Il governatore dello Stato del Montana, il repubblicano Greg Gianforte, ha promulgato la legge statale che garantirà a chi fa mining Bitcoin diritti e parità di trattamento rispetto alle altre industrie. Una legge che era in preparazione da tempo e che si contrappone alla dottrina Biden. Nuova dottrina che vorrebbe imporre ai miner un’accisa del 30% sui consumi elettrici, a prescindere dalla tipologia di energia consumata.
La legge non è la prima di questo tenore a essere approvata a livello statale negli USA e rinforza lo scontro politico che sta coinvolgendo il mining Bitcoin, l’utilizzo di energia elettrica da parte di certe industrie private e più in generale lo scontro tra repubblicani e democratici su Bitcoin. Uno scontro che sarà con ogni probabilità al centro anche delle prossime presidenziali, che eleggeranno il prossimo inquilino della Casa Bianca.
La legge, che analizzeremo in questo speciale, garantisce parità di trattamento ai miner Bitcoin a livello industriale e proibisce la promulgazione di leggi che li discriminino rispetto a altre industrie.
Il mining Bitcoin è tema di scontro politico negli Stati Uniti. Una recente proposta dell’amministrazione Biden vorrebbe imporre un’accisa del 30% sui consumi elettrici dell’industria dalla quale dipende la sicurezza del protocollo di Bitcoin.
Accisa che significherebbe per molti miner l’impossibilità di essere in profitto e che costringerebbe la maggioranza delle operazioni a abbandonare gli Stati Uniti, paese che è diventato meta preferita dei miner tanto per la stabilità politica (ora in dubbio) quanto per la presenza in diverse aree del paese di energia a basso costo.
La risposta arriva a livello statale. Lo stato del Montana, con guida di segno politico opposto rispetto a Joe Biden, ha promulgato poche ore fa la legge che tutelerà il mining Bitcoin.
Dato che il mining di asset digitali fornisce valore economico positivo a individui e compagnie in tutti gli Stati Uniti;
Dato che il mining di asset digitali ha spesso incontrato difficoltà con le regolamentazioni a livello statale e locale;
Dato che lo Stato del Montana vuole proteggere i diritti degli individui e delle compagnie di fare mining di digital asset e creare certezza legale per l’industria del mining
Dato che il mining di asset digitali ha il potenziale di stabilizzare la rete elettrica e offrire ritorni per il rinnovamento dell’infastruttura in tutto lo stato.
Le premesse della legge che è stata appena promulgata riprendono diversi temi cari agli appassionati Bitcoin – e che erano stati contestati da un recente attacco del New York Times – come la capacità del mining di offrire stabilità economica e possibilità di sostenere anche investimenti nelle rinnovabili e per il miglioramento della rete. Con queste premesse, lo Stato del Montana ha promulgato una legge che dovrebbe rendere lo Stato un porto sicuro per questo tipo di attività. Nello specifico:
Oltre a parlare di neutralità dei pagamenti, la legge impone a tutte le autorità locali un eguale trattamento dei data center e delle mining farm di Bitcoin, senza che queste ultime possano essere oggetto di ulteriori restrizioni, come già avvenuto ad esempio nello Stato di New York.
In altre parole, non sarà possibile creare leggi locali che siano discriminatorie nello specifico del mining, a meno che queste non coinvolgano anche i data center generici.
Sì, per quanto il Montana non potrà certamente ospitare tutti i transfughi da realtà statali negli USA che invece hanno preso provvedimenti in senso contrario. La questione è di enorme rilevanza anche in termini politici: diversi stati sono pronti a dare battaglia sia a livello locale, che nazionale contro il vento proibizionista che spira da Washington.
Una lotta che, come vi abbiamo già anticipato sul nostro sito, arriverà fino ai piani più alti della politica americana e coinvolgerà anche le prossime elezioni presidenziali. Elezioni presidenziali che vedranno partecipare anche uno dei Kennedy, con posizioni radicalmente a favore di Bitcoin. E, stranamente, di estrazione democratica.
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