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Crypto exchange in CRISI? | Sì, secondo questi TERRIBILI dati

2 anni fa
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La situazione non sarà ancora grave, ma è certamente degna di attenzioni. I volumi degli ultimi due mesi sul mercato crypto e in particolare sugli exchange centralizzati sono in caduta libera e per maggio si candidano a battere il record negativo fatto registrare nel dicembre 2022, il mese successivo alla catastrofe FTX.

La situazione è preoccupante? Probabilmente ancora no, ma le nostre analisi anticipano possibili rivoluzioni – e ulteriori concentrazioni – in un mondo che nel corso del 2022 ha visto sparire diversi player un tempo rilevanti, con i pochi rimasti che devono contendersi una torta che, ancora una volta, si sta facendo troppo piccola per accontentare tutti.

E chi aveva creduto in una possibile inversione del trend grazie ai primi tre mesi del 2023, positivi sotto il piano dei volumi, è costretto purtroppo a ricredersi. Cosa possiamo aspettarci dal mondo exchange e crypto per le settimane che verranno? E quali saranno gli impatti sul prezzo di Bitcoin e anche del resto del comparto?

Allarme crypto: i volumi continuano a crollare

Partiamo dal punto fondamentale: i guadagni degli exchange sono direttamente correlati con i volumi di scambio, trattenendo questi una piccola percentuale di quanto gli utenti comprano e vendono, che si tratti di acquisti diretti oppure di contratti derivati.

  • Il problema che ci preme analizzare

Il problema, che è sotto gli occhi di chiunque si sia preso la briga di analizzare i dati che sono pubblicamente disponibili. Il grafico che riportiamo è offerto da The Block.

I volumi in caduta libera

È evidente il calo progressivo da maggio 2022, con volumi che erano più del doppio di quelli fatti registrare a aprile 2023, nonostante maggio 2022 sia stato molto peggiore di maggio 2021. Questo vuol dire che sono disponibili molte meno commissioni che gli exchange devono spartirsi in quello che è un mercato piuttosto libero e dove la competizione è all’ultimo cliente.

MESEVOLUMIVariazione mese su meseVariazione anno su anno
Maggio 20221.400 miliardi-2.850 miliardi
Giugno 20221.000 miliardi-400 miliardi-610 miliardi
Luglio 2022934 miliardi-66 miliardi-178 miliardi
Agosto 2022913 miliardi-21 miliardi-1.027 miliardi
Settembre 20221.006 miliardi+93 miliardi-1.274 miliardi
Ottobre 2022795 miliardi-211 miliardi-1.575 miliardi
Novembre 2022932 miliardi+137 miliardi-1.708 miliardi
Dicembre 2022468 miliardi-464 miliardi-1.532 miliardi
Gennaio 2023797 miliardi+329 miliardi-763 miliardi
Febbraio 2023879 miliardi+82 miliardi-351miliardi
Marzo 2023984 miliardi+105 miliardi-416 miliardi
Aprile 2023599 miliardi-385 miliardi-721 miliardi
Maggio 2023 (normalizzato su 30 giorni)434 miliardi*-165 miliardi-966 miliardi
L’andamento dei volumi

Le grandezze numeriche in tabella forse offrono però un quadro più chiaro della questione. Si continua in caduta libera – e se negli ultimi giorni di maggio non ci saranno scossoni, il mese in corso potrebbe essere peggiore del già pessimo aprile 2023 e forse anche peggiore del mese zero per il comparto, dicembre 2022.

Il 2022 è stato, tra le altre cose e come si può evincere dalla quarta colonna della nostra tabella, un anno già terribile per gli exchange, almeno rispetto al precedente.

Dove sono finiti i volumi? Negli exchange decentralizzati?

La prima risposta che possiamo darci, ancora una volta guardando ai dati, è che almeno una parte dei volumi che un tempo erano di dominio degli exchange centralizzati sono finiti su exchange decentralizzati come Uniswap.

I dati dei volumi su Uniswap, piuttosto chiari sulla questione – Defillama

Il grafico, che rappresenta i volumi di Uniswap, ci dice che il gap tra maggio 2022, mese di picco sugli exchange centralizzati, e lo scorso aprile è in realtà minore. Tuttavia anche sugli exchange decentralizzati i volumi sono stati in forte calo a aprile e anche l’ondata dei meme token, almeno su Uniswap che ne ha ospitata una gran parte, non sembrerebbe in grado di invertire il trend.

Perché è un problema per il mondo crypto

In realtà non si tratta di un problema per il mondo crypto in quanto tale, ma piuttosto per gli exchange centralizzati, i cui guadagni sono direttamente correlati ai volumi di scambio.

  • Cosa ci aspettiamo?

Se la situazione dovesse protrarsi per diversi mesi, con ogni probabilità qualcuno degli exchange con importanti strutture e numero di dipendenti potrebbe avere problemi a sostenere certi costi.

I più avveduti, come Kraken, Crypto.com e Coinbase hanno iniziato a tagliare sia dipendenti sia talune spese pubblicitarie già in tempi non sospetti, anticipando un bear market che non ha riguardato soltanto i prezzi, ma anche i volumi.

Il timore, a nostro avviso concreto, sarà tra qualche mese – sempre se non dovesse invertirsi la situazione – per quegli exchange con share di mercato risicato e strutture importanti da mantenere.

Una spiegazione anche alla corsa ai meme token

La strana corsa verso i meme token, che sta coinvolgendo in particolare Poloniex e Huobi almeno per quelli di nuovissimo conio, può essere spiegata almeno in parte anche da questo inequivocabile trend.

Se mancano i volumi, tutto fa brodo – e si saltano anche quelle due diligence sulla quotazione di certi token, alla disperata ricerca di qualcosa che generi delle commissioni.

Anche la storia di Pepe, in questo senso, è piuttosto emblematica. Tutti gli exchange, escluso per ora Coinbase, sono corsi a quotarlo non volendosi perdere la possibilità di rinfrancare dei volumi diventati estremamente aridi.

C’è da preoccuparsi?

La situazione andrà certamente monitorata – per quanto riteniamo difficile per ora che qualcuno degli exchange possa tirare i remi in barca. Diverse attività, anche senza eventi alla FTX, hanno già chiuso i battenti e probabilmente altre ne seguiranno.

Il timore è che questo porti ad un ulteriore concentrazione dello spazio exchange, con tutti i problemi che derivano da un ologopolio.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • La strada è quella, si va verso un monopolio, magari solo un exchange con larga parte di partecipazione statale. Anzichè regolamentare le cripto bisognava regolamentare gli exchange truffaldini. Le cripto fanno parte di un mercato molto volatile in cui ci si può fare del male ma non paragonabile al gioco d'azzardo in cui ciò che è perso è perso per sempre.

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  • una causa sono anche le quotazioni sui minimi per quasi tutte le monete. chi è incartato non trada più e aspetta.

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