Capiamo la necessità dei titoli roboanti, ai quali non può rinunciare neanche la più importante agenzia di stampa del nostro Paese, ma parlare di società leader nei Bitcoin, citiamo testualmente, è forse un tantino esagerato. Andiamo con ordine: anche la holding che controllava The Rock Trading con ogni probabilità fallirà, dato che appunto ne è stata richiesta la liquidazione giudiziale.
Tuttavia a far più rumore di un fallimento annunciato – e che con Bitcoin non ha davvero nulla a che vedere – sono i titoli che siamo ancora una volta costretti a leggere sulla cosiddetta stampa mainstream.
Per quanto si possa essere ragionevolmente e umanamente dispiaciuti per i clienti di The Rock Trading, parlare di società leader non è una lieve esagerazione, ma una rappresentazione di una realtà che non esiste, per un exchange che aveva volumi minimi non solo sullo scenario globale, ma anche sul mercato italiano.
Sì, fallirà anche la holding
Come prevedibile anche Digital Rock Holding SPA, la holding che controllava tra le altre cose anche The Rock Trading, fallirà. Nella giornata di ieri è stata chiesta la liquidazione giudiziale per la holding e, in assenza di sorprese, sarà quello il percorso inevitabile che verrà seguito dal cappello legale dell’exchange.
Dispiace per gli utenti, che comunque avevano già abbandonato la speranza di ricevere indietro almeno in parte il loro denaro con il fallimento di TRT. Dispiace anche per la stampa che, per non saperne né leggere né scrivere, finisce per ingigantire questioni che per il mercato di Bitcoin e criptovalute, nel loro complesso, sono davvero di poco conto.
- I dati sono disponibili per tutti
Non serve essere degli esperti del mondo crypto e Bitcoin per rendersi conto del fatto che The Rock Trading e la sua holding non erano leader di nulla. Non serve essere esperti perché in realtà i volumi di scambio effettivi sull’exchange sono ancora disponibili per tutti. E siamo andati a spulciarli per darvi una prospettiva numerica di ciò che parliamo.
Abbiamo ad esempio i dati del 17 maggio 2021, in piena bull run e con volumi che crescevano all’impazzata su tutti i principali exchange mondiali, e anche su quelli secondari. Nel giro di quelle 24 ore l’exchange fece registrare scambi per 7,3 milioni di dollari (normalizziamo in dollari per rendere pari il confronto).
Lo stesso giorno a livello mondiale si avevano 149 miliardi di dollari di scambi. Ora, per quanto si possa avere un legame affettivo con l’unica realtà italiana di quel tipo, è facile capire come parlare di leader per una società che gestiva in piena bull run somme del genere.
Numeri troppo grandi? Per ogni 20.500 dollari scambiati sul mercato crypto, uno di questi passava da The Rock Trading. Alla faccia del leader.
Ok lo scandalo, ma…
Ok la volontà di destare scandalo, ma il dubbio che sorge almeno nella nostra redazione è che si voglia per forza di cose inserire Bitcoin nella vicenda, come se fosse colpa del sistema monetario distribuito e alternativo quanto è accaduto ai clienti di The Rock.
Non è così. Quella di The Rock Trading è una storia di mala gestione, sulla quale probabilmente farà chiarezza la magistratura, ma che con Bitcoin non ha nulla a che vedere. Accusereste il prosciutto se a fallire fosse la bottega sotto casa?