Anche EY, una delle società di servizi e di consulenza più importanti del mondo, torna a fare capolino nel mondo di Ethereum. Durante il Global Blockchain Summit di Londra, il gruppo ha infatti annunciato la beta di un servizio completo che permetterà il tracciamento di emissioni di CO2 e di carbon credit per le aziende partner.
Il gruppo ha scelto Ethereum come piattaforma blockchain sulla quale sviluppare questo servizio, evidentemente favorita dal passaggio a PoS e dalla narrativa green che viene associata a questo cambiamento nel metodo di consenso.
Ernst & Young conferma così il suo impegno nel mondo della blockchain per le aziende, sfruttando quello che è uno dei temi più caldi tra corporation e medie imprese, nonché uno dei più discussi a livello politico.
Si chiama EY OpsChain ESG, è stata annunciata durante il Global Blockchain Summit di Londra ed è già disponibile in versione beta, per i clienti che hanno già accesso alla piattaforma blockchain di EY.
Come funziona? Vengono emessi dei token che rappresentano le emissioni di CO2, con il coinvolgimenti di InterWork Alliance di GBCC, della quale fa parte non solo EY, ma anche Microsoft. Tali token possono poi essere emessi per tracciare le emissioni di CO2 e collegati anche a specifici prodotti dell’azienda.
Secondo quanto è stato riportato da EY, la tokenizzazione renderà più visibili anche gli sforzi sostenuti dalle aziende per la decarbonizzazione, cavalcando così un tema che è tra i più sentiti anche a livello politico.
La blockchain servirà anche a supportare un mercato volontario dei carbon credit che sia maggiormente affidabile e efficiente, e che superi i problemi di integrità che tale mercato ha già dimostrato di avere.
Per il supporto di carattere infrastruttura è stata scelta la blockchain di Ethereum, che torna così alla ribalta anche in progetti green, dopo che questo ruolo era stato occupato con maggiore convinzione da Polygon Matic, proprio a questioni legate al mining Ethereum che ora non sono più presenti.
Per tutto il resto, è possibile leggere il documento di EY ancora piuttosto scarno di dettagli, ma del quale con ogni probabilità si tornerà a parlare a breve, dato l’enorme interesse che tali iniziative suscitano a livello corporate.
In realtà già nei mesi precedenti ci sono state aperture in tal senso. Ripple è già in prima fila, così come in passato ci sono state collaborazioni tra Cambridge e Tezos.
Anche il WEF si è interessato della vicenda, con una coalizione crypto che tra le altre cose dovrebbe occuparsi proprio di questi crediti.
Staremo a vedere se si tratterà di una moda momentanea oppure dell’organizzazione di qualcosa di più cospicuo, di più interessante per le aziende e di più duraturo. Nel frattempo si tratta di una buona notizia per Ethereum, che torna in uno spazio green che sembrava poter perdere definitivamente a favore di altri progetti.
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Naturale evoluzione xD Poi diventerà la "blockchain" d'elezione per i social credits alla cinese e poi magari direttamente una cbdc con un bell'hard fork che introduca la proof of authority perchè è l'innnovazzz10n3333!!1 che gli altri ci inviddd14n00h!
Fortuna il proof of work ci tiene lontani questi truffoni politici, energia ben spesa anche soltanto per questo.
E sì: sono solo un po' di provocazioni e trollate gratuite.
(ma oddio neanche tanto ;) ).