questo senso.
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