Arriva il dato sull’inflazione USA: anno su anno siamo a 4,9% contro aspettative del 5,00%. Dato quindi quasi in linea con le previsioni dell’inflazione classica anno su anno, e lo stesso possiamo dire dell’inflazione core, al 5,5%.
Nulla di fatto per i mercati? Le ore successive alla diffusione del dato sono generalmente caratterizzate da un aumento dei volumi e anche della volatilità, per quanto un dato noioso come quello di oggi non dovrebbe contribuire granché a cambiare le carte in tavola.
Alla diffusione del dato il prezzo di Bitcoin ha reagito andando sopra, seppur di poco, ai 28.000$ e guadagnando una somma vicina all’1% nel giro di meno di un minuto. La situazione rimarrà degna di attenzione per le prossime ore. E anche in virtù di come potrebbe cambiare le prossime scelte di politica monetaria di Federal Reserve.
Bitcoin e crypto hanno reagito con un modesto ma visibile rialzo alla diffusione dei dati sull’inflazione. Dati che raccontano di un aumento dei prezzi anno su anno del 4.9%, in leggera discesa rispetto al dato del mese scorso. Troppo poco per brindare, troppo poco per pensare che tutto ormai sia alle spalle, per quanto i mercati abbiano reagito con un rialzo deciso, che si è però infranto almeno per ora sul muro dei 28.000$.
La questione più importante non è l’inflazione in sé, ma che tipo di decisioni prenderà Federal Reserve a giugno partendo (anche) da questo dato. I dati arrivati dal mercato del lavoro non erano stati granché incoraggianti riguardo la possibilità di fermare i rialzi già dalla prossima seduta. Il dato di oggi dell’inflazione sembrerebbe invece remare in questa direzione.
I dati che possiamo leggere dai mercati non sono cambiati granché. Rispetto a ieri è aumentata, seppure in modo molto leggero, la convinzione che dal prossimo giro, a giugno, non ci saranno rialzi dei tassi di interesse.
Mancano però ancora 35 giorni all’appuntamento del FOMC e le cose potrebbero rapidamente cambiare. Prendiamo per ora il dato per quello che è.
Sul brevissimo sì, sul medio e lungo periodo sarà il caso invece di fare altre valutazioni. Un immediato stop al rialzo dei tassi non può che essere visto dai mercati come positivo, per quanto in realtà le questioni aperte sull’economia siano ancora diverse.
Probabilmente le prossime questioni definitorie riguarderanno anche il quadro regolamentare negli USA, che pian piano e per forza di cose dovrà andarsi a definire in modo più netto. Permangono inoltre preoccupazioni sull’interesse che il settore può riuscire a suscitare in investitori istituzionali o comunque in grado di muovere grossi capitali.
C’è anche chi sta puntando su difficoltà del sistema in quanto tale – in particolare a livello bancario – e prevede altre crisi locali che potranno influenzare ulteriormente le decisioni di Fed. Per ora è presto per parlarne.
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