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Crypto guadagna il 10% durante CROLLO | Il “regalo” di Bitcoin

Stacks guadagna quasi il 10% e sì, c'entra la particolare situazione di Bitcoin in queste ore.
2 anni fa
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Ci sono polemiche… importanti

Bitcoin sta vivendo giornate di grande passione: le transazioni in attesa sono ai massimi storici, le commissioni stanno rendendo i miner di nuovo ricchi e sono in pochi a vedere una via d’uscita dalla situazione attuale, se non quella di un improvviso calo di interesse per Inscription e token BRC20. C’è qualcuno, oltre ai miner, a guadagnare da questa situazione, in un movimento ciclico ma parallelo allo stato di ingolfamento del network di Bitcoin.

Si tratta di $STX di Stacks, un protocollo che viene definito forse un po’ impropriamente una sorta di layer 2 per Bitcoin, che ad ogni sussulto del mondo degli Ordinals, delle Inscriptions e anche dei “nuovi” token BRC20 guadagna qualcosa sul mercato.

Questa volta più di qualcosa: nel momento in cui scriviamo Stacks è sopra di quasi il 10% rispetto ai prezzi di 24 ore fa, crescita che è doppiamente significativa se dovessimo tenere conto della pessima giornata di Bitcoin e del resto del comparto. Ma quanto c’è di solido? E perché è un token tanto discusso?

Doppia ferita per i più integralisti?

L’attuale situazione del network di Bitcoin – completa responsabilità di qualcosa che per i più integralisti non dovrebbe neanche esserci sulla blockchain del re – è già da tempo fonte di grandi polemiche. A queste probabilmente si aggiungeranno quelle innescate dalla corsa di Stacks, soluzione che si propone come un layer 2 di Bitcoin e che periodicamente torna a crescere in modo sostanziale.

Crescita poi storicamente sempre rientrata, ma data la giornata molto particolare sul fronte Bitcoin e più in generale su quello crypto, forse è il caso di parlarne in modo più approfondito.

  • Stacks capitalizza ogni “rallentamento” di Bitcoin

Lo scriviamo tra virgolette perché in realtà Bitcoin sta continuando a produrre blocchi come se nulla fosse. L’affollamento è fuori dalla blockchain per chi sta provando a farsi inserire nel prossimo blocco. Nel momento in cui scriviamo questo approfondimento ci sono quasi 420.000 transazioni in attesa di conferma e la situazione non sembra accenni a migliorare.

  • Stacks è una soluzione?

Questo è quanto sembrerebbero indicare i mercati ogniqualvolta si presenti una situazione simile a quella di oggi per Bitcoin. Il ragionamento è semplice: Stacks sembrerebbe offrire una sorta di Layer 2 su Bitcoin e dunque sarà tra i primi a avvantaggiarsi di questa pessima situazione sul fronte layer 1. In realtà di polemiche che circondano il token ce ne sono diverse, a partire dalla sua stessa esistenza. In molti, in particolare dai circoli più ortodossi nella fede per Bitcoin, chiedono non senza un pizzico di ragione quale sia il senso di avere un token aggiuntivo e se non si fosse potuto fare altrimenti utilizzando magari Bitcoin.

  • Il “problema” del consenso

Altre critiche che vengono frequentemente mosse a Stacks riguardano l’ottenimento del consenso, che ha un funzionamento molto simile, per alcuni troppo simile a quello della Proof of Stake, che è stata ribrandizzata sfruttando appunto l’assonanza con Stacks.

Purismo o meno è una storia già vista

Vi basterà fare zoom out dal grafico per rendervi conto come queste corse di Stacks siano in realtà cicliche e come spesso si presentano in concomitanza della febbre per gli Ordinals.

Tutte le altre volte sono rientrate o quasi. Prima di operare, tenente conto. Per ora i mercati, sul brevissimo, hanno deciso di infischiarsene delle critiche al protocollo. Se dobbiate infischiarvene voi o meno, non sta a noi deciderlo.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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