Doppietta che allontana, almeno per certe operazioni, due exchange americani dalla loro terra natia. A pochi minuti di distanza sia Coinbase che Gemini annunciano l’avvio delle operazioni per due piattaforme di derivati che non saranno destinate agli utenti USA e che serviranno un mercato più ampio, quello globale, possibilmente lontano da sguardi e azioni indiscrete del regolatore USA.
Una coincidenza di date che racconta però molto di quello che sta avvenendo su scala globale e di come la speculazione su Bitcoin (principalmente) e sulle altre criptovalute troverà probabilmente albergo lontano da Washington.
Il tutto con sullo sfondo una causa potenzialmente milionaria – leggi qui lo speciale sul nostro Magazine – che riguarda l’exchange leader anche di questo comparto, quel Binance che dovrà vedersela con CFTC e cercare di uscirne in piedi e lontano possibilmente da ban perpetui.
Dato che la stampa mainstream ha riportato tali notizie già qualche tempo fa – quando erano poco più che annunci – non capendo effettivamente cosa ci fosse in ballo, è bene partire cercando di fare chiarezza su quanto sta effettivamente accadendo.
Le piattaforme lanciate da Gemini e da Coinbase sono piattaforme di derivati e non per l’acquisto diretto di criptovalute. Sono destinate ad un pubblico di specialisti e non sostituiscono la loro offerta negli States, che rimarrà attiva come prima.
Le due piattaforme, almeno per ora, sono nate per offrire prodotti a leva su contratti senza scadenza. Nel caso di Coinbase fino a 5x, nel caso di Gemini fino a 100x. Non è chiaro se le condizioni cambieranno in futuro.
L’altro aspetto interessante – e che Coinbase ha sottolineato all’interno del comunicato stampa, è che non ci sarà bisogno di quelle che in gergo tecnico si chiamano Fiat onramp, ovvero di canali che permettano di versare denaro fiat. Si può fare tutto con le cripto, eliminando una delle questioni che causano maggiori attriti con il regolatore – e che espongono gli exchange a maggiori rischi.
L’altra guerra in corso è quella degli stablecoin. Noi ve l’abbiamo raccontata in uno speciale dettagliato sul nostro Magazine e queste due notizie confermano quanto avevamo intuito: il business degli stablecoin è troppo goloso per lasciarlo tutto nelle mani di Tether. L’idea di fondo di questi due exchange è che le piattaforme in questione serviranno per spingere da un lato USDC, dall’altro GUSD.
In realtà poco, nel senso che tali prodotti mai potrebbero essere aperti negli USA, a meno di non voler entrare in un autentico ginepraio fatto di norme del secolo scorso e di impossibilità di fatto di avere a che fare con i retail.
L’idea di entrambi gli exchange è quella di cercare di rosicchiare quote a altri exchange per quello che è e rimarrà il business più prolifico del quale un exchange può farsi carico. Staremo a vedere se questi interventi permetteranno di riequilibrare un mercato che, in particolare dopo la scomparsa di FTX, è quasi nella totalità nelle mani di Binance, che ha in mano più della metà dei volumi su scala mondiale. E, dimenticavamo, Gemini in questa versione non sarà disponibile neanche per noi europei.
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