Anche per Ethereum è grande fuga dagli exchange. Negli scorsi giorni ci siamo occupati della questione relativamente a Bitcoin, ritenuto sempre metro più indicativo dei movimenti di mercato e oggi è il turno di guardare a cosa sta succedendo nel mondo di Ethereum, mondo decisamente più complesso perché sulla supply intervengono sia lo staking, sia una modalità dinamica per l’emissione e per il burn dei token.
I dati sono incoraggianti e in altre situazioni di mercato avrebbero fatto gridare molti al ritorno di un mercato bullish. Prima però di investire, è sempre una buona idea leggerli davvero i dati.
Noi di Criptovaluta.it abbiamo deciso di proporveli e di aiutarvi a analizzarli, così da avere un edge sul resto del mercato e su chi decide invece di non informarsi. Parleremo della supply nel totale e – dato per qualcuno più importante – anche di quanti ne sono disponibili all’interno dei principali exchange.
Lo studio che vogliamo sottoporvi oggi riguarda, da diversi angoli, l’offerta di Ethereum sui mercati. Partiamo subito con il grafico che raffigura l’andamento delle quantità complessive di $ETH che sono depositati presso i principali exchange.
Il grafico è molto chiaro. C’è un trend in calo dal pieno della scorsa bull run, nonostante l’emissione di token sia andata, durante questo arco quasi triennale abbia vissuto alti e bassi. Se dovessimo prendere solo questo dato come buono, potremmo dire di essere davanti a un trend chiaramente rialzista. Gli Ether vengono portati fuori, o per autocustodia oppure ancora per utilizzarli nelle varie Dapps della DeFi. Cosa vuol dire questo? Vuol dire comunque che l’utilizzo è in rialzo. Ma sarà confermato da altri dati?
C’è anche il dato che conferma come ci sia stata una crescita in termini percentuali di Ethereum che sono detenuti in Smart Contract.
La lettura più ovvia di questo dato è che i casi d’uso di Ethereum aumentano e che dunque questo è uno dei motivi per i quali ne troviamo sempre meno all’interno degli exchange. Anche questo è un buon segnale dell’utilizzo di Ethereum. Un segnale, se vogliamo, bullish.
Non tutto il male vien per nuocere. Il burn, ovvero la distruzione di coin che è direttamente proporzionale all’utilizzo della chain continua a crescere, con una curva che si fa sempre più ripida.
Per chi non dovesse avere grande dimestichezza con questo tipo di dati, questo vuol dire che si stanno bruciando, giorno dopo giorno, sempre più Ethereum, andando a ridurre così la quantità di circolante. Sì, anche questo è un altro dato interessante e positivo.
Il grafico che riportiamo paragona Bitcoin, in arancione, Ethereum se non avesse mai abbandonato la PoW e in blu quello che è successo effettivamente. C’è stata una riduzione netta e soprattutto una riduzione importante rispetto a quello che sarebbe stato il percorso in assenza di Merge. Sì, a costo di sembrare ripetitivi, anche questo sembrerebbe essere un buon segnale.
L’altro grafico che aggiungiamo a questa analisi è di respiro decisamente più ampio e ci permette di renderci conto quali siano state le effettive progressioni di questa dinamica.
Ethereum rimane un ecosistema che gode di ottima salute e che nonostante tutti o quasi si siano dimostrati preoccupati di quanto il sistema sarebbe stato in grado di reggere l’introduzione dell’unstaking, in realtà ha già superato la fase critica.
Ottimi segnali, che poi di riflesso vogliono dire ottimi segnali per tutto l’enorme ecosistema che ruota intorno a Ethereum.
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