Chi crede che il problema sia limitato a First Republic Bank è naive. Non lo dicono analisti crypto-esaltati, ma una delle più importanti banche d’affari del mondo. J.P. Morgan, tramite un suo dirigente, ha confermato infatti quelle che sono le paure che i mercati percepiscono da tempo e che le massime autorità monetarie e economiche del pianeta avevano invece associato alle tipiche paranoie e paturnie di Wall Street.
Sì, abbiamo un problema con le banche, in particolare negli USA (e chissà altrove) – e questo potrebbe secondo altri favorire un’ulteriore scalino rialzista tanto per Bitcoin, quanto invece per il mondo crypto più in generale. Entrambe le parti del comparto hanno infatti cavalcato senza colpo ferire la precedente (e recente) crisi del settore bancario incarnata nel fallimento o quasi di Silicon Valley Bank.
Questa volta in aggiunta, anche con tutta la fantasia del mondo, sarà difficile per i politici di Washington sostenere che una parte importante del problema sia da imputarsi al mondo crypto. First Republic Bank infatti non ha mai avuto legami rilevanti con questo comparto.
In certi ambienti certe parole vengono in genere soppesate prima di essere pronunciate. Gli ambienti sono quelli del gotha della finanza mondiale, quella JP Morgan che non solo è uno degli istituti bancari più potenti al mondo, ma anche una delle banche d’affari più rilevanti del pianeta. A parlare questa volta è Bob Michele, che nel corso della settimana ha confermato quelle che sono le preoccupazioni dei mercati tradizionali riguardo l’ennesima crisi del mondo bancario.
Credo che le abbiamo entrambe [la crisi di First Republic e quella del settore bancario, NDR]. Credo che sia piuttosto naive credere che il problema sia limitato a First Republic.
Un breve riassunto per chi si fosse perso le ultime evoluzioni del settore bancario USA. Mentre Fed e Tesoro USA si affannavano a tranquillizzare i mercati, abbiamo avuto negli scorsi giorni un altro tonfo in borsa per un importante istituto bancario USA, il quattordicesimo per quantità di depositi e capitali gestiti. È First Republic Bank questa volta a essere nei guai, e Bitcoin e crypto non c’entrano neanche alla lontana.
I dati sui prelievi ai danni dell’istituto non sembrerebbero infatti lasciare granché spazio per un’evoluzione positiva della situazione, con il salvataggio che però questa volta potrebbe arrivare dall’ambito privato, senza che ci sia intervento, neanche temporaneo, da parte delle autorità di Washington.
Direttamente nulla. Indirettamente sono in diversi ad aspettarsi che la cosa possa avere dei risvolti positivi per il comparto, che soltanto qualche settimana fa – in concomitanza con la crisi di Silicon Valley Bank – ha cavalcato l’onda della paura confermandosi come uno dei settori più forti del 2023.
La situazione di First Republic Bank dovrebbe diventare più chiara già da oggi, con le autorità federali che passeranno al vaglio le proposte di diversi gruppi bancari. Se dovesse però avere ragione Bob Michele di JP Morgan, presto potrebbe esserci un’altra crisi, magari di medesime proporzioni.
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