“Ethereum spazzatura e incubo sicurezza” | Parla fondatore Chia

A Ethereum non mancano certo detrattori e nemici. In pochi però avevano pubblicato un lungo post di accuse al vetriolo come Bram Cohen, creatore di BitTorrent e oggi a capo di Chia – e quindi certamente con skin in the game, almeno in termini di interessi sull’attaccare la piattaforma di Vitalik Buterin. Un lungo post di accuse che abbiamo deciso di presentarvi anche allo scopo di avere – possibilmente – una discussione sui diversi punti che sono stati toccati dal creatore di BitTorrent.

Un attacco alla vecchia narrativa di Ethereum come Computer Mondiale, in aggiunta alla demolizione di Solidity – che sarebbe un incubo per la sicurezza – e più in generale all’atteggiamento di chi mantiene il protocollo Ethereum.

Sfogo di chi non ha raggiunto granché successo con il suo network oppure accuse puntuali delle quali bisognerebbe discutere?

Idee stupide

Il post di Bram Cohen avrà colto di sorpresa anche i più accesi detrattori di Ethereum, pur tra quelli che sono abituati al caustico linguaggio di Twitter.

Ethereum doveva essere il “Computer Mondiale”, con scaling on chain infinito che avrebbe permesso alle persone di utilizzarlo come risorsa computazionale reale. Questa è sempre stata un’idea ovviamente stupida. Tutte le validazioni on-chain devono essere replicate da tutti i full node, cosa che è estremamente ridondante.

Un tema che chi segue le diatribe ad esempio tra appassionati più integralisti di Bitcoin e Ethereum avrà certamente già sentito. Il riferimento è alla vecchia narrativa che animava Ethereum, poi almeno parzialmente sostituita da quella di moneta solida.

Questo piano è fallito. Anche avvicinandosi al punto di rottura e con un sacco di sforzo ingegneristico per aumentare quel limite, Ethereum supporta ancora circa il doppio delle transazioni di Bitcoin. Questo risultato “tiepido” anche per le performance di una blockchain è perché Solidity e EVM sono due piattaforme spazzatura e c’è poco lavoro destinato al problema ingegneristico certamente mondano di rendere qualcosa migliore. Anche moltiplicando per 10 la performance del network, l’idea del “Computer Mondiale” rimane una fantasia delirante.

E qui forse il fulcro della questione secondo Cohen, che rinfaccia a EVM e Solidity, gli standard sui quai poggia tutta l’impalcatura smart contract di Ethereum di essere poco più che spazzatura.

Parlo di questo adesso non per schernire, ma perché questo cambio di piani è stato convenientemente dimenticato, come se non fosse mai esistito. Al contrario il management di Ethereum è riuscito a rendere l’intera baracca molto più centralizzata e ha esacerbato i suoi problemi di MEV.

E ha poi aggiunto, non contento:

Sembra che anche i piani sullo sharding (un’altra cattiva idea) siano stati silenziosamente abbandonati in favore del supporto per i ZK rollups e per la proof of publication, cosa che è un piano ragionevole se non fosse che è soltanto un piano e che richiede molto più lavoro per benefici molto minori rispetto al noioso problema di rendere gli state channels funzionanti.

E poi:

C’è questa narrativa pubblica che vede gli sviluppatori di Ethereum come un gruppo di geni che porta a termine compiti favolosi. Non lo sono. Lo sviluppo ha ottenuto, fino a adesso, veramente poco e continua a focalizzarsi su problemi divertenti e non su problemi più prosaici come Solidity che è un incubo per la sicurezza, grazie al quale continuano a essere rubati miliardi di dollari.

Tutti contro Ethereum

Le fee eccezionalmente alte di questi ultimi giorni sembrano aver dato manforte agli oppositori di Ethereum. Soltanto ieri il capo di Solana aveva accusato il network di essere incapace di funzionare anche a fronte di una sola applicazione – in questo caso Pepe – di successo sul breve periodo.

Chissà se arriveranno risposte dallo staff di Ethereum, che può comunque ancora trincerarsi – in particolare nei confronti di Chia – dietro il fatto di essere di gran lunga il network più utilizzato nello spazio crypto.