Bitcoin continua a galleggiare sopra i 29.000$, per una settimana che si chiude all’insegna della calma, nonostante i diversi dossier aperti sul tavolo del banchiere centrale più potente del mondo. Banchiere centrale – per quanto tecnicamente non sia tale – che il prossimo 3 maggio dovrà prendere una decisione importante e all’apparenza scontata.
Con l’arrivo dei dati PCE di venerdì 28 aprile, il quadro di indizi su quanto potrebbe accadere la prossima settimana – e che interesserà anche Bitcoin e criptovalute – si allarga.
E ci sono poi anche altre questioni che potrebbero non far passare un fine settimana tranquilli al consesso di uomini e donne che governano i tassi di interesse americani e – in un certo senso – il mondo. Cosa ci aspetta per la prossima settimana e a quali dati dovremo guardare per cercare di capire cosa succederà anche sul mercato crypto?
Sarà una settimana intensa sia per Bitcoin che per il mondo delle criptovalute. Mentre in Italia ci godremo un altro ponte, negli Stati Uniti gli occhi saranno puntati su diverse spinose questioni che angosciano ormai da tempo tanto Jerome Powell quanto i mercati finanziari.
La situazione di First Republic appare ormai come irrimediabilmente compromessa. Secondo quanto riportato dalle principali testate negli Stati Uniti, il governo federale sarebbe già in contatto con i vertici dell’azienda. Si parla con sempre maggiore insistenza di possibilità di intervento privato, forse accompagnato da quello pubblico.
Non è chiaro se siamo davanti ad un altro caso Silicon Valley Bank. Ad ogni sussulto in negativo del gruppo bancario, che ormai vale una frazione di quanto valeva solo qualche settimana fa, Bitcoin è passato all’incasso. Cosa accadrà in caso di salvataggio?
La questione delle banche USA e di qualche malato che comincia con i primi colpi di tosse terrà banco ancora per qualche tempo. E per qualcuno è un’ottima motivazione per spingere il FOMC che deciderà sui tassi di interesse a passare la mano, almeno a questo giro.
È uno dei tanti indici dei prezzi che indica l’aumento dei prezzi per il consumo personale e domestico. Si tratta di un buon indicatore di come si stanno muovendo i prezzi e in genere viene considerato uno dei fattori per prendere decisioni di politica monetaria.
I dati che sono arrivati oggi sono leggermente sopra alle aspettative e raccontano di un’inflazione difficile da battere, nonostante nei mesi precedenti ci siano stati diversi rialzi dei tassi.
A rigor di logica questo dovrebbe spingere Fed verso i 25 punti base di rialzo dei tassi, ipotesi che sembrava già scontata ieri e che oggi diventa quasi certa per i mercati. Le aspettative dei mercati, già pesantemente a favore di rialzi di 25 punti base, hanno virato ulteriormente verso questa possibilità.
Se così dovesse essere, non ci aspettiamo grandi stravolgimenti per il prezzo di Bitcoin. I mercati, ve lo ricordiamo, si muovono sulle aspettative.
Sta succedendo molto, sebbene sotto traccia. I Bitcoin sugli exchange crescono, per quanto in misura modesta. I volumi spot sono stati interessanti durante la settimana, ma mancano ancora quelli del mercato dei derivati. A guardarla da questo angolo sembrerebbe essere una settimana, questa che si sta chiudendo, di carica per fare poi i fuochi d’artificio la prossima settimana. Staremo a vedere se si seguirà ancora una volta questo pattern.
Ethereum accumula forza, per quanto calcolare gli $ETH disponibili sui mercati sia sempre o quasi un conto della serva poco utile per anticipare dei movimenti di prezzo. L’ecosistema però, questo è innegabile, è in ottima salute. Tornano capitali in staking, segno che tolta la maretta agitata dal caso Kraken in realtà di investitori disposti a fuggire ce ne sono pochi.
Il resto del mercato, dopo le montagne russe di questa settimana sta cercando la propria strada. La dominance di Bitcoin lascerebbe intuire poco spazio per un ulteriore guadagno di $BTC contro il resto del settore. Ma anche qui siamo di fronte ad un indicatore piuttosto debole e quasi mai usato con intelligenza per valutare eventuali spostamenti di mercato futuri.
Per completare il quadro di indicatori che ci offrono una lettura parziale – molto parziale – ma al tempo stesso potenzialmente interessante c’è l’indicatore fear/greed, ovvero quello che indica il sentiment principale di mercato, che è stabilmente in direzione avidità. E che indica in questi casi un atteggiamento molto bullish diffuso sul mercato.
In molti ci vedono il segnale che bisognerà raffreddare i bollenti spiriti. Noi che quell’indicatore lo utilizziamo sempre molto poco, sappiamo che non è ciclico e che si potrebbe rimanere in greed o in fear molto a lungo. Cosa che è successa costantemente nel corso degli ultimi 2 anni.
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