SEC ha 10 giorni di tempo per rispondere alla richiesta di chiarimenti di Coinbase, richiesta che era rimasta lettera morta per mesi e per la quale l’exchange si era recato in tribunale chiedendo giustizia. Giustizia che è arrivata da una corte del Terzo Circuito e che impone a SEC una risposta entro 10 giorni, con 7 giorni poi per Coinbase per rispondere.
Qualcosa si muove e verrebbe da dire anche che qualcuno si è accorto che esistono delle leggi alle quali anche SEC e Gary Gensler devono rispondere, non essendo dotati di poteri assoluti ma di averne una parte su delega del Congresso e dunque del popolo americano.
Difficile pensare che da questa situazione vengano fuori soluzioni definitive all’angosciosa questione che riguarda il mondo crypto negli USA, ma sarà comunque, per i motivi che vedremo, un chiodo sulla bara virtuale di Gary Gensler, che a qualcuno dovrà iniziare pur a rendere conto.
Le corti danno ragione a Coinbase: SEC risponda!
La corte del Terzo Circuito ha dato ragione a Coinbase e ha intimato a SEC di rispondere alle richieste di chiarimenti dell’exchange entro 10 giorni. Una richiesta che arriva dopo che l’exchange ha confermato di attendere risposta dall’agenzia che vigila sui mercati finanziari negli USA da quasi 1 anno. La conferma della decisione è arrivata da Paul Grewal, Chief Legal Officer di Coinbase:
Il Terzo Circuito ha emesso un’ordinanza intimando a SEC di inviare un responso alla nostra petizione entro 10 giorni (e ci ha dato 7 giorni per rispondere). Ecco il testo dell’ordinanza: si ordina al convenuto di inviare una risposta alla petizione write of mandamus entro 10 giorni dalla data di questa ordinanza. Il richiedente potrà inviare una risposta entro 7 giorni dalla data dell’invio della documentazione da parte del convenuto.
Ci si muove dunque per una vittoria che è più simbolica che concreta, dato che difficilmente da questa specifica petizione verrà fuori qualcosa di definitivo per il settore. Simbolico ma importante, perché SEC viene richiamata ai suoi doveri da un giudicante terzo, segno del fatto che almeno negli USA qualche strumento anche legale per gli exchange è rimasto. E che la battaglia sarà sì lunga, ma anche possibile.
Cosa sta chiedendo Coinbase
Si fa riferimento ad una richiesta avanzata da Coinbase nel luglio 2022 e che riguardava la richiesta di processo formale di rulemaking al fine di offrire, da SEC agli exchange, procedure chiare e guidance all’industria cripto.
La richiesta è rimasta per 10 mesi lettera morta, fino a quando Coinbase, all’interno di una più ampia battaglia tra l’exchange e l’agenzia, che dovranno incontrarsi in tribunale anche per la causa che SEC ha intentato nei confronti dello scambio quotato al NASDAQ, in relazione all’offerta di prodotti che potrebbero essere security e dunque titoli finanziari soggetti a registrazione secondo le leggi USA.
Abbiamo analizzato il caso SEC vs Coinbase anche nel nostro Magazine – puoi leggere qui l’uscita su SEC vs Coinbase.
La situazione è complessa, ma Coinbase conta di avere non solo le risorse finanziarie, ma anche quelle della ragione (e probabilmente anche supporto politico) per affrontare l’ennesima causa intentata da SEC a player del mondo crypto.
Gensler vagera’ nell’ Ade senza naso, senza orecchie e senza occhi e quando lo vedranno i defunti diranno : ” Ecco Gensler, lo stolto che pensò di aver ucciso Bitcoin!”
Purtroppo c’è poco da ridere. Il potere non cambia dai tempi di Cesare.
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Proprio per questo Bitcoin è considerato la più grande rivoluzione della storia.