Il direttore d’orchestra è Jerome Powell di Federal Reserve. La musica è sempre la stessa, ma Bitcoin decide di ballare lo stesso, seguendo nota per nota una melodia che ormai però dovrebbero conoscere tutti. Jerome Powell – la cui capacità di ripetersi ha oggettivamente dello straordinario – è tornato a parlare in pubblico e sì, il tema è sempre quello di tassi e inflazione.
Bitcoin prima parte a razzo sopra i 27.000$, dato che il plenipotenziario Jerome parla della possibilità che non ci sia alcun rialzo. Poi invece si ricorda di saperlo già – e anche a causa degli schiamazzi che arrivano da una metaforica stanza affianco a quella di Powell, decide di rimangiarsi quasi tutto.
Non è l’episodio di una commedia su Netflix, ma l’unica musica che sentirete per un po’, con i volumi che sono quelli che sono e con Bitcoin che, incapace storicamente di annoiarsi, dovrà pure trovare qualche motivo per muoversi.
Non ce ne voglia Jerome Powell, al quale riconosciamo la difficoltà di dover operare in condizioni di mercato che non si erano mai verificate prima. E premettiamo anche che il capo di Fed voglia essere moderato nel parlare, dopo aver rassicurato per mesi sull’inflazione temporanea che poi invece è diventata permanente o comunque cronica. Ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha detto Jerome Powell e perché potrebbe interessare i mercati di Bitcoin e di conseguenza delle criptovalute.
I mercati ormai credono così da un pezzo, anche perché Jerome Powell aveva già aperto a questa possibilità. Da un lato rimarrà la necessità, lo ha ricordato più volte, di combattere l’inflazione e di riportarla al 2%. Dall’altro c’è la certa contrazione dei crediti del mercato privato, che almeno in parte dovrebbero svolgere il ruolo della politica monetaria restrittiva che Federal Reserve sta perseguendo ormai da tempo. Questa dichiarazione – che però avevamo già sentito – è stata quanto ha portato probabilmente Bitcoin al picco sopra i 27.000$ poi rientrato.
E invece ci sta tornando molto lentamente, per stessa ammissione di Jerome Powell. Anche questa non dovrebbe essere una novità per chi ha seguito l’ultima conferenza stampa post rialzo dei tassi di maggio. Tuttavia la notizia è arrivata come una doccia gelata sui bollenti spiriti che avevano portato $BTC sopra i 27k. E c’è, ahinoi, anche dell’altro.
Non è chiaro se si tratti di pre-tattica o meno, ma Repubblicani e Democratici non sembrano avere alcuna intenzione di trovare in tempi brevi un accordo sull’innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti d’America. Le posizioni sono, per dichiarazioni di entrambi gli schieramenti, ancora molto distanti.
E proprio mentre Powell parlava sono arrivate altre conferme di questo, cosa che ha poi riportato Bitcoin sui livelli di prezzo pre-conferenza. Livelli di prezzo che però – all’interno di un pomeriggio certamente movimentato, hanno finito per essere base per un altro spunto – che è ancora in corsa nel momento in cui scriviamo questo riassunto.
Janet Yellen del Tesoro USA ha detto ai CEO di diversi gruppi bancari che non sono escluse altre concentrazioni. Tradotto dalla lingua ministeriale a quella di noi uomini comuni, vorrebbe dire che di rischi per il settore ce ne sono ancora – e che il Tesoro USA sarebbe probabilmente disposto a chiudere non uno, non due, ma tre occhi sulle norme anti-trust severissime che regolano il settore.
La crisi innescata dal rialzo dei tassi più rapidi di sempre lascerà gli USA con un settore bancario concentrato a la europea? Chissà. Sta di fatto che per Bitcoin un ulteriore montagna russa del settore bancario potrebbe essere quella spinta che sembra mancare in questo maggio così piovoso e così noioso.
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