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Bitcoin: Ordinals spacca community | Michael Saylor vorrebbe…

Ordinals continuerà a dividere la community Bitcoin. Michael Saylor apre alle novità

La community che vive di e per Bitcoin è in realtà più variegata e eterogenea di quanto si potrebbe pensare. E anche le recenti questioni che riguardano Ordinals, Inscriptions e token sembrano aver solleticato fantasie che forse in pochi si aspettavano. A parlare recentemente di Ordinals e a considerarne il percorso come qualcosa di interessante da esplorare è Michael Saylor, leader di Microstrategy, la società quotata con il più importante portafoglio Bitcoin su scala mondiale.

È la stessa azienda che sta sviluppando soluzioni su Lightning su Lightning e che a quanto parrebbe potrebbe pensare di fare lo stesso con Ordinals. L’interesse, ha confermato Saylor, c’è. E questo tra le altre cose non potrà che innescare qualche polemica delle solite che albergano sui social che si occupano anche di Bitcoin

La questione è stata diffusa da The Block, riportando un’intervista che il leader di MicroStrategy ha rilasciato all’interno del Bitcoin 2023, la kermesse di Miami dedicata a Bitcoin che quest’anno non solo vede molte meno presenze dell’anno precedente, ma che ospita anche la guerra fredda tra appassionati di Ordinals e chi li ritiene sterco del demonio.


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Michael Saylor punta su Ordinals? Ecco cosa dice il leader di MicroStrategy

Michael Saylor sembrerebbe avere un parere piuttosto articolato della questione Ordinals, per quanto in qualche punto sembri mancare di profondità.

L’idea di poter iscrivere dei dati sulla blockchain apre la porta alla possibilità che io possa scriverci una firma digitale, o una registrazione, o l’hash di un documento.

E fin qui, almeno in superficie, potremmo essere tutti d’accordo, per quanto di tali sistemi esistevano già da prima della trovata di Ordinals, che in realtà come sistema offre (tanto) altro. Per Saylor inoltre sembrerebbe essere rilevante la grande mano che le commissioni pagate da chi sta iscrivendo immagini stanno pagando ai miner, miner che – lo ricordiamo noi – erano in forte difficoltà dopo un lungo periodo di prezzi calanti per Bitcoin e di volumi non sempre entusiasmanti.

Una questione tra le più divisive di sempre

Stupidi, ma non degni di censura

Michael Saylor aveva in realtà già rivelato una sua posizione morbida nei confronti di Ordinals la settimana scorsa, durante il PBD Podcast. È tornato sulla vicenda della censura di cui si continua a discutere appassionatamente tra esperti e meno esperit.

Il consenso generale è criticare cose che ci sembrano stupide, ma di non censurarle. […] Se qualcuno vuole cambiare il protocollo, al fine di censurare altri dall’utilizzare Bitcoin, non credo sia consistente con i valori della community.

Una posizione in realtà a nostro avviso ampiamente rivedibile, perché mal posta. Un’eventuale modifica del codice di Bitcoin per proibire certi tipi di iscrizioni non impedirebbe a nessuno di usare Bitcoin. Impedirebbe certi tipi di pratiche – e non si tratterebbe di censura di persone, ma di censura di determinati tipi di dati.

Certo, la questione è anche filosoficamente interessante, ma è a nostro avviso diversa da come è stata posta all’interno dell’intervista.

Nel frattempo si parla della possibilità che dopo le soluzioni su Lightning, Saylor potrebbe anche pensare di offrire qualcosa sfruttando questa nuova modalità d’uso della blockchain di Bitcoin. Le sensazione nostra è che non tutti la prenderanno benissimo.

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