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Crypto? Roba da TERRORISTI | Il Congresso USA ci riprova

Terroristi, stati canaglia, trafficanti di droga: tutti vogliono le cripto. O almeno questo vorrebbe dimostrare un'indagine che sbarca in Congresso
2 anni fa
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Le criptovalute? Roba da terroristi. Non è farina del nostro sacco ma quanto vorrebbero provare a dimostrare le inchieste sollecitate al Congresso da Kirsten Gillibrand e Ted Budd, insieme a Zach Nunn e Jim Himes. I quattro infatti avrebbero rinnovato la richiesta all’organo più importante della politica americana, con lo scopo di indagare eventuali connessioni tra il mondo che seguiamo qui su Criptovaluta.it ogni giorno e una delle più pericolose minacce per il mondo di oggi.

Connessioni che in realtà sono state in larga parte già smentite da indagini ad hoc del Tesoro USA e che trovano cittadinanza ormai soltanto nelle dichiarazioni dei nemici giurati di un mondo finanziario possibilmente libero e orizzontale, senza barriere di accesso e con i partecipanti che possono finalmente prendersi cura delle proprie finanze.

Questa richiesta, che ha la forma di un Congressional Bill e che richiede l’intervento delle autorità federali, può essere una minaccia per Bitcoin e per il mondo crypto?

Quattro politici USA ci riprovano: richiesta ai federali per scoprire…

…se ci siano eventuali connessioni tra crypto e terrorismo – o meglio se ci siano casi d’uso interessanti per i terroristi che finirebbero per dimostrare quanto gli avversari di questo mondo dicono da tempo, ovvero che le criptovalute sono per uomini e donne di malaffare, senza alcun tipo di utilità sociale e, in ultimo, mondo da sopprimere con le buone o le cattive. Ma andiamo con ordine.

Nella giornata di oggi è stata presentata tanto al Congresso quanto al Senato una richiesta solenne – in forma di Congressional Bill – che richiede indagini federali sui possibili casi d’uso delle criptovalute per i terroristi.

L’intenzione è quella di chiedere la creazione di una task force che studi come i terroristi utilizzano le criptovalute per finanziarsi e anche per spostare denaro che altrimenti non potrebbero spostare tramite il circuito bancario classico.

E la terza volta che…

Altro obiettivo dichiarato è quello di approntare delle risposte di carattere regolamentare che possano evitare eventuali utilizzi di questo tipo. Non è chiaro come, ma questa è un po’ la bellezza di certe richieste.

Vale la pena di ricordare che la stessa richiesta è stata avanzata già due volte in passato, senza che vi sia stato dato alcun seguito. Sarà questa la volta buona?

Un ritornello buono per tutte le stagioni

La minaccia del terrorismo viene agitata praticamente sempre quando si vogliono introdurre norme restrittive della libertà. È successo in passato con gli strumenti crittografici che diventavano finalmente disponibili per tutti, così come è successo per la messaggistica cifrata, per la corrispondenza telematica e in ultimo anche per Bitcoin e criptovalute.

Un ritornello davvero buono per tutte le stagioni, tanto da essere ripetuto in ogni possibile occasione anche da BCE, nella forma della sua presidente Christine Lagarde, da economisti affezionati al vecchio conio e da analisti che non hanno mai analizzato granché del mondo cripto.

…non solo per i cyber-criinali ma anche per terroristi, cartelli e anche stati-nazione che stanno utilizzando il riciclaggio di denaro per fare di tutto: dall’acquisto di armi al traffico di persone attraverso i confini, fino all’acquisto di Fentanyl.

Questo il commento che Zachary Nunn avrebbe condiviso con Coindesk, ripetendo un po’ quelle minacce e quelle paure che più di qualcuno trova ormai funzionali ad altri disegni.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • in usa si va verso il ban, è solo questione di tempo.

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    • sì, e poi c'era la marmotta che impacchettava il cioccolato

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