Le due cose certamente non saranno correlate, anche se come ricordava un vecchio politico italiano, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Le storie di Bitcoin, del mondo crypto e di Warren Buffett si incrociano ancora una volta, anche se questa volta per vie piuttosto oblique.
La notizia è questa Warren Buffett ha chiuso le sue posizioni su alcuni titoli bancari USA, e uno di questi è quello di un istituto che proprio ieri si era detto sempre più aperto al mondo degli asset digitali, eufemismo tramite il quale, ai piani alti, ci si riferisce in genere al mondo crypto – e nello specifico a quello più appetibile per il mondo finanziario.
La recente apertura di BNY Mellon, non esattamente la prima per l’istituto, è stata parte della scelta di Berkishire Hathaway di chiudere tutto e andare via? Staremo a vedere, anche se il sospetto è che – nonostante i ricami di certa stampa – in realtà a condizionare certe scelte sia stato altro. E si tratta di altro che Bitcoin combatte proprio dal primo dei suoi giorni.
BNY Mellon: criptovalute avranno un futuro
Sì, lo hanno detto davvero, per quanto abbiano utilizzato la locuzione asset digitali per evitare quel crypto che in certi ambienti suona ancora come una parolaccia. A parlare è BNY Mellon per bocca del suo CEO, che is è detto molto aperto al mondo degli asset digitali.
Ci sarà un futuro, e sarà a base di DLT, di tokenizzazione e di cash digitale. In altre parole tutto l’apparato che parte da Bitcoin e che finisce su progetti certamente meno distribuiti, ma che con crescente fame guardano alla torta del mondo degli asset classici che potrebbero essere tokenizzati.
A parlare, lo ricordiamo per chi si fosse messo in lettura solo ora, è l’istituto bancario più antico degli USA, che già nel 2021 aveva aperto al mercato di Bitcoin e che recentemente aveva annunciato l’intenzione di iniziare a offrire servizi di custodia per questa categoria di asset.
Il cattivo della storia è Warren Buffett?
Dall’altro lato abbiamo Warren Buffett, investitore leggendario che non per nulla veniva chiamato l’Oracolo di Omaha. Gli spostamenti in termini di posizioni della sua Berkshire Hathaway vengono da sempre seguiti da migliaia di occhi, data appunto la rilevanza del personaggio e della società che guida ormai con successo da diversi decenni.
Il gruppo si è liberato – è diventato ufficiale poche ore fa – del 100% delle sue azioni BNY Mellon, cosa che ha fatto intravedere ai più una sorta di collegamento con l’ennesima apertura del gruppo bancario al mondo crypto. Probabilmente però, per quanto al mondo Bitcoin e crypto piaccia sentirsi così importante, le cose stanno diversamente.
A pesare è l’outlook economico
Un outlook economico dove ormai in molti credono che i tassi torneranno lentamente verso lo zero o quasi e che dunque disegnano un quadro certamente meno appetibile per tutto il settore bancario.
A questo va a aggiungersi una situazione economica che per molti ormai è irrimediabilmente compromessa anche negli USA, con ulteriore aggravio per le banche.
In una situazione del genere – e per qualcuno che deve fare soldi e meno di frequente prendere posizioni filosofiche – con ogni probabilità l’apertura di BNY a Bitcoin e crypto avrà pesato zero o poco meno.
Quindi no, non siamo ancora così importanti, per quanto istituti di prima fascia come BNY Mellon non possano più ignorare quanto sta avvenendo.
E per la cronaca: Buffett ha venduto anche azioni di altre banche, non legate però a $BTC. Quindi sì, il collegamento è decisamente ardito.